A proposito dei miliardi depositati in Svizzera

Delocalizzazioni. Non solo produttiva ma anche finanziaria ed economica. La via d'uscita

Ci voleva l'elezione di Junker a Presidente UE per far sapere al grosso pubblico cosa aveva combinato il Granducato del Lussemburgo, Paese dell'UE dal 1957, estensione territoriale inferiore a quella della nostra provincia, mezzo milione di abitanti o poco più per i quali il salario minimo (…!) è di circa 2000 €uro mensili.
Il Paese più ricco d'Europa deve la sua ricchezza per almeno un quarto al settore finanziario.

Delocalizzazione finanziaria!
Nell'occasione siamo stati informati che da anni e anni, il Paese del Presidente Junker, allora Premier, aveva trovato il sistema di far fare soldi al suo Paese grazie a multinazionali e non italiane comprese, che si giovavano di trattamenti fiscali privilegiati.
E' di moda la delocalizzazione delle aziende dirette là ove il costo del lavoro è fortemente concorrenziale. Abbiamo scoperto che c'era anche la delocalizzazione finanziaria! Noi prima non lo sapevamo, i potenti sì e ciò nonostante quello che ha fregato noi e a altri è stato messo alla guida dell'Europa.

Delocalizzazione monetaria
In questi giorni siamo stati informati che da anni e anni la seconda banca del mondo, europea in quanto inglese, attraverso la sua filiale svizzera ha accumulato una montagna, ben superiore all'Everest, di soldi di proprietà di più di 100.000 Paperoni, o Paperonesse, di cui quasi 5.000 italiani. Chi ha rivelato il burubuk, Hervè Falciani, gà dipendente del colosso bancario Hsbc ha dichiarato che "in quella lista non sono tutti evasori fiscali, ma chi si trova in quell’elenco è qualcuno che cerca il segreto per nascondersi”.
Bufera, ma non passerà molto tempo che un velo di soporoso silenzio si stenderà sopra la vicenda. Non è esclusi che all'insegna del “chiodo schiaccia chiodo” emerga qualcosa da elettrizzare le prime pagine...

Venezia
La Serenissima Repubblica di San Marco, lo Stato di gran lunga il più illuminato del mondo, l'unico a guida non piramidale ma circolare, andrebbe presa a modello per mille cose. Stiamo all'argomento dell'iniquità fiscale.
Nella loggia di Palazzo Ducale, lato che dà sulla Biblioteca Marciana, Piazzetta San Marco, si susseguono le bocche di leone nelle quali i veneziani potevano inserire le loro 'denunzie' in forma anonima. Più d'uno ha contestato dicendo che in questo modo si faceva della delazione, talvolta per vendetta e peggio. No. Prendiamone una per tutte. Chi avrebbe presentato denuncia “contra i nobili che fanno angarie?” Nessuno per evitare ritorsioni. In questo modo invece veniva esaminata la denuncia con grande rigore e molto scrupolo. Se almeno cinque dei sei magistrati addetti davano parere favorevole veniva aperto – si direbbe oggi – un fascicolo. Dopo l'istruttoria solo se almeno 4 su 6 erano d'accordo si avviava l'iter processuale vero e proprio.
Oggi il percorso che vien fatto fare ai visitatori del Palazzo consente di vederne solo un paio, un errore. Sarebbe istruttivo per tutti poter leggere, com'era fino a tempo fa, le specificità delle varie buche con 'denunzie' per bestemmia, prostituzione, rapporti illeciti con ebrei, gioco d'azzardo, scandali in luoghi sacri o anche 'dncie contra la sanità per il sestier de Osso Duro' (Dorsoduro, due lati del canale della Giudecca). Ma c'è anche la lotta al contrabbando di tabaco per il quale curiosamente “...s'intende che il male principale derivi dalla scandalosa tolleranza delle Valli Trompia, Sabbia e Camonica”.
   Evasione fiscale.  In questo caso emblematica è la 'Bocca', visibile per percorso, con un titolo che è tutto un programma: “DENUNZIE SEGRETE CONTRO CHI OCCULTERÀ GRAZIE ED UFFICI O COLLUDERÀ PER NASCONDERE LA VERA RENDITA DI ESSI”.
Falciani è andato oltre firmando e pare che non sia ancora finita. Intento c'è da pensare alle legioni di principi del foro e al Gotha dei commercialisti che probabilmente sono al lavoro per far quadrare i cerchi. Non c'è bisogno. La spiegazione è semplice in risposta alla domanda da dove arrivino quei montoni di soldi depositati, seconda volta che il nostro giornale svela l'arcano.

L'arcano
   Segreto istruttorio. Ai tempi di Mani pulite, e tempi successivi, si era registrata una sequenza di pubblicazioni di atti riservati. Il venerdì c'era l'interrogatorio importante? Il lunedì il verbale, nonostante fosse coperto dal segreto istruttorio, era in prima pagina. E come era possibile? Chi poteva essere? La risposta da un processo logico considerando che ne era a conoscenza. Magistrati? Impossibile. Cancellieri? Al di sopra di ogni sospetto. Polizia giudiziaria? Offensiva la sola ipotesi. Segreteria? Ma si tratta di persone di fiducia. E allora? E allora, dicevamo, sarà la donna delle pulizie. Qualcuno le aveva promesso un cappuccino, anche con una brioche, se fotocopiava delle carte, poi di nessuna importanza... Impossibile, dirà il lettore. Ai posteri l'ardia sentenza.
La via d'uscita
Il problema sarebbe per tutti i depositanti da come spiegare la via percorsa per riuscire ad accumulare cotali fortune. Ecco il soccorso. Come a Milano avevamo potuto ragionevolmente indicare una risposta così facciamo ora. Paperoni e Paperonesse basta spiegare che si tratta di vincite ai casinò svizzeri. Anzi vi aiutiamo fornendone un elenco in modo da distribuirvi chi qui e chi là. Si aggiungano infine i corrispondenti Gratta e vinci, il ben noto lotto, qualche lotteria per non dimenticare poi le donazioni. Scarpasacchi nullatenente di Ginevra può ben aver regalato al signor x italiano 14 milioni di franchi svizzeri si o no?
Via d'uscita dunque? Possiamo star quasi certi che qualcuno i problemi se li è già risolti... Peccato. A Venezia sarebbe andata diversamento, casi di Pietro Tascal docet.

Costume