PRIMA DI SPOSARCI, PENSIAMOCI DIECI VOLTE. E PRIMA DI SEPARARCI, PENSIAMOCI CENTO VOLTE, SE NON SIAMO ABBIENTI. 11 8 10 42

Tra le nuove e inattese cause di povertà ci sono infatti le separazioni. Un numero crescente di uomini a stipendio fisso non ce la fa letteralmente più a versare gli alimenti.

In Italia vivono 4 milioni di papà separati, un quinto dei quali vive sotto la soglia della povertà. Molte situazioni drammatiche di aggressione coniugale post separazione affondano anche in questo clima di impotenza economica e di rabbia. E' indubbio che la frase "allora mi separo", detta alla prima difficoltà, potrebbe rientrare se, di fronte alla crisi, piccola o grande, prevalesse per lo meno il tentativo della conciliazione, e del superamento della difficoltà, invece che la distruzione del legame. Soprattutto se ci sono dei figli piccoli. Anche da separati in casa, in modo civile ed educato, fondato sulla collaborazione e il rispetto. Almeno fino a quando la situazione economica non sia appianata in modo soddisfacente per entrambi i coniugi, oltre che per i figli. Animosità, ripicche, vendette portano invece ad esasperare toni e animi e a concludere separazioni al coltello.

Il punto dolente è economico, ci piaccia o no: se il reddito è medio alto, c'è spazio per separazioni anche sanguinose, senza troppi danni sul fronte della sopravvivenza materiale.

Ma se il reddito è basso, la separazione può essere fatta solo pensando seriamente alla possibilità di gestire la propria vita in modo soddisfacente, nonostante il crollo di reddito, così da mantenere alti l'autostima, l'umore, la possibilità stessa di porsi in modo dignitoso e autorevole davanti ai figli.

Inoltre, in molti casi, la via del recupero della qualità della relazione di coppia può rivelarsi vincente, specialmente se ci sono figli piccoli. Qualche volta succede… Perché non provarci, prima di cadere nel baratro della povertà post-separazione?

Mario Pulimanti

Mario Pulimanti
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