MERITI E DEMERITI

A proposito di tasse

Meno male che in Italia c'è ancora una grossa fetta di cittadini che, pagando regolarmente le tasse, alimentano le casse dello stato, permettendo così all'Italia di reggersi bene in piedi.

Non è certo se tutti sono felici di poter essere annoverati fra i meritevoli sostenitori del sistema Italia fondato sulla solidarietà sociale, sta di fatto però che per merito loro il sistema fino ad oggi ha retto bene e può reggere ancora negli anni a venire per molto tempo se, su questo fronte, ci diamo una mossa un po' tutti, facendo anzitutto un grosso salto culturale.

Come? Per esempio smettendo di spellarci acriticamente le mani con applausi e inneggi ai nostri idoli VIP (attori, cantanti, artisti, giocatori e corridori delle varie discipline), oppure smettendo di soffrire per loro quando si scopre che sono stati "beccati" dalle Autorità Preposte, come evasori delle tasse. Bisogna smetterla di ritenerli dei perseguitati dalla sorte, come spesso accade, considerandoli invece per quello che realmente sono: Cittadini disonesti. Nessuno vuol mettere in discussione il loro valore artistico, sportivo o scientifico, ne tantomeno mettere in discussione le loro carriere professionali costruite spesso con fatica, impegno e ingegno. Quello che bisogna condannare e denunciare in modo eclatante, inequivocabile e persistente, è la loro disonestà nei confronti della società italiana e del Paese in generale.

Altra categoria che fa molto parlare di sé a proposito di evasione sono i consulenti fiscali. Quei professionisti indicati dagli stessi VIP come i responsabili dei loro guai con l'Agenzia delle Entrate.

Ovviamente nessuno intende fare di tutta l'erba un fascio. Ci sono fior di artisti e professionisti, tra gli uni e gli altri, che fanno il loro dovere e che non si prestano ad azioni truffaldine, perché hanno acquisito il senso della misura, consapevoli e soddisfatti dei loro privilegi e del loro status. Queste persone (e sono i più), hanno tutto il plauso che meritano, anche perché sono i primi a soffrire le conseguenze negative del comportamento scorretto e sleale dei loro cattivi colleghi.

Va segnalata anche una seconda categoria di evasori, molto più rozza e più vicina alla delinquenza comune. Questa categoria ha la sua massima rappresentanza nei circa 150 personaggi che compongono la lista degli evasori che hanno messo al sicuro in Liechtenstein il loro risparmi e guadagni più o meno leciti. Una categoria abbastanza presente anche nelle nostre Valli, che ogni tanto emerge per merito dell'azione investigativa della locale Guardia di Finanza.

Ecco, anche per questa categoria non ci vuole clemenza. Invece di trattarli (come capita di sentire spesso) con il benevolo appellativo di "furbi", bisogna chiamarli col loro vero nome: "ladri".

Ultima, ma non per consistenza e volume di affari in nero, è la categoria della criminalità organizzata (mafia, ndrangheta, camorra, eccetera), ormai ramificata su tutto il territorio nazionale e non solo. Le stime degli esperti parlano di complessivi 260 miliardi di euro evasi. Una cifra enorme, macroscopica; capace di azzerare il debito pubblico del nostro Paese e di risolvere tutti i problemi economici e finanziari dell'Italia.

Ho voluto parlare di questo problema perché sono e rimango convinto che la strada imboccata dal governo Prodi per tentare di debellare il fenomeno dell'evasione fiscale, fosse quella giusta. Quella strada aveva aperto nuove speranze non solo per attenuare il fenomeno in se ma soprattutto perché permetteva di recuperare risorse utili da destinare ai meno abbienti, ai salari dei lavoratori, alle pensioni, al potenziamento e miglioramento dei servizi (sanità, scuola, trasporti, eccetera). Non vorrei che quella strada si interrompesse bruscamente ripristinando la folle politica dei condoni, del rientro dei capitali esentasse dai paradisi fiscali esteri e dalla svendita del patrimonio immobiliare e finanziario degli Enti Previdenziali e Assicurativi Pubblici.

Siccome i fautori di quella dissennata politica pare che siano anche i promotori della caduta del governo Prodi (non si capirebbe altrimenti il forsennato accanimento propagandistico nella presente campagna elettorale), in caso di loro vittoria il rischio che si affaccia all'orizzonte è quello di rieditare bruscamente la situazione sine qua non ante e di vedere ripristinare bruscamente un inevitabile riallargamento della forbice fra ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri.

Valerio Dalle Grave

Valerio Dalle Grave
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