Era Silvana Pampanini

Il 6 gennaio 2016 Silvana Pampanini è morta intorno alle 9,30 al Policlinico Gemelli di Roma, dov’era ricoverata da metà ottobre in terapia intensiva, dopo essere stata sottoposta a un’operazione di chirurgia. Con questa attrice, di 90 anni, se ne va una parte della storia de nostro cinema e non solo di quello di successo immediato.  Tre caratteristiche di Silvana: forte, vivace, libera, autonoma.  Mai sfrontata. Era piuttosto consapevole della sua autentica grande bellezza quando, con orgoglio felice mostrava le lunghe gambe, mitiche, perfette. La signorina Silvana Pampanini, mai sposata, mai mamma, ma sempre amata e amante,  viene prima di tutte le altre nel cinema dopo la fine della guerra. Se ne innamoravano perdutamente tanti, tutti,   (compresi gli spettatori) e anche Totò di cui si diceva che avesse scritto «Malafemmina» pensando proprio a lei: «Una volta - dichiarava  la Pampanini in un’intervista alla Stampa - ho visto in tv la prima moglie di Totò, molto amareggiata perché tutti sostenevano questa storia della canzone. Io non voglio dispiacere a nessuno perciò dico “non zo”, alla burina, come se non avessi mai capito né saputo niente». Battute al fulmicotone, attenzione alla cura del corpo (ma non esagerato), tra i suoi sport preferiti sci d’acqua, scherma, equitazione, frequentazione attenta di talk-show di grande ascolto che hanno distinto la lunga vecchiaia dell’attrice eletta Miss Italia nel ‘46, e chiamata nel cinema grazie alle curve perfette e al fisico elegante. Tra i suoi film più celebri «Bellezze in bicicletta», «47 morto che parla», «La strada lunga un anno», «Processo alla città» “La bella di Roma”, “Un marito per Anna Zaccheo”. “ E’ stato scritto: ma molto più della filmografia pesano i suoi no (fra questi uno celebre, rivolto a Tinto Brass che la voleva naturalmente senza veli), il modo in cui li ha pronunciati, soprattutto il suo essere emblema di una femminilità fiera e ruspante, lontana anni luce dai tempi bui che vennero dopo, dalle crisi politiche e sociali, dai ripensamenti del cinema intellettuale e dai futuri modelli di donne efebiche, poi anoressiche. Niente a che vedere con l’incontenibile Silvana, destinata alla carriera di pianista, ed esplosa in sintonia con la rinascita del suo Paese”. Del Nostro paese. Aveva una sensibilità musicale autentica ed anche una ricca cultura musicale. Io la conobbi in occasione di un breve incontro nel ridotto della Scala con la zia di Silvana, la grande cantante  Rosetta Pampanini. Silvana era una donna buona e generosa lo dimostrò anche con i suoi genitori. Ricordiamola.

 

Carlo Mola
Costume