Lo spreco. Una forma strana di spreco. E viene dal Ministero della P.I.!!!
Lo spreco
Lo spreco è un diavoletto maligno che si infila dappertutto con una mimetizzazione da far allibire un camaleonte. Camaleonte sì ma, perfino qui le cose cambiano, quello di tempo fa dato che oggi hanno scoperto che il colore lo cambia però non per nascondersi ma in base dal suo grado di emotività.
Altro che diavoletto! Appare infatti come un colosso in certi momenti e per certe situazioni come del resto vediamo spesso in TV. C'è di tutto. Da opere incompiute a attrezzature in rovina, a carenza di manutenzione, a mancanza di controlli e così via. Anzi, purtroppo, e 'così sia'.
Spreco inconsueto
Ci sono però altre forme di spreco che scivolano via senza che ce ne accorgiamo e nelle forme più inconsuete. Tempo fa abbiamo sottolineato le distorsione nella comunicazione, di vario tipo. Qualche esempio, In strada la doppia riga e perchè? Se una riga avverte che non bisogna sorpassare la seconda a che pro? Poi l'assolutamente vietato. Se una cosa è vietata non la si può fare. E allora a che pro l'avverbio? Potremmo continuare a iosa. Questa volta andiamo invece in un settore che dovrebbe essere la 'Guardia Repubblicana del Linguaggio' o 'Guardia Repubblicana lessicale' a tutelare mirando alla semplificazione e quindi cercando di castigare l'UCAS il ben noto Ufficio Complicazioni Affari Semplici che ha agenzie e filiali per ogni dove. E invece...
E invece ecco che succede. La Guardia Repubblicana di cui sopra ha dimostrato la sua impotenza quando è arrivata, parto fantasioso nella sua ignominia, la nuova nomenclatura. Abbiamo vissuto una vita, i quasi centenari ma anche i trentenni, a parlare di Asilo, di Elementari, di Medie, di Superiori e poi di Preside, di Direttore Didattico, di bidelli, di Provveditore.
Il settore che dovrebbe essere attento custode della purezza del linguaggio fa acqua da tutte le parti. Non di riferiamo alla sostanza dato che per quella c'è l'Accademia della Crusca ma al modo di manifestarsi, parlato o scritto.
Oggi è la giornata mondiale del docente, di chi cioè deve formare le nuove generazioni. Riflettano su quel che segue che non è affatto secondario come dimostra un significativo confronto. Non si minimizzi perchè è dal Ministero della Pubblica Istruzione che è venuta quella specie di piccola rivoluzione lessicale. E poi si veda pure un aspetto di opportunità. Tempo fa abbiamo pubblicato un'interessante analisi sul fabbisogno aggiuntivo di tempo, scritto o parlato, che l'evitare una forma semplice comporta. Stralciando da quella un solo esempio, quello dell'<assolutamente> che ormai è abitudine farlo inutilmente precedere al SI o al NO, quali un nulla cioè nel pensiero collettivo e valutando le volte che le persone lo esprimono, con riferimento alle persone di lingua italiana ne viene un numero impressionante.
Spreco. Di tempo che se ne va per le parti del discorso superflue. Di tempo che se ne va nello scrivere.
Si veda il confronto fra il numero di battute della vecchia dizione e quello dei termini vigenti.
La Scuola che cambia (linguaggio)
Provveditore un tempo dunque 12. (Se si aggiunge “agli Studi 23) – Dirigente scolastico provinciale 32 adesso.
Preside 5 - Dirigente scolastico 20
Direttore Didattico 19 – Dirigente Istituto Comprensivo 30
Asilo 5 - Scuola dell'Infanzia 19 (ce ne sono in Italia 23.335) – Se Scuola materna 14
Elementari 10 - Scuola Primaria di primo grado 30 (ce ne sono 18.013)
Scuola Media 12 - Scuola Secondaria di primo grado 32 - (x) vedere in calce
Superiori 9 - Scuola Secondaria di secondo grado 31 (ce ne sono 8.271) - (x) vedere in calce
Bidelli 7 – collaboratori scolastici 24 (ATA – Fascia A)
La ragione di questa imbecillità? Da un lato una risibile componente ideologica, dall'altra la censurabile componente burocratica e, su questo aspetto, una certa superficialità di chi è istituzionalmente preposto al settore.
Il voto
La 'sciura' maestra fino a qualche tempo fa usava la matita blu per errori gravi, quella rossa per i più leggeri. Sottoponendole il quesito di cui a questo articolo quale colore avrebbe usato? La risposta pare però ci sia ancor prima di formulare la domanda...
Alberto Frizziero
PS C'è anche una trovata intelligente che giustamente dobbiamo sottolineare: il Miur
(x) Oggi, trascriviamo::
Oggi la scuola primaria, con quella secondaria di primo grado, si compone di cinque periodi didattici:
un anno iniziale, che comprende la 1ª classe della scuola primaria
il 1º biennio che comprende la 2ª e 3ª classe della scuola primaria
il 2º biennio che comprende la 4ª e 5ª classe della scuola primaria
il 3º biennio che comprende la 1ª e 2ª classe della scuola secondaria di primo grado (o scuola media)
il periodo didattico finale che comprende la 3ª classe della scuola secondaria di primo grado (o scuola media)
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