L'INUTILE REFERENDUM SU UN NUCLEARE CHE NON HA FUTURO. MA DOVE PRENDERE L'ENERGIA? PRESENTIAMO UNA FORMIDABILE INNOVAZIONE, LA RUOTA TECNOLOGICA 11 5 30 45
Ma tanto è morto!
Domenica e lunedì andremo a votare (noi no, e non per ragion politica come spieghiamo in altro articolo su questo numero - ndr) per dire no al nucleare. Referendum inutile per le novità intervenute: decisione della Germania di chiudere le sue centrali nel 2022, quella svizzera per il 2034. Giappone per forza di cose su questa strada, almeno parzialmente, clima pesante nell'opinione pubblica mondiale.
Fusione?
La fusione fredda è stata un'illusione. Quella calda viene prevista dagli ottimisti a fine secolo. L'energia che ci serve dove la prendiamo? Tutti rispondono: le rinnovabili.
Idroelettrico
Un contributo lo può dare l'acqua nei Paesi che ne sono ricchi e che hanno i monti per consentire un bel salto da cui dipende la quantità prodotta. In Italia siamo quasi alla saturazione.
Fotovoltaico
Occorrono tanti soldi. Senza incentivi non si fa. Gli incentivi vengono pagati da tutti noi sulla bolletta. Oltre i soldi occorrono grandi superfici per mettere tanti pannelli. Fin che ne occorre qualcuno sulle abitazioni non ci sono problemi. Quando arriva qualche progetto di dimensioni maggiori le proteste si sprecano. L'abbiamo visto anche in Valtellina.
Eolico.
In Italia sinora abbiamo 71 impianti ma diventa sempre più difficile farne altri. Le proteste le abbiamo infatti sentite tutti per il paesaggio, per il rumore, per il fastidio agli uccelli. Allora qualcuno ha pensato all'eolico off shore.
Eolico off shore
In mare, lontano dalla costa. Apriti cielo anche qui con mille ragioni. In gran parte pretestuose, e una in più riguardante i pescatori.
Centrali termoelettriche
La gente non le vuole o meglio non le vuole vicine, vadano a casa d'altri.. Per quelle a carbone addirittura è venuta una sentenza del Consiglio di Stato che ha bloccato la conversione di quella di Porto Tolle fortemente voluta da lavoratori e industrie insieme, contrari gli ambientalisti che hanno ricorso.
Risparmio energetico
E chi ci crede?
Risparmio energetico. L'esempio dell'acqua
Uno studio di Mineracqua indica nel 98% la percentuale di famiglie italiane che beve acqua minerale in bottiglia invece di quella del rubinetto che pure va valutata da ottima a buona in gran parte del territorio nazionale. Siamo sui 12 miliardi di litri annui di cui il 22% in bottiglie di vetro da 0,92 litri (e perché 0,92 e non uno? Ndr). Quante bottiglie in plastica servono? Oltre 6 miliardi per un peso totale di circa 25 milioni di kg di polietilene tereftalato usualmente chiamato PET. Per produrle sono stati necessari 50 milioni di kg di petrolio. E non è finita perché ci sono i trasporti, il problema dei rifiuti eccetera. Siamo in Valtellina dove l'acqua arriva in casa dopo lunghi percorsi sottoterra. Sicura. Buona, spesso fresca e costa quasi niente. Eppure c'è gente che esce dal supermercato con le bottiglie di plastica con acqua che magari viene da pozzi della provincia di Venezia. Sarà buona, ma forse è meglio quella che viene dai nostri ghiacciai! Se la gente usasse più il rubinetto si risparmierebbe energia.
L'esempio dei sacchetti di plastica
Nonostante ricorsi e ricorsi dei produttori i sacchetti di plastica tradizionali sono spariti da supermercati e negozi e non è crollato il mondo. E' crollato il consumo energetico per produrli e per smaltirli. Continuano però a esserci sulle corsie dei supermercati imballaggi fuori di testa che costano a produrli e a smaltirli.
Sintesi nera
Mettiamo insieme tutto. Rinnovabili, termoelettrico esistente, solare, ventoso, perfino 'geo' e recupero. Facciamo il totale e scopriamo che distribuendo quel totale nel corso dell'anno arriviamo a settembre e di energia non ne abbiamo più mentre quella che viene da fuori sarà sempre più cara.
E allora?
La nostra invenzione risolve definitivamente il problema
L'invenzione
Abbiamo in Italia a disposizione lande desolate, magari anche belle ma nascoste e quindi utilizzabili. Abbiamo tante persone che cercano lavoro. Vedansi gli extracomunitari che arrivano a frotte ma anche noi indigeni dato che la concorrenza dei Paesi del BRICS è tale, e sarà tale, da lasciare tante persone a braccia conserte nel nostro Paese.
Ecco che, prendendo lo spunto dai cinesi anni 1950 e copiandoli, abbiamo la risposta, innovativa: la ruota.
La ruota tecnologica
Prima va scelto il sito. Per fare un esempio prendiamo le Cassandre sopra Gombaro in quel di Sondrio. E' una specie di gola visibile solo dall'alto. Lì si installa una ruota del diametro di 18 metri e 60 centimetri. Si tratta di una struttura
metallica in cui figurano, come le ruote da mulino di un tempo, delle vere e proprie pale, con la forma assimilabile ad un gradino delle scale con una alzata compresa tra 15 e 20 cm (dipende dalla casa costruttrice) e una pedata di 42 cm. Questi gradini sono innestati sui due lati in appositi perni in modo che la pedata resti sempre orizzontale. Secondo i dispositivi usati dai diversi costruttori sono previsti tra 60 e 70 gradini (soluzione A) o tra 120 e 140 gradini (soluzione B). La ruota girando attiva un sistema cinematico che arrivando all'impianto di produzione determina la quantità di energia prodotta da inserire in rete.
Quanto alla rotazione della ruota essa si avvale della soluzione cinese anni '50. Su ogni gradino una persona che da una parte sale la scala producendo il movimento e accentuandolo poi quando dall'altra parte scende.
S'intende che i turni di lavoro, sindacalmente concordati, debbono essere alternati a pause di ristoro con periodici massaggi ai polpacci.
Soluzione vincente a prova d'ambientalista
Vista la sintesi nera per l'impossibilità delle varie forme di produzione energetica di dare risposta alla domanda anche per le costanti opposizioni ad ogni nuovo impianto, ovunque situato e comunque articolato, si ritiene che la innovativa proposta della ruota possa definitivamente risolvere il problema. Realizzato l'impianto sperimentale delle Cassandre e apportate le necessarie eventuali modifiche, la Valle potrebbe pullulare di impianti con un grandioso contributo alla fame energetica del Paese e al problema della disoccupazione. Pensiamo alla Val Grosina, alla Val Belviso, alla Valfontana, alla Val di Togno, e via via sino alla Val Codera, alla Valle dei Ratti, al Val Bodengo.
Tanta energia per il Paese, tanti posti di lavoro per i gradinaioli.
Soluzione dunque vincente e, quello che più conta, a prova dei più arrabbiati ambientalisti
Archimede da Vinci
Nostra nota
Forse qualche dettaglio ci sfugge, soprattutto su chi dovrebbe occuparsi del problema ma anche sul funzionamento che, sarà la portata dell'innovazione, non ci è del tutto chiaro. Per esempio la differenza fra le soluzione A e B. Sono forse previsti nella B due gradinatoli affiancati? Comunque giriamo il problema ai lettori, certo più esperti di noi in questa complessa materia. Se hanno osservazioni ci scrivano (ndr)