L'insidia della 'bevuta del sabato sera'

II disagio e la voglia di evasione dei giovani trovano spesso sfogo nella droga e nell'alcol, che portano danni tremendi a questi ragazzi, spesso non consapevoli dei pericoli a cui vanno incontro. La ragione di tutto questo potrebbe essere infatti sia la mancanza di stimoli, che il coinvolgimento da parte della società, considerato anche l'aumento costante del tasso di disoccupazione giovanile. Gli adolescenti più a rischio di incorrere in seri problemi derivanti da uso di alcool e droga sono quelli che hanno una storia familiare di abuso di sostanze, quelli che soffrono di depressione, con bassa autostima, che non si sentono a proprio agio o che sono sbandati.L'alcool ha tutti gli effetti negativi di una droga, soprattutto se in dosi elevate e in un'età ad altissima vulnerabilità cerebrale, come l'adolescenza. Anche in Italia sta crescendo vertiginosamente il consumo di alcolici nei giovani. E sta aumentando un fenomeno di grande insidiosità: la bevuta del sabato sera. Una passione pericolosa e triste. Questo allarmante fenomeno deve farci riflettere e convincerci a intraprendere con decisione adeguate misure preventive e curative. La droga è un problema serio, molto serio. Per i giovani e per gli adulti. La droga oramai è intesa quasi come "mezzo", e non più come fuga dalla realtà. Una scelta al servizio del successo personale, della produttività della vita sociale e professionale. Un aiuto per sostenere performance elevate, rapporti più facili e disinibiti con gli altri. Quasi un bene di consumo come tanti altri, meglio se assunto alternando diversi tipi di sostanze, utilissimo per stare al passo con traguardi che impongono una sorta di fitness artificiale continuo. E poiché risultati e traguardi seducono già nella fase dell'adolescenza, sono i giovani ed i giovanissimi i nuovi consumatori di droghe: cresce la domanda di ecstasy, derivati anfetaminici, cocaina. Un campionario di nuove droghe pulite, in procinto di soppiantare siringhe ed eroina, e che ha già imposto un ripensamento generale degli strumenti di intervento di servizi sociali e comunità terapeutiche. E così i giovani vogliono evadere da tutto un mondo che gli va troppo stretto, che li rinchiude, li imprigiona, li soffoca. Queste sono parole che ricorrono spesso nei loro stessi modi di esprimersi, di comunicare. D'altra parte è vero che l'adolescenza è una fase turbolenta e instabile in cui ci si critica, ci si trova persi, si ha bisogno di costruirsi un'identità che non è ancora ben definita, ma debbono capire che il modo per risolvere quella conflittualità interiore non lo si trova nell'assunzione di droghe o nell'alcol. Inoltre sono gli stessi genitori che possono aiutare attraverso un'educazione preventiva riguardo alle droghe e all'alcol, utilizzando una comunicazione aperta, fornendo modelli positivi e identificando precocemente la comparsa dei problemi che si stanno sviluppando. Mario Pulimanti

Ecco: sto scrivendo perché mi sono spaventato nel leggere che la trippa e la polenta sono cancerogeni. Il pesto anche, immagino, invece, che il cous cous sia sanissimo. Che tristezza! I fautori degli Ogm e del cibo Frankenstein sembrano voler cancellare persino i piatti simbolo della storia gastronomica italiana, avvelenare (con la paura, l'ansia, la minaccia) il grande gusto della tradizione, in un tentativo di sradicamento che, peraltro, tocca numerosi altri ambiti. Occorrerebbe protestare per questi attentati, non solo al buongusto, ma anche al nostro palato! Protesta, infatti, l'associazione Slow Food, che ha lanciato nei giorni scorsi un appello: "Più biodiversità, meno Ogm", perché davvero non può essere vero che il cibo delle nonne faccia male e quello geneticamente modificato renda invece più giovani e aitanti. Alla mobilitazione hanno risposto molti ristoranti sparsi in tutta Italia. Un tuffo nella sana tradizione italiana, alla faccia di chi, forse, ci vorrebbe tutti a fare la fila da Mc Donald's. Lo sforzo è necessario, mentre si moltiplicano i tentativi di propagandare gli alimenti geneticamente modificati come più sicuri e buoni. Serve, invece, grande chiarezza, corretta informazione, difesa dei prodotti tradizionali e di chi li coltiva, rispetto dell'ambiente e della salute dei consumatori. Sono molti ormai gli Enti locali (tra Regioni, Province e Comuni) che hanno già promulgato norme per dichiararsi "Ogm-free", liberi da Ogm. Anche io vorrei, oggi idealmente schierarmi su questo fronte sempre più vasto, armandomi... di buon appetito.

Mario Pulimanti

Mario Pulimanti
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