il "Carnevale di Venezia", che favola

Risale al 1094, Doge Vitale Falier, l'istituzione di "feste pubbliche"

Carnevale di Venezia
Il Carnevale di Venezia è uno dei più popolari e spettacolari al mondo. Durante i giorni di festa, gli abitanti di Venezia, assieme a un gran numero di italiani provenienti da tutte le zone del nostro Bel Paese e a un importante afflusso di turisti, si riuniscono e affollano i famosi rii e le calli veneziane per celebrare l’evento più magico ed esplosivo dell’anno, tra colori sgargianti e mascheramenti scenografici, tra rispetto della tradizione e sovversione delle regole. Una manifestazione che affonda le proprie radici in un mondo antico, in un passato storico lontano ma significativo.
Una prima testimonianza risale all'XI secolo, e più precisamente al 1094, quando il Doge Vitale Falier emanò un documento in cui proclamava a Venezia l’inizio di una serie di feste pubbliche. Il motivo di tale celebrazione era da ricercarsi nel tentativo da parte della Serenissima di concedere al popolo un “periodo franco” di sfogo e di libertà dall’oppressione quotidiana inflitta dai potenti: durante questa festa infatti avveniva un vero e proprio “ribaltamento dell’ordine costituito“, dove la maschera, indossata da tutte le classi sociali, metteva per un attimo sullo stesso piano poveri e ricchi, e la nobiltà poteva venire derisa ed essere oggetto di scherno senza che questo potesse comportare alcun tipo di provvedimento legale.
In realtà, anche se il Carnevale è una ricorrenza cattolica e deriva dall’espressione latina “carnem levare” (ovvero “eliminare la carne“, dalla sontuosa cena che si teneva un tempo il martedì grasso che precedeva il periodo di astinenza della Quaresima), feste di questo tipo, con sovvertimento del potere, erano già presenti nelle civiltà di un tempo: basti pensare al panem et circenses nell’antica Roma, che a sua volta riprendeva usi dai riti pagani concessi nei Saturnalia latini o nei culti dionisiaci dove il motto era “Semel in anno licet insanire” (“Una volta all’anno è lecito non avere alcuna regola“).
Il documento ufficiale che decreta il Carnevale veneziano “festa pubblica” è del 1296, quando la Serenissima proclama festivo il giorno precedente l’inizio della Quaresima. Un tempo il Carnevale aveva una durata lunghissima: si potevano già avvistare le prime maschere a Santo Stefano, il giorno successivo al Natale, e i festeggiamenti proseguivano per tutto il mese di gennaio fino a raggiungere il culmine il martedì grasso prima dell’avvento del digiuno quaresimale. In quei giorni le calli fiabesche di Venezia si addensavano di curiosi veneziani e forestieri, provenienti da tutte le parti del mondo e in particolare da quel lontano Oriente di cui Venezia fu sempre primo crocevia, nodo di tramite tra Occidente e i profumi e i colori delle Indie fantastiche e immaginarie. Tutto veniva a mescolarsi, non solo le differenze dei popoli, ma anche le stesse classi sociali che per l’occasione indossavano la maschera.
Le maschere tradizionali del Carnevale veneziano
Il travestimento era l’elemento-chiave del Carnevale: tutto infatti era concesso sotto falsa identità, il popolo dimenticava per un attimo la propria realtà e si sentiva libero di esprimersi al meglio, tra sberleffi alla nobiltà, dissoluzione, scherzi e irrisione dell’autorità che a volte confluiva anche nell’illegalità. Venezia ha alle spalle una lunga tradizione della maschera: il materiale utilizzato era soprattutto la cartapesta, e gli artigiani erano chiamati maschereri, abilissimi nel maneggiare il materiale per dar forma a particolari originali, spesso ridicoli ed eccentrici, per poi ultimare le proprie creazioni aggiungendo polveri colorate, piume e decorazioni varie. La Bauta: è il travestimento tipico del Carnevale veneziano, indossato sin dall’antichità soprattutto dagli uomini. Era costituita da un manto nero chiamato tabarro da appoggiare sulle spalle, un tricorno nero da portare sul capo e una maschera bianca chiamata “larva” (dal latino “larva” appunto che significava “fantasma” o “travestimento”). La parte finale della maschera è tagliata coprendo la bocca così da consentire l’anonimato anche quando, durante i banchetti, la celata identità portava il cibo alla bocca. Si poteva in questo modo anche corteggiare una dama senza poter essere riconosciuti.
La Moretta: è una maschera ovale di velluto nero che veniva utilizzata prevalentemente dalle donne. Veniva premuta sulla faccia da un bottoncino che la dama teneva stretto tra le labbra, ecco perché questo travestimento veniva chiamato anche “la muta” e piaceva molto agli uomini per l’aurea di mistero che emanava.
La Gnaga: poteva essere indossata sia dalle donne che dagli uomini e consisteva in un travestimento femminile con una maschera da gatta e un cestino di vimini da portare con sé con all’interno un gattino.
Le maschere servivano a celare la propria identità e per questo era consuetudine al tempo salutarsi semplicemente con un: “Buongiorno Siora Maschera“. Più tardi, e più precisamente nel 1750, Carlo Goldoni introdusse la definizione di Commedia dell’Arte e con essa una serie di nuovi personaggi stereotipati le cui maschere furono poi riprese anche nei festeggiamenti carnevaleschi. Si assiste quindi alla rappresentazione delle virtù ma soprattutto dei vizi comuni di poveri e ricchi, con una mescolanza di figure provenienti da ogni parte d’Italia: da Arlecchino (maschera bergamasca che rappresenta il servo affamato e imbroglione) a Pantalone (maschera veneziana, vecchio mercante sempre alla ricerca di qualche avventura sentimentale), da Pulcinella (maschera napoletana raffigurante il servo a volte saggio a volte sciocco, ma sempre segnato da una nota malinconica) a Balanzone (ovvero il “dottore”, spesso presuntuoso e saccente).
Le feste della tradizione veneziana
Due sono le feste celebrate ogni anno a Venezia e che dai tempi remoti sono state tramandate sino a noi più o meno invariate.
La festa delle Marie
La prima testimonianza è del 1039, quando, per richiesta del Doge, furono scelte dodici tra le ragazze povere più belle di Venezia e a quest’ultime, il giorno del loro matrimonio, vennero dati in prestito gioielli e monili appartenenti alle nobiltà locali e al tesoro statale della Serenissima. Questa usanza venne tramandata di anno in anno e anche se subì diversi cambiamenti, è riuscita a sopravvivere fino ai tempi moderni. Oggi ha luogo il pomeriggio del primo sabato di Carnevale e le dodici ragazze, scelte tra le bellezze locali, raggiungono Piazza San Marco dove viene incoronata la vincitrice, denominata la Maria dell’Anno.
Il Volo dell’Angelo
L’usanza risale alla prima metà del Cinquecento quando, tra l’incredulità generale, un funambolo turco riuscì, con l’ausilio di una sola corda e senza nessuna protezione, a salire dal molo del porto fino al Campanile di San Marco. Da allora questo tipo di acrobazia venne ripetuta ogni anno da professionisti che indossavano delle ali molto scenografiche come costume e per questo la ricorrenza venne chiamata Il Volo dell’Angelo. Successivamente, per evitare cadute e incidenti di ogni sorta, il Volo dell’Angelo venne sostituito dal Volo della Colombina: una colomba meccanica discendeva da un filo che collegava il campanile di San Marco al balcone del Palazzo Ducale, aprendo a metà percorso una piccola botola da cui scendeva una miriade di stelle filanti e coriandoli. Oggi la festa è celebrata la prima domenica dall’inaugurazione del Carnevale, e dal 2001 è stata ripristinata la variante del Volo dell’Angelo, con l’esibizione affidata di volta in volta a una diversa compagnia di acrobati professionisti.

Il Carnevale di Venezia oggi - Il Carnevale speciale per le scuole
Nel 1792, con l’avvento di Napoleone prima e del regno austriaco poi, la festa del Carnevale venne repressa a causa del carattere troppo lascivo e sregolato che l’evento portava con sé. Solamente nel 1979 la celebrazione del momento più goliardico e variopinto dell’anno venne ripristinata, grazie anche all’intervento del Comune di Venezia, del teatro la Fenice e della Biennale, che- tra l’altro ha istituito un Carnevale speciale per le scuole, cui viene assegnato ogni anno un premio speciale. Quest’ anno hanno partecipato       21 progetti da 20 scuole primarie; -        40 progetti da 37 scuole secondarie di primo grado;

-        26 progetti da 22 scuole secondarie di secondo grado. Questo concorso chiamato Leone d’argento per la Creatività vuole favorire la creatività nelle arti presso le Scuole italiane. Le Scuole vengono invitate a elaborare progetti creativi finalizzati a sperimentazioni laboratoriali di natura pratico-artistica, coreutica, teatrale, musicale e digitale realizzate con qualsiasi linguaggio artistico. Il concorso Leone d’argento per la Creatività favorisce la creatività nelle arti presso le Scuole italiane. Le Scuole vengono invitate a elaborare progetti creativi finalizzati a sperimentazioni laboratoriali di natura pratico-artistica, coreutica, teatrale, musicale e digitale realizzate con qualsiasi linguaggio artistico.
La consegna dei Leoni d’argento per la Creatività 2018 è avvenuta a Venezia, nella sede della Biennale a Ca’ Giustinian, nel corso della cerimonia di apertura del 9. Carnevale Internazionale dei Ragazzi (3 – 11 febbraio 2018).
I premi si articolano in 3 categorie: Scuole primarie, Scuole secondarie di primo grado, Scuole secondarie di secondo grado, con  l’attribuzione anche di Menzioni speciali.
I progetti premiati, le menzioni speciali, nonché altri progetti eventualmente selezionati dalla Giuria, potranno essere presentati dalla scuola stessa come attività didattico/laboratoriale inclusa nel programma della manifestazione e potranno essere pubblicati sul sitowww.labiennale.org, in modo che altri giovani, classi e scuole possano avvalersi di queste esperienze per trovare spunti e nuove ispirazioni.
Leone d’argento per la creatività 2018
SCUOLE PRIMARIE
 LEONE D’ARGENTO PER LA CREATIVITÀ 2018
Istituto Comprensivo Portogruaro 2 “Dario Bertolini”
Scuola Primaria “IV Novembre”
Portogruaro (VE)
Progetto “The Big Bang Art”:
percorso artistico plurisensoriale ed esperienziale sul tema del Big Bang. Partendo da una riflessione sulla teoria scientifica della nascita dell'Universo e sull'opera di Richard Strauss Così parlò Zarathustra, i bambini hanno realizzato la loro interpretazione personale del Big Bang decorando alcuni cartoncini neri e inventando i movimenti che sono confluiti nella danza “The Big Bang Ballet”.
                              
MENZIONE SPECIALE
EIS English International School
Vicenza
Progetto “Linee Viventi”:
progetto che ha impegnato tutte le classi della scuola nell'elaborazione di un’opera collettiva, per realizzare la quale i bambini hanno letto le storie di Mr. Benn, il personaggio di David McKee, e hanno preparato alcuni elementi per un video in stop-motion utilizzando varie tecniche come collage, patchwork e cartapesta.
MENZIONE SPECIALE
Istituto Comprensivo Statale “Luigi Chinaglia”
Scuola Primaria “Massimo D'Azeglio” di Borgo S. Zeno
Montagnana (PD)
Progetto “Questo è un nodo avviluppato”:
performance teatrale e musicale sul tema dell'intreccio, in cui prosa, danza, musica e pittura si fondono per dar vita a un evento originale, durante il quale la grande musica della Cenerentola di Rossini dialoga con alcune opere di arte contemporanea.
 MENZIONE SPECIALE
Scuola Paritaria “Esperimento 20”
Napoli
Progetto “Buster e noi”:
laboratorio di sonorizzazione del cinema muto di Buster Keaton, la cui poetica è vicina alla sensibilità dei bambini e ai modi in cui questi raccontano le loro storie. La riflessione sui film muti e la creazione di una colonna sonora originale da parte dei bambini ha permesso di lavorare sullo sviluppo armonico di mente e corpo, del pensiero logico e di quello creativo.
SCUOLE SECONDARIE DI PRIMO GRADO
LEONE D’ARGENTO PER LA CREATIVITÀ 2018
Istituto Comprensivo n. 6, “Francesco Muttoni”
Scuola Secondaria di primo grado
Vicenza
Progetto “Espressionismo da mangiare”:
dopo aver studiato alcune opere di artisti dell’espressionismo, i ragazzi hanno immaginato di essere degli chef e, attraverso un loro personale gusto creativo, hanno rivisitato i dipinti come fossero delle pietanze, e inventato una ricetta dedicata a ogni opera. Ogni alunno ha estrapolato concetti chiave, colori e forme da ogni opera, per poi rielaborarli sotto forma di elaborati plastico-pittorici dalle sembianze del piatto scelto, incollando direttamente cibo sull'opera o ricreando le forme delle pietanze con altri materiali.
LEONE D’ARGENTO PER LA CREATIVITÀ 2018
Istituto Comprensivo di San Giuseppe Jato
Scuola Secondaria di primo grado
San Giuseppe Jato (PA)
Progetto “Viaggio nell’Intercultura”:
il progetto ha avuto lo scopo di sensibilizzare gli alunni riguardo ai temi dell’Intercultura, dell’integrazione e del rispetto dell’altro e ha portato alla realizzazione di un murales e un cortometraggio. Il soggetto del video è un ragazzo che, ispirato dalla visione del coloratissimo murales realizzato dai ragazzi, compie un viaggio surreale che attraversa vari Paesi del mondo.
 MENZIONE SPECIALE
Scuola Secondaria di primo grado “Antonio Vallisneri”
Arceto (RE)
Progetto “Alberi in libertà”: gli alberi protagonisti di questo progetto sono diventati per gli alunni un doppio di loro stessi: i ragazzi si sono immedesimati nelle forme, nei colori e nei materiali dei loro elaborati, in assoluta libertà di immaginazione, e hanno progettato delle tavole con un piccolo albero in legno. Questo è stato intagliato con stampante 3D e decorato con pastelli a olio e materiali di riciclo, ed è stato poi posto al centro di un disegno rappresentante i loro pensieri, sogni e paure.
 MENZIONE SPECIALE
Scuola Secondaria di primo grado “Vittorio Alfieri” Marano Vicentino (VI)
Progetto “Art in Motion”:
i ragazzi hanno tracciato disegni “cinetici” con i loro corpi, ispirati dall'arte dell’artista americana Heather Hansen. Questo studio sul legame fra movimento e arte è poi confluito in un video in stop-motion, popolato da piccole animazioni di fogli di carta colorata.
 MENZIONE SPECIALE
Istituto Comprensivo Statale “Giacomo Matteotti” 
Scuola Secondaria di primo grado di Olmo e Maerne
Maerne di Martellago (VE)
Progetto “...tra le nuvole”:
Gli studenti hanno immaginato e messo in scena una sceneggiatura fantastica, ambientata tra le nuvole, dove si trova il teatro dei ragazzi del campo di concentramento di Terezin. In questo palco immaginario, i piccoli prigionieri raccontano ai ragazzi di oggi delle attività didattiche musicali, teatrali, pittoriche che si tenevano nella realtà concentrazionaria. Evitando le immagini più crude dell'Olocausto, gli alunni si sono quindi avvicinati alle storie dei piccoli ebrei e a quella più grande della Shoah.
SCUOLE SECONDARIE DI SECONDO GRADO
 LEONE D’ARGENTO PER LA CREATIVITÀ 2018
Istituto di Istruzione Superiore “Giacomo Leopardi – Ettore Majorana”
Pordenone
Progetto “Giotto in classe”:
attraverso un laboratorio multimediale i ragazzi hanno incluso loro stessi in alcune scene giottesche e hanno prodotto un video che indaga i principali temi del pittore e il rapporto tra vizi, virtù e conoscenza. Nel video prodotto in classe, i personaggi di Giotto si animano e prendono le sembianze degli stessi ragazzi, che ci parlano direttamente dall'interno dell'opera.
MENZIONE SPECIALE
Istituto di Istruzione Superiore “Giordano Bruno - Raimondo Franchetti”
Mestre – Venezia
Progetto “Officina Musica”:
laboratorio teatrale e musicale intorno a Palomar di Italo Calvino: la progettazione dello spettacolo ruota attorno a un modello complesso e modulare, che intreccia tre livelli (il ritratto multimediale, il racconto teatrale e la trasposizione musicale) intorno a cinque dimensioni: le onde, l’alba, il cielo, le stelle, la Luna.
 MENZIONE SPECIALE
Istituto Professionale di Stato Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera “Pietro D’Abano” 
Abano Terme (PD)
Progetto “L’amore è un gioco”:
spettacolo corale sul tema della crescita: dall’infanzia in cui tutto sembra perfetto, ai conflitti dell’adolescenza. La riflessione finale riconcilia i protagonisti con il cambiamento. Il testo alterna una profonda emotività a una leggerezza ironica, tipica della visione del mondo degli adolescenti.
 MENZIONE SPECIALE
Istituto Professionale di Stato Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera “Carmine Russo” 
Cicciano (NA)
Progetto “Sbocciano Fiori Speciali”:
Nell’ambito di un progetto di inclusione di alunni diversamente abili all'interno del gruppo dei compagni, è nato un laboratorio per la realizzazione di sculture in cartapesta illuminate da fonti di luce nascoste. Le sculture, che sono state ispirate da un’enciclica di Papa Francesco e rappresentano fiori di tipo diverso, simbolizzano il rapporto con la collettività e con il territorio.
Certamente, bisogna ricordare che- rispetto ad un tempo passato- il Carnevale odierno ha una durata molto più limitata (di soli 11 giorni, iniziando con il sabato precedente il giovedì grasso e concludendosi con il martedì grasso). Il calendario varia ogni anno, poiché dipende dalla festa mobile della Pasqua, ed è fittissimo di eventi, non solo nelle piazze pubbliche, ma anche di balli e cene private, di rappresentazioni teatrali e di mostre d’arte con convegni, seminari e percorsi ad hoc per turisti, curiosi e interessati di ogni tipo.
Nelle calli in cui la festa si dispiega è possibile incontrare i personaggi più buffi e le scenografie più pazze mai viste, il tutto avvolto in un dolce aroma di “fritole veneziane” e di “galani” i due dolci tipici del carnevale veneziano. Modestamente, li so cucinare ambedue buonissimi e sono la vera delizia del Carnevale. Certamente, non è da escludere gli altri Carnevali che saranno “belli a mamma soia”, ma tutto finisce molto presto e ricordiamoci che ci attende la Quaresima. Io la sto facendo da …

Maria de falco Marotta
Costume