Nuove regole per il gioco d’azzardo elettronico nei locali pubblici

Milano, Regione 2 ottobre 2014 –  La Commissione Attività Produttive, presieduta da Angelo Ciocca (Lega Nord), si è confrontata questa mattina con Confcommercio, Confesercenti, Associazione No Slot e con una psicoterapeuta esperta in ludopatia in merito al  “Regolamento per l’accesso alle aree e ai locali per il gioco d’azzardo lecito”, elaborato dalla Giunta in applicazione della legge regionale 8/2013.

Giovanna Mavellia, segretario generale di Confcommercio Lombardia, ha ribadito la condivisione dei principi della legge e la disponibilità della categoria a collaborare per la prevenzione delle dipendenze, chiedendo però che non vi siano ulteriori oneri a carico degli esercenti.

Marco Dotti e Simone Feder, dei movimenti no slot, a fronte di una rendita media mensile di 1500 euro a slot, hanno chiesto che nei locali vengano predisposte sale ad hoc per le slot machine, isolandole strutturalmente e applicando fin da subito forme di “distrazione” tra cui il collocamento di una macchina di fronte all’altra, il posizionamento di orologi e lo studio di una illuminazione che non favorisca l’estraniazione dell’utente.

Nel corso delle audizioni è stato ricordato come il mercato delle slot in Lombardia sia in mano per il 22% a gestori cinesi e per il 15% a russi: da qui la sollecitazione a monitorare attentamente i flussi di denaro nei singoli esercizi.

A fronte della bozza di regolamento, che al momento prevede solamente che le aree slot siano indicate con del nastro adesivo a terra, la Commissione (che ha tempo per esprimere il parere fino al 31 ottobre), chiede interventi più restrittivi.

“La Lombardia andrà avanti con determinazione in una battaglia culturale e d’avanguardia – ha detto il Presidente Ciocca – Le slot non sono la risposta giusta per sostenere la crisi del commercio, anche perché i costi sociali della ludopatia saremo sempre noi a pagarli. Dobbiamo insistere per avere maggiori limitazioni all’accesso alle sale slot, soprattutto per tutelare i più deboli e i giovani”.

 

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