VAFFAN GRILLO COMICO

Secondo Vaffan Grillo siamo rimasti all’8 settembre del 1943. I giovani che lo ascoltano magari, in buona fede, ci credono anche. Lui però nel 1943 non c’era e quindi non sa com’era la vita nel ’43, nel ’44, nel ’45 eccetera.. Ci fosse stato non direbbe – bisogna modernizzare il linguaggio adeguandolo al suo – simile colossale stronzata.

I casi sono due:

- O sa che si tratta di una simile stronzata e in tal caso si deve parlare di disonestà intellettuale.

- O non lo sa e allora dovrebbe andare a scuola con tanto di maglietta recante sul petto la scritta “ignorante” (non sa) e “presuntuoso” (crede di sapere).

Secondo Vaffan Grillo tutto è da sbatter via. Però, per evitare la facile e dimostrabilissima accusa che si tratta di una posizione definibile, anche questa, come grande stronzata, si salva in corner puntando il dito contro il Ministro Mastella reo di “leso-Grillo”. Ma come, dice, il Ministro di Grazia e Giustizia si abbassa a polemizzare con un comico! Voce dal sen fuggita. UN COMICO. Un comico che vuol fare il mattatore, che condisce alcune cose giuste, esasperandone la rappresentazione, con una serie di altre all’insegna della più sconcertante Masanielleria.

Sconcertante perché la platea è soprattutto di giovani che prendono sul serio il novello Giustiziere quello che è semplicemente – l’ha detto lui – un comico. Aggiungiamo noi: di successo. Ma sempre un comico. Un comico cui ricordare l’apologo di Apelle e il ciabattino, quello che tradotto nel nostro dialetto suona “ofelée fà el tò mestée”. Un comico che in tanti hanno preso troppo sul serio.

Amarilli

PS Chiunque goda dei diritti politici può candidarsi -lo hanno fatto persino Cucciolina e Toni Negri -, presentarsi alle elezioni, ottenere i voti, entrare in Parlamento. Lo faccia. Vada a dimostrare non solo di saper parlare, di essere uno show-men ma anche di agire. Dimostri che fra il suo dire e il suo fare non c’è affatto di mezzo il mare

Amarilli
Costume