Salvare la legge 328/2000 per riformare il Welfare

di Gianfranco Cucchi (x)

"SALVARE LA L. 328/2000 PER
RIFORMARE IL WELFARE".



Si tratta di un appello di operatori pubblici locali e di
operatori del welfare rivolto al Governo, alle Regioni, ai
Comuni e al Terzo Settore per rendere esigibili i diritti
dei cittadini.

Il futuro del Welfare nel nostro Paese dipende dalle
condizioni sociali e legislative che progressivamente si
manifestano: in questo quadro le politiche destinate a
combattere le nuove forme di povertà e di esclusione sociale
e tutelare e promuovere i diritti dei cittadini assumono
importanza essenziale.


DOCUMENTO DELLE ACLI DI SONDRIO
E NAZIONALI


Le ACLI a livello nazionale, con il coinvolgimento di
pressochè tutte le Segreteria provinciali in quattro
seminari a Roma e approfondimenti a livello locale per il
2003, hanno sviluppato un "PROGETTO DI SVILUPPO SOCIALE",
con particolare riferimento al "futuro Wlfare". Nell'ottica
di questo lavoro e delle numerose iniziative già attuate e
che seguiranno, si pubblica ora il presente documento.


UN APPELLO DI AMMINISTRATORI PUBBLICI LOCALI E DI OPERATORI
DEL WELFARE RIVOLTO AL GOVERNO, ALLE REGIONI, AI COMUNI E AL
TERZO SETTORE PER RENDERE ESIGIBIILI I DIRITTI DEI CITTADINI



Il futuro del Welfare nel nostro Paese dipende dalle
condizioni sociali e legislative che progressivamente si
manifestano: in questo quadro le politiche destinate a
combattere le nuove forme di povertà e di esclusione sociale
e tutelare e promuovere i diritti dei cittadini, assumono
importanza essenziale.

In questo contesto i contenuti della legge 328/2000, pur
conciliati con i processi di modifica della Costituzione per
la realizzazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali, costituiscono per le ACLI la base
indispensabile per assicurare equità di trattamenti,
omogeneità delle prestazioni e garanzie uniformi nella
costruzione del nuovo welfare. Per questo essi vanno
saldamente affermati anche rispetto alla legislazione
regionale.

In particolare vanno salvaguardati e rilanciati:

- il processo di effettiva integrazione sociale e sanitaria,
anche a seguito delle specifiche competenze che assumono i
Comuni nei confronti del diritto alla salute dei cittadini;

- le misure per combattere le povertà vecchie e nuove e
quelle per promuovere l’inclusione sociale;

- le politiche di sostegno alle responsabilità familiari, in
considerazione del ruolo centrale che la famiglia svolge
nella società;

- la partecipazione democratica nella programmazione e nella
gestione dei servizi.

L’attuazione del principio di sussidiarietà verticale e
orizzontale assume quindi valore strategico e in grado di
assicurare ai diversi livelli libertà di scelta con criteri
di equità, solidarietà, efficacia, efficienza ed economicità
attraverso l’esercizio costante della cittadinanza attiva.

Ciò richiede l’esercizio di una forte capacità di governo da
parte degli enti locali in grado di coniugare pluralità di
offerta e tutela degli interessi degli utenti nelle risposte
ai bisogni sociali che sempre più rischiano di seguire
deleterie logiche di semplice mercatizzazione.

In particolare diventa indispensabile che ciascuno faccia la
sua parte in una logica programmatoria, gestionale e
progettuale e quindi:

- che il Governo, a partire dalla normativa che regola i
livelli essenziali di assistenza, attui concretamente e
rapidamente i decreti attuativi che mancano per assicurare
uno sviluppo coerente della legge e che rimangono di
competenza dello Stato: ne sono stati emananti solo 4 degli
11 previsti dalla L.328/2000;

- che le Regioni si dotino degli strumenti legislativi
necessari per assicurare un coerente sviluppo della 328
evitando di utilizzare risorse economiche per finalità
distinte e diversificate; solo 10 Regioni infatti, a
distanza di 30 mesi, hanno promulgato la legislazione
attuativa e i relativi Piani sociali;

- che i Comuni si attivino coraggiosamente anche attraverso
le indispensabili forme consortili per attuare i relativi
Piani di Zona e in tal modo poter dare risposte puntuali ai
bisogni del territorio in termini di priorità, identità e
coesione sociale;

- che le organizzazioni della cooperazione,
dell’associazionismo e del volontariato assumano decisamente
il ruolo primario che la stessa legge loro riconosce per
contribuire ad assicurare ai cittadini e alle loro famiglie
qualità nelle prestazioni erogate, capacità progettuali e
cultura partecipativa.

Le ACLI sono consapevoli che tutto questo rappresenta
un’occasione significativa per rinsaldare un rinnovato e
credibile rapporto tra cittadini e istituzioni, tra
cittadinanza e politica.

Le ACLI invitano pertanto cittadini e formazioni sociali e
politiche ad accentuare nei loro giudizi e nei loro
programmi questa dinamicità nella costruzione del nuovo
welfare municipale e comunitario basata sulla partecipazione
e sulla responsabilità.

Le ACLI sottolineano infine che la famiglia, la non
autosufficienza delle persone anziane, l’infanzia, gli
immigrati e i rifugiati, rappresentano le vere emergenze
rispetto alle quali si misura proprio la capacità
programmatoria e gestionale dei Comuni, delle Province e
delle Regioni che pertanto va seguita e valutata con
particolare attenzione.

Gianfranco Cucchi

(x)




(x)
Presidente
provinciale ACLI


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Gianfranco Cucchi (x)
Costume