Parliamo di calcio (si fa per dire) e di arbitraggi. E PERCHE' LA FERRARI VA MALE. E DI COME RISOLVERE IL PROBLEMA DELLA SCALA

di Alberto Frizziero

CALCIO

Bella “la suggestione della metafora”, come la chiama lui, di
Ernesto Galigani su “La Provincia di oggi, idi di marzo 2005,
prima pagina e continuazione in 25°, titolo “Io milanista, stufo
degli errori sempre pro-Juve”.

Intanto una premessa sul suo finale quando riprende una
citazione famosa “Moriremo tutti democristiani”. Impossibile.
Impossibile infatti se il riferimento è ai democristiani “veri”,
quelli che ci han creduto e ci credono ancora e che per
testimoniare il loro orientamento non hanno incassato ma pagato
di tasca propria, in impegno e molte volte anche in soldi.


Dopo questa parentesi molto seria torniamo alla metafora.


Si dice che “Vox populi vox dei”. Non è detto che sia vero ma
intanto vale la pena di fare qualche riferimento a quel che si
dice nei bar, nelle piazze e in altri vari posti. Non quel che
dice l’esagitato tifoso del Milan che vede i bianconeri in veste
Banda Bassotti di Disneyana memoria. Non quel che dice lo
juventino che va a tirare fuori il torto subito (per la verità
ci pare l’unico in questo campionato…) qualche domenica fa. Ci
riferiamo a quel che dicono in tanti, da un lato disincantati e
dall’altro rassegnati.

- 1) Cominciamo da Carraro. Dopo il disastro dei
mondiali, con lui a Roma a giocare a golf quando in Corea si
preparavano i giochi poi pagati in particolare dall’Italia,
sarebbe stato non solo da destituire ma da aggiungere alla
destituzione l’esilio. Un referendum avrebbe avuto un esito
bulgaro, a suo favore probabilmente il suo voto e non è neanche
detto quello di tutti i suoi familiari per elementare senso del
pudore (calcistico). Pochi giorni fa l’hanno rimesso alla guida
della Federazione sia pure con la clausola che fra due anni se
ne andrà (vedremo se sarò così, o se per caso gli troveranno un
bel posto al sole, magari già pianificato, e di quelli da VIP).


Tornato Carraro alla Federazione. Alla Lega il fronte degli
oppositori non quaglia per cui Galliani resta trionfalmente in
sella. Tutto come prima. Abbozza persino la Roma. Il papà Sensi
non esce più con le sue sparate, in genere giustificate. Parla
la figlia e per il gol che han rubato alla Roma dolcemente
lamenta l’errore precisando però subito “commesso in buona fede
dall’arbitro”. Capita l’antifona, il Principe è più forte che
mai, prudenza suggerisce sudditanza al Palazzo. E se sudditanza
manifesta Sensi-figlia figurarsi tutti gli altri del mondo del
pallone.

- 2) Il Chievo è evidente che deve andare in B. In serie
A ha scosso troppo l’ambiente, ha cambiato i valori riportandone
qualcuno di quelli autentici mettando a parte un po’ di
mercantilismo. Ha turbato i sonni. C’è chi ricorda la regola
secondo cui gli errori arbitrali si compensano in un campionato.
E noi ricordiamo che ogni regola ha le sue eccezioni. Nel nostro
campionato due: una per i piccoli che devono uscire bastonati se
intralciano i percorsi stabiliti, e una per le grandi che devono
pensare a ben altro, come i bilanci, il nercato e quant’altro.
In fin dei conti con Trilussa alla fine tutto si compensa.
Grandi con vantaggi, piccoli con svantaggi. Vantaggi e svantaggi
si elidono: media perfetta.


Proseguiamo con una splendida dichiarazione del Presidente del
Chievo, mi pare Campedelli, che alla domanda capziosa di un
intervistatore se ritenesse “normale” quel che era appena
successo nella partita con la Juve, con grande senso dell’humor
e straordinaria efficacia, rispondeva imperturbabile e sereno
“Assolutamente normale”. Evidentemente sarebbe stato
tremendamente anormale se il gol fosse stato annullato alla Juve…
Bravissimo anche l’allenatore Beretta che ripetutamente
provocato per farlo esplodere invece seraficamente e
reiteratamente rispondeva solo “avete visto tutti, era gol”.

- 3) In terzo luogo sta scendendo dai piani alti sino alla
gente comune una sorta di consapevolezza sul misterioso ruolo
della Gea World
, la società dei rampolli di persone
illustri, fra i quali anche il deus-ex-machina della Juventus
Moggi. Qualcuno tenta di accreditare la cosa come leggende
metropolitane. Qualcun altro ritiene che se si è andata formando
una numerosa famiglia, - si parla di 200 fra allenatori e
giocatori di primo piano -, sotto e dentro l’ala protettrice di
Gea, diventa difficile pensare a un contro l’altro armato. E
siccome Internet sta arrivando anche al popolo non più “bue” ma
con orecchie attente avendo fatto proseliti lo spirito montanaro
del “scarpe grosse ma cervello fino”, basta su un motore di
ricerca scrivere Gea che ne vengono fuori di orbe. Vere o non
vere che siano, dato che il calcio non è cosa da pochi, una
replica di Gea ci vorrebbe. Ma no n c’é. Siamo infatti andati a
vedere il sito. Elegantissimo, bellissimo, accattivante,
salottiero, altolocato, per certi aspetti quel riservato che lo
fa apparire un po’ misterioso. Roba insomma da quartieri alti.

C’è la scelta “Gea World per gli atleti” e “Gea World per le
aziende”. Secondo cosa si sceglie vien fuori il menu. Il primo:
Patrimonio personale, Assistenza legale, amministrativa e
fiscale, Assicurazioni, Convenzioni, Day by day, Procure
sportive, Diritti di immagine.

Il secondo: Diritti televisivi e nuove tecnologie,
Organizzazione eventi, Trasferimento atleti, Gestione progetti
marketing, C’é tutto, salvo il solito primo punto di quasi tutti
i siti “Chi siamo”. E per saperne qualcosa ci sono state persino
interrogazioni parlamentari in Europa, fra cui una di Benedetto
Della Vedova, e alla Camera.


Ma cosa c’entra la Gea col campionato?

Niente nel modo più assoluto.

Niente se ci riferiamo a “GEA Progetto Salute”, che dal 1997
informa i consumatori dei gravi danni che il fumo provoca alla
salute. – sito: http://www.gea2000.org/ -). Niente se si tratta
di Geaweb (telecomunicazioni). Niente se è l’Associazione Gea
(psicanalisi). E neanche Gea slava. Men che meno vetGea (cani e
gatti). O Gea (electromagnética y la salud), o SitoGea (cavallo)
eccetera eccetera.

Se invece pensiamo a questa Gea World di cui nelle varie TV
tanti commentatori calcistici chiacchieroni e urlatori, che
pontificano su tutto, si guardano bene dal parl are, allora è
diverso. Quel popolo ex-bue di cui si diceva comincia ad alzare
le orecchie. S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra
risponde uno squillo… Il signor Conte uscirà allo scoperto?

FERRARI

Due disastri consecutivi per la Ferrari. Non appare credibile
che improvvisamente la Ferrari finisca nelle retrovie.

Facciamo un po' di fantapolitica sportiva. Il Mondiale dello
scorso anno, per dire le cose come van dette, faceva schifo. A
noi italiani andava bene ma fino a un certo punto. Corse
noiosissime, senza storia, per la micidiale superiorità delle
macchine di Maranello. Non é cosa che il mondo della F1,
soprattutto gli sponsor, possano accettare a lungo per evidenti
ragioni.

Se la Ferrari nei primi tre Gran Premi se ne sta nelle retrovie
e poi comincia a fare sul serio? Una specie di corsa ad
handicap.

Fra non molto vedremo se si tratta di fanta-politica sportiva o
di realistica politica sportiva.

SCALA

Quello che sta succedendo a Milano farà dire a mezzo mondo "i
soliti italiani" visto e considerato che la Scala resta uno dei
Templi della lirica mondiale (che poi sia proprio il primo come
qualcuno in questi giorni scrive magari c'é da discutere. E
comunque, come in borsa, il titolo oggi é comunque in forte
ribasso...).

Fontana-Muti, una sorta di match di cui si diceva da tempo. Di
Meli si parlava da tempo. Eccetera.

Oggi il pasticcio é stato completamente sfornato. Il
Sovrintendente a casa. Il subentrante - si dovrebbe dire il
successore ma oggi i dubbi sono a 360°) é lì non riconosciuto da
orchestra e dipendenti del Teatro che ce l'hanno anche con il
Direttore Muti, che proprio un modesto non é.

Per usare il termine giusto: "il casino più nero" tanto che il
CdA, dopo aver deliberato il va via a Fontana e il vieni dentro
a Meli ha dato mandato al Presidente Albertini di mediare in
coppia con il Prefetto.
La soluzione c'é. Bisogna nominare un'accoppiata nuova
Sovrintendente e Direttore Musicale. Tutti a casa i tre
contendenti, Fontana, Meli, Muti.

Per il primo incarico bisogna guardare ad oriente. Ci arriva
ormai di tutto e tra un po' arriveranno da Cina e India anche le
cose più sofisticate. Fa sensazione vedere tanta gente, anche
autorevole, che sostiene che per battere la concorrenza
orientale occorrono innovazione e ricerca. Queste sono cose che
debbono essere perseguite, certo, ma non bastano perché anche
gli orientali stanno battendo queste strade! Arriva paccottiglia
ma non solo quella.
E allora ecco la soluzione: nuovo Sovrintendente deve essere
un cinese.


Resta però il problema Muti. A casa Fontanam a casa Meli, a casa
anche lui. E' bravissimo, non c'é dubbio, ma non é il Padreterno
e in giro per il mondo qualcuno al suo livello c'é.
E allora ecco la soluzione: nuovo Direttore Musicale deve
essere un indiano.


Nel contratto l'obbligo di andare d'accordo pena il pagamento di
una penale di un miliardo di dollari.

Sindaco, e Presidente della Scala, Albertini: provvedi!
Alberto Frizziero


GdS 20 III 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
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