Il Paramento Europeo approva nuove norme sugli OGM, nonostante la pressione USA
Ulteriore passo in avanti per
i
consumatori: oggi il Parlamento Europeo ha adottato le
misure piu' rigide
sull'etichettatura degli OGM in chiave mondiale. Greenpeace
ha apprezzato il
gesto che costituisce un primo esempio di resistenza
dell'Unione Europea nei
confronti dell'intensa campagna globale del governo USA e
dell'industria
biotech per minare e abolire le restrizioni verso gli OGM.
Le nuove misure dell'Unione Europea danno ai consumatori il
diritto di
rifiutare cibi OGM. Tutti gli alimenti ed anche i mangimi
animali contenenti
o derivanti da OGM, oltre la soglia dello 0.9%, dovranno
essere chiaramente
etichettati, rendendo possibile ai produttori e ai
consumatori di continuare
ad evitare il loro utilizzo.
"Questo voto e' uno schiaffo all'amministrazione americana,
che sta usando
il WTO come arma per intimorire l'Europa e gli altri paesi
contrari agli
OGM. L'Unione Europea ha invece adottato una legge, che
consente al mercato
di identificare e quindi escludere gli OGM. Questa legge,
benche' ancora
insufficiente, costituisce un modello per Paesi come USA e
Canada, che
negano tale liberta' di scelta e informazione", afferma
Federica Ferrario
della campagna OGM di Greenpeace.
Greenpeace, nonostante il progresso che rappresenta la nuova
normativa,
sottolinea le gravi carenze ancora presenti, a cominciare
dai prodotti
derivati da animali nutriti con OGM, che ancora non sono
soggetti all'
obbligo di etichettatura. Greenpeace e' inoltre preoccupata
per il
compromesso raggiunto sulla cosiddetta questione della
"coesistenza": gli
Stati membri avranno il diritto di imporre a livello
nazionale misure
restrittive per assicurare che l'agricoltura convenzionale e
biologica non
venga contaminata da OGM, ma non saranno obbligati a farlo.
Greenpeace e' anche profondamente preoccupata dei continui
tentativi dell'
industria biotech di minare la legislazione dell'Unione
Europea e di creare
una strisciante contaminazione dei prodotti tradizionali e
biologici
attraverso i semi. Sebbene la ricerca mostri che e'
possibile garantire una
livello di contaminazione dei semi pari allo 0%, l'industria
biotech sta
spingendo per avere soglie piu' alte, nel tentativo di
minare le nuove
regole sull'etichettatura. Diventerebbe impossibile per gli
agricoltori
garantire che i propri raccolti non eccedano alla fine la
soglia dello 0,9%
per i prodotti alimentari, se venissero concesse soglie di
contaminazione
delle sementi diverse dallo zero.
Greenpeace fa appello agli Stati membri dell'Unione
affinche' forzino la
Commissione Europea a non permettere alcuna contaminazione
genetica nelle
sementi e proponga una legislazione legalmente vincolante,
concernente le
misure anti-contaminazione, rendendo i produttori
transgenici
finanziariamente responsabili per le potenziali perdite
economiche degli
agricoltori convenzionali e biologici, causate dalla
contaminazione
genetica.
"Prevenire la contaminazione genetica deve essere ora la
massima priorita'
per l'UE. Se non vengono adottate misure idonee per
proteggere i raccolti
tradizionali e biologici dalla contaminazione genetica, a
cominciare dalle
sementi, il nuovo sistema di etichettatura rischierebbe di
diventare inutile
nel giro di pochi anni, perche' sarebbe sempre piu'
difficile garantire
forniture non-OGM", ha aggiunto Federica Ferrario.
Greenpeace
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