L’Auditel uccide la televisione di qualità da Virgilio Caivano

da Virgilio Caivano

Il bisogno di una televisione e
più in generale di una comunicazione di qualità è ormai
fortemente richiesto dai cittadini italiani come ha dimostrato
il tour nazionale del Coordinamento dei Piccoli Comuni italiani
sulla buona comunicazione dei valori. La straordinaria
partecipazione di persone di ogni età alle iniziative del
Coordinamento dei piccoli comuni, deve far riflettere la
politica e la classe dirigente, sul diritto dei cittadini alla
conoscenza dei meccanismi che regolano la qualità ed il
gradimento dei programmi televisivi. Quesiti che sono stati
posti durante ogni riflessione pubblica in ogni parte d'Italia,
dalla Sicilia al Veneto. Uno dei quesiti ricorrenti è conoscere
il soggetto Auditel. Una società partecipata dalla Rai, Mediaset,
Telecom, per verificare il gradimento dei programmi da parte dei
telespettatori. Un conflitto d'interesse mostruoso, se questo
organismo deve verificare le programmazioni Rai, Mediaset e La7.
Controllori e controllati nello stesso tempo. Per non parlare
della raccolta e della gestione della pubblicità, affidata a
pochi soggetti che detengono un potere incredibile di vita e di
morte su tutti gli strumenti della comunicazione sociale. Una
condizione inaccettabile che fa dell'Italia un Paese a sovranità
limita per quanto concerne il diritto alla buona comunicazione
di qualità e dei valori.

A tutto questo la politica è chiamata a dare una doverosa
risposta ai cittadini utenti, soprattutto del servizio pubblico,
dove competenza, rigore e pulizia morale devono essere sempre al
primo posto. Nei programmi politici dei due schieramenti
maggiori purtroppo non c'è nulla in proposito, evidenziando una
difficoltà reale della politica di fronte a questi temi. La
gestione delle risorse pubblicitarie nelle mani di pochi,
rappresenta un grave danno per il pluralismo e soprattutto per
l'autonomia del sistema della comunicazione, determinando
l'uccisione di fatto della televisione di qualità e di grandi
orizzonti valoriali, invocata a gran voce dai cittadini
italiani. L'Auditel, se confermate queste condizioni, non
rappresenta un riferimento credibile, ma uno strumento perverso,
nelle mani di pochi, per determinare il futuro delle singole
programmazioni e della stessa sopravvivenza dei diversi organi
delle comunicazioni sociali. Un interrogativo inquietante che
necessita di una risposta efficace e credibile da parte della
politica, prima della consultazione elettorale e non più
rimandabile a data da destinarsi.
Virgilio Caivano



GdS 30 XII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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