Inquisizione e pregiudizi

Un approccio diverso

Ci voleva Paolo Mieli, per sfatare dalle pagine del Corriere della Sera la leggenda nera dell’inquisizione cattolica?

Non poteva provvedere la stessa Chiesa Cattolica?

Invece no; una dirigenza cattolica che pur di apparire moderna, conciliante, ecumenica e di sopravvivere ai sistematici attacchi anticlericali, non si è fatta scrupolo di screditare il suo passato.

Poco importa edulcorare l’infangamento degli uomini che hanno fatto la Chiesa, dietro la dizione politicamente corretta della purificazione della memoria. Suona davvero incredibile, come per ristabilire un barlume di verità storica, sia dovuto intervenire uno storico laico e non una personalità del mondo cattolico. A onor del vero, qualcuno ci ha provato, ma è stato immediatamente tacciato di revisionismo. E siamo davvero al paradosso! Verità storiche volutamente storpiate e travisate non solo dal solito anticlericalismo, ma quel che è inspiegabile, da molti cattolici. Ma allora diciamola tutta, ora che la querelle è aperta, la lista delle leggende nere è assurdamente e ingiustamente lunga.

Ci sarebbero intere pagine da riscrivere sui testi di storia che sono stati dati in pasto agli ignari italiani sui banchi di scuola.

Proviamo ad ascoltare uno studente o un cittadino qualsiasi, neppure il più “bacchettone” esprimerà giudizi positivi sulla Chiesa Cattolica del passato; solo livori, pregiudizi e ignoranza. E allora, tiriamole fuori tutte queste leggende nere, o metropolitane che dir si voglia e ristabiliamo una volta per tutte la Verità. Le
Crociate, non furono guerre di conquista e saccheggi, ma pellegrinaggi atti sia alla liberazione di terre precedentemente invase dall’Islam (Santo Sepolcro), sia missioni di evangelizzazione.

Il presunto “martire della scienza” o “apostolo della modernità” Giordano Bruno, non finì sul rogo per le sue idee scientifiche, ma per la sua visione del mondo impregnata di misticismo occultista e magico. In realtà, Bruno era un eretico a tutto tondo: non vi è dogma della fede cristiana che egli non abbia negato.

Stando a un'inchiesta dei Consiglio d'Europa tra gli studenti di scienze in tutti i Paesi della Comunità, quasi il 30 per cento è convinto che Galileo Galilei sia stato arso vivo dalla Chiesa sul rogo, e la quasi totalità (il 97 per cento) è comunque convinta che sia stato sottoposto a tortura. Palle cosmiche. Le sue argomentazioni scientifiche si basavano su dati del tutto errati. Ad appoggio della sua certezza che la Terra girasse attorno al Sole aveva portato un solo argomento. Ed era sbagliato. Sosteneva, infatti, che le maree erano dovute allo "scuotimento" delle acque provocato dal moto terrestre. Tesi risibile, alla quale i suoi giudici-colleghi ne opponevano un'altra che Galileo giudicava "da imbecilli": era, invece, quella giusta. L'alzarsi e l'abbassarsi dell'acqua dei mari, cioè, è dovuta all'attrazione della Luna. Altri argomenti sperimentali, verificabili, sulla centralità del Sole e sul moto terrestre, oltre a questa ragione fasulla, Galileo non seppe portare.

Torture? carceri dell'Inquisizione? addirittura rogo? Anche qui, gli studenti europei del sondaggio avrebbero qualche sorpresa. Galileo non fece un solo giorno di carcere, né fu sottoposto ad alcuna violenza fisica. Anzi, convocato a Roma per il processo, si sistemò (a spese e cura della Santa Sede), in un alloggio di cinque stanze con vista sui giardini vaticani e cameriere personale.

Per concludere, la leggenda nera sulla scomparsa delle civiltà Maya ed Atzeca attribuita, a detta dei detrattori, ai “conquistatori” cattolici spagnoli per fini imperialisti. Anche se qualche abuso operato da singoli mercenari è innegabile, in realtà la causa della decimazione degli indios fu imputabile al loro sistema immunitario non in grado di difendersi da patologie sconosciute importate dal vecchio continente.

Cristoforo Colombo, contrariamente a come è stato dipinto, era uomo di grande fede, profondamente attaccato alle proprie convinzioni, compenetrato di religiosità, accanito nel difendere e nell’esaltare il cristianesimo ovunque, nel promuovere una riconquista o una conquista contro i nemici di Dio, gli infedeli o i pagani. Per lui e chi lo accompagnò nell’impresa, il viaggio, la peregrinazione, rimaneva, come ai tempi eroici dell’evangelizzazione dell’Europa, la virtù dei campioni di Dio, di coloro che abbandonano tutto per il suo servizio. Altro che veniali colonizzatori! D’innanzi a falsità storica e memorie corte, giova ricordare le parole di Giovanni Paolo II: “Una società che dimentica il proprio passato è esposta al rischio di non riuscire a far fronte al proprio presente e, peggio ancora, di diventare vittima del proprio futuro!" (7 novembre 2003).

Ma come disse Einstein: ”E’ più facile rompere un atomo che un pregiudizio”.
Gianni Toffali


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Gianni Toffali
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