Indagine Dash: 1) Macché “DESPERATE HOUSEWIVES”. Le italiane, , si scoprono felici
Indagine Dash: casalinga o lavoratrice l’83,5% si dichiara
contenta della propria vita, tra desiderio d’indipendenza e
necessità di dipendenza affettiva
Casalinghe disperate? Macché. Le donne italiane, siano esse
casalinghe o lavoratrici, affermano di essere felici.
Riappropriandosi, orgogliose, del proprio ruolo di mater
familias, prima ancora di essere donne in carriera. Con un
occhio sempre attento al bon ton e al glamour, i nuovi desideri
quotidiani che rappresentano il carattere femminile
contemporaneo.
E’ quanto emerge dall’indagine “Panni, amore e fantasia. Le
italiane … casalinghe disperate?” realizzata per Dash, in
occasione del lancio del nuovo Dash Liquido in 5 varianti e
della sponsorizzazione del serial già di culto “Desperate
Housewives” in onda su Rai 2, dal Future Concept Lab
intervistando nel mese di settembre un campione di circa 1.000
donne italiane, rappresentativo della popolazione italiana, di
età compresa tra i 25 e i 64 anni e composto in parte da
casalinghe (42%) e in parte lavoratrici (58%).
L’indagine è stata illustrata oggi a Milano nel corso di una
conferenza stampa organizzata da Procter & Gamble, da una
“casalinga” eccellente, Luciana Littizzetto, testimonial del
nuovo spot per Dash Liquido, degna rappresentante dell’esercito
di donne italiane che dichiarano, per l’83,5% dei casi, di
essere felici nella propria vita quotidiana. “Ma senza
specificare che l’affermazione era riferita alla parte notturna
della giornata!” commenta Luciana Littizzetto.
Diversamente da quanto accade nel serial tv alle bellissime
casalinghe d’oltreoceano, dall’indagine emerge dunque un’Italia
al femminile che sorride alla vita, nonostante le incombenze
quotidiane. L’83,5 afferma di essere “felice” e il 19% si spinge
a dire di “esserlo molto”. In particolare della propria vita
sentimentale e di coppia (43,7%), decisamente meno della propria
condizione lavorativa (26,7%) Perché? Semplice: nonostante la
fatica delle incombenze quotidiane, tutto sommato cucinare
diverte (per il 40% circa del campione), avere cura della casa
dà soddisfazione (33%), perché amano la propria casa e cercano
di renderla accogliente con fantasia (50%), perché trovano
piacere nel seguire la moda (38%), senza per questo essere
fashion victims, non potendo permettersi di acquistare per ogni
stagione qualcosa di nuovo, attente più che mai al budget
familiare di cui sono oculate responsabili.
Un ritorno al passato, stile anni ‘50, al ruolo di angelo del
focolare? Nulla di più lontano dalla realtà. La conquista di
un’autonomia di reddito e dunque la grande partecipazione delle
donne al mercato del lavoro ha determinato nuovi equilibri
all’interno della famiglia, ma anche nuovi desideri, sia sul
piano personale della propria identità, sia sul piano
dell’armonia più generale. Lavorare fuori casa per le donne non
si riduce ad una semplice scelta economica, il contributo di un
membro della famiglia al reddito familiare complessivo, ma entra
piuttosto nei meccanismi della soddisfazione personale. La
realizzazione di sé si raggiunge perciò attraverso il lavoro
(62% del campione è d’accordo), ma senza rinunciare ai figli
(solo il 4% anteporrebbe la carriera alla maternità), con la
voglia di potersi trovare a tavola tutti assieme, genitori e
figli (87,7%).
Parallelamente, la professione di casalinga, non è più guardata
dalle italiane come un ripiego o, peggio, un insulto alla loro
intelligenza. Un esercito di 5.123.000 donne di età compresa tra
i 25 e i 64 anni (fonte: Istat, censimento 2001) la considera,
secondo l’indagine, una condizione ad alto contenuto valoriale
(“è una scelta consapevole quando non si vuole perdere il valore
della famiglia” per il 44,3%). “In questo momento i nuovi
comportamenti femminili indicano la strada del cambiamento per
tutta la società italiana. Le donne ci insegnano che la felicità
non è un dono, ma una conquista, una sfida sul territorio della
vita quotidiana”, commenta Francesco Morace, Presidente Future
Concept Lab.
In questo primo scorcio di terzo millennio, tanto simile nei
gusti e negli stili al neo-romanticismo degli anni ’80, insomma,
si staglia all’orizzonte una rinnovata voglia di femminilità,
che si traduce nel desiderio di riappropriarsi di atteggiamenti
e passioni abbandonati o repressi. Tra i valori prioritari nella
vita quotidiana, appaiono dall’indagine il riconoscimento
affettivo (percepire vero affetto intorno a sé: 76,8%), il
desiderio di essere stimata (74,5%), mentre la rincorsa al
successo (preferito dal 7,7%) o il lusso indistinto sono lontani
dai valori delle donne italiane.
Da Wisteria Lane al Belpaese: le italiane si sentono
sperimentatrici romantiche come Susan. E poi Altruiste e vitali
come Lynette, mentre rifuggono da individualismo e ambizione.
5 personaggi per 5 profili della donna italiana di oggi:
neo-romantiche e madri di famiglia, prima che donne in carriera,
dunque. Ma come si possono veramente definire le italiane oggi?
Altruiste, ma sempre determinate, mai succubi delle sirene del
facile successo, le donne italiane contemporanee dimostrano di
avere raggiunto tutti gli obiettivi, culturali ed economici,
conditio sine qua non per riappropriarsi della propria
femminilità, consapevoli delle proprie capacità e delle proprie
responsabilità. Dopo aver abbandonato il focolare domestico per
raggiungere le alte vette della scolarizzazione e del lavoro, le
italiane oggi, hanno tutte le carte in regola per poter
scegliere serenamente l’indirizzo della propria vita. Sempre più
in nome della famiglia.
L’indagine condotta per Dash da Future Concept Lab ha stilato
cinque profili femminili, idealmente interpretativi dei cinque
caratteri delle protagoniste di “Desperate Housewives”,
chiedendo al campione intervistato di votare il preferito in
base al ricordo spontaneo del personaggio, il livello di
simpatia e il grado di rappresentatività delle donne italiane
che il singolo personaggio incarna.
Al primo posto, con il 29,8% delle preferenze, si è piazzata
Susan Mayer, la protagonista di “Desperate Housewives” che vive
con la figlia adolescente, sensibile e delicata, che non
trascura le buone maniere, anche nell’invitare a cena
l’idraulico. Rappresentante dell’idealtipo “sperimentatrice
romantica”, Susan incarna perfettamente la donna (in modo
trasversale in tutta Italia e sulle diverse fasce di età, con
picchi nella fascia di età delle 45-64enni) che ha quale
obiettivo primario il potersi realizzare senza ambire a un
successo ostentativo, intimista e generosa con gli altri.
Al secondo posto (22,7%) troviamo Lynette Scavo, mamma di 4
figli, “altruista determinata”, rappresentante di quel folto
gruppo di donne di carattere, specie trenta/quarantenni, in
prevalenza residenti al nord est, che hanno come desiderio
prioritario quello di avere più amicizie e sentire che gli altri
le vogliono bene.
Al terzo posto (21,3%) è Bree Van De Kamp, la “perfezionista
radicale”: sempre perfettamente in ordine, con la sua tensione
quasi maniacale alla cura, affettiva ed effettiva. E’ la
portabandiera di quelle 35-44enni, specie casalinghe o
lavoratrici part-time che vivono in provincia specialmente nel
nord ovest, il cui investimento affettivo e fisico ha un
principio guida prioritario: quello di sentire di aver fatto il
proprio dovere, come moglie e madre, soprattutto.
Al quarto posto (17,75%) troviamo Gabriele Solis, “materialista
esuberante”, simbolo di sensualità vitale. Rappresenta
prevalentemente giovani donne (28/30 anni), non casalinghe, che
esprimono il loro carattere attraverso l’esuberanza e la
vitalità, amano l’avventura e non indugiano sulle formalità di
impronta borghese. Il segnale debole, insomma, di una nuova
generazione che caratterizzerà i prossimi 10-20 anni a venire.
Solo l’8,5% si identifica infine in Edie Britt,
“l’individualista esplorativa”, bionda e single che con la sua
esuberanza, fisica e relazionale, non guarda in faccia a nessuno
per raggiungere un suo personale successo, anche seduttivo. Più
aspirazionale che reale, il profilo trova maggiore
rappresentatività nelle donne del sud Italia, casalinghe e di
età avanzata (over 45).
Desperate Housewives un successo “al femminile”
Arrivate e consapevoli delle proprie scelte insomma, le donne
italiane guardano con disincanto e con un sorriso sereno le
avventure delle protagoniste di Wisteria Lane, come dimostrano
anche i profili dei dati di ascolto di “Desperate Housewives”.
Le prime due puntate (dati Auditel elaborati da Starcom), dove
la stragrande maggioranza si è attestata tra le 45-54enni (i.a.
pari a 142), laureate (i.a. pari 127) e appartenenti alla nuova
classe socio-economica AA, ad alta scolarizzazione e alto
reddito (i.a. pari a127). Un ascolto di qualità per la rete più
giovane del servizio pubblico.
“Far parlare le donne italiane è da sempre la cifra comunicativa
che caratterizza la comunicazione di Dash” – ha commentato Elena
Valbonesi, Direttore Marketing Procter & Gamble – “La nuova
campagna di lancio di Dash Liquido, che vede come testimonial
Luciana Littizzetto e fa leva sull’associazione con Desperate
Housewives, costituisce un’occasione preziosa per ascoltare e
dialogare con le donne italiane e calare i personaggi di questa
serie di successo nella realtà femminile italiana di oggi”.
Per informazioni:
Procter&Gamble Peliti Associati
Renato Sciarrillo Vittoria Castagna – Claudia Trillo
Tel. 06 50972970 Tel. 02 20480015
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Claudia Trillo
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