Halloween non appartiene alla nostra tradizioNE

   La discoteca può
servire - Un Halloween in discoteca... diverso dagli altri -

                         
Ma cosa c'entra Halloween con la nostra tradizione?


LA DISCOTECA PUO' SERVIRE


Ci scrive Carlo Climati: "In questi giorni si parla tanto di
Halloween, di zucche, di feste in discoteca all'insegna di
mostri e vampiri... Io vorrei proporvi un invito ad una festa di
Halloween un po' diversa dalle altre, organizzata da un
sacerdote romano e dal suo gruppo di giovani, da tempo impegnati
nell'aiuto ai ragazzi in difficoltà. Credo che sia una bella
iniziativa, che dimostra come la discoteca non sia un luogo
necessariamente negativo, ma può essere utilizzato per aiutare i
ragazzi a riflettere, anche divertendosi".

Proponiamo questo modo diverso per passare una serata.
Direttamente ai nostri lettori di Roma, in primis ai
convalligiani dei "Valtellinesi di Roma". Non andrà magari il
Presidentissimo Marchettini o altri della nostra generazione, ma
ci sono tanti loro ragazzi in giro...

Indirettamente a tutti al di là dell'occasione contingente per
una proposta che potrebbe anche essere ripresa o almeno
costituire uno spunto per iniziative ugualmente positive.

UN
HALLOWEEN IN DISCOTECA... DIVERSO DAGLI ALTRI


Giovedi' 31 ottobre, a Roma, nella discoteca Belladonna (Via
Tuscolana

695), dalle ore 20,30 a mezzanotte, si terrà una festa per
vivere la notte

di Halloween in un modo un po' diverso dagli altri.

Come in una normale serata in discoteca, sarà possibile ballare
e divertirsi.

Ma alle ore 22 la musica si fermerà per dare spazio ad una
testimonianza

di Carlo Climati, scrittore, e a quella di Frate Carmine,
giovane

francescano, che parleranno dei rischi legati alle pratiche
dell'occultismo

e del satanismo.

Dopo le testimonianze, che dureranno circa dieci minuti, si
tornerà a

ballare.

Lo scopo dell'iniziativa é quello di offrire ai ragazzi un
forte messaggio

di speranza, spiegando che e' possibile uscire da esperienze
negative come

quelle dell'esoterismo e ritrovare una strada nuova.

Sarà una festa come tutte le altre, ma senza bevande alcoliche.

Si concluderà a mezzanotte, con un momento di preghiera.

L'iniziativa e' di un sacerdote romano, Don Giovanni
Carpentieri, e del suo

gruppo di giovani.

L'obiettivo e' quello di rivolgersi ai ragazzi, anche lontani
dalla Chiesa,

per vivere la notte di Halloween in un modo diverso, riflettendo
su

argomenti di attualità ed offrendo un messaggio in favore della
Vita.

L'ingresso alla festa costa 5 Euro e 20 (consumazione inclusa).

L'incasso sarà interamente utilizzato per le iniziative di
solidarietà di

Don Giovanni Carpentieri e dei suoi giovani, che da tempo sono
impegnati

nel volontariato e nell'aiuto ai ragazzi in difficoltà.

Anche la discoteca, se usata in modo positivo, può essere uno
strumento

valido per dialogare con i giovani e proporre loro un messaggio
diverso,

all'insegna della speranza.

Per informazioni: 338 1863803 (Don Giovanni Carpentieri) 328
1093718

(Simona Vasallucci).

COSA
C'ENTRA HALLOWEEN CON LA NOSTRA TRADIZIONE?


L'occasione serve per portare in superficie un commento che
molti stanno facendo nel vedere in negozi o supermercati un
armamentario pronto per la notte di fine ottobre.

Dai Celti agli Inglesi, agli Americani Samhain, ovvero la festa
di fine d'anno di un paio di migliaia di anni fa, forse anche di
più, oggi Halloween. Notte di tregenda quella tra il 31 ottobre
e il 1 novembre, giorno negli States "All Hallows Day". Una
specie di "Una notte sul Monte Calvo" con streghe, fantasmi e
quant'altro, magari partendo dalla semplice zucca intagliata a
mo' di teschio e vuotata all'interno per porvi una fiammella,
oggi una pila.

Una "ricorrenza" che fino a qualche anno fa era conosciuta da
noi solo attraverso Topolino o qualche film americano.

Ci ha poi pensato il consumismo ad amplificare facilitato da una
americanizzazione strisciante che non é positiva, così come non
sarebbe (forse un po' meglio...) positiva una "italianizzazione"
degli States.

Ma cosa c'entra questa festa con la nostra tradizione? E abbiamo
proprio bisogno di far festa con, in un certo senso, il gusto
del macabro?
***


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