Epatite C – Maglia nera per l’Italia

Riceviamo e pubblichiamo:

Il Comitato EpaC, associazione onlus no-profit,
si impegna da anni nella figura del suo Presidente Ivan Gardini
nell’informare la gente sul virus dell’epatite C.

Associazione nata da un gruppo di due persone, ad oggi conta più
di 21.000 iscritti alla newsletter mensile, e con il supporto di
noti medici e con l’aiuto di altri collaboratori in tutta Italia
le sue attività spaziano dall’informazione nelle scuole alle
comunità, dalla presenza costante ai convegni all’informazione
tramite depliant informativi in molte strutture sanitarie, dagli
spot in tv agli spot radiofonici, dal supporto psicologico
tramite una mailing list per i pazienti in terapia
all’informazione scientifica recapitata via e-mail agli
associati e centinaia di medici, dalla realizzazione di due
libri alla realizzazione di una VHS con le interviste agli
specialisti, ecc.

L’epatite C è asintomatica ed è stato identificato per la prima
volta nel 1989.

Nel 1990 è stato reso disponibile il primo test per identificare
nel sangue gli anticorpi indotti dal virus che provoca l’epatite
di tipo “C”.

L'epatite C interessa nel mondo circa 200 milioni di persone,
mentre in Italia gli anticorpi anti-HCV sono presenti nel 3,2%
della popolazione generale, corrispondente a circa 1.800.000
persone infette. Poiché la patologia da HCV cronicizza in oltre
il 70% dei casi e dal 20 al 40% dei pazienti vanno incontro nel
tempo a cirrosi epatica, si comprende l'entità del problema.
Questo è ulteriormente aggravato dalla considerazione della
possibile evoluzione della cirrosi in epatocarcinoma (tumore del
fegato).

E’ da dire che al Centro-Sud l’incidenza dell’epatite C sale
vertiginosamente fino ad una media della popolazione tra il
8-12%.

Le nuove infezioni sono attualmente diminuite ma nell'ipotesi
più ottimistica ogni anno si verificano circa 1000 nuovi casi di
epatite da virus C .

I gruppi a rischio sono chi ha ricevuto trasfusioni di sangue o
emoderivati prima del 1990, la siringa di vetro usata fino ai
primi anni ottanta, chi si è sottoposto a tatuaggi o body
piercing, chi si è punto con siringhe infette, emofilici,
dializzati, chi ha fatto o fa uso di droghe per via endovenosa,
gli operatori sanitari che sono a contatto con persone a
rischio, il contagio attraverso rapporti sessuali è raro e può
aver luogo solo in presenza di contatto ematico.

Al momento non esiste vaccino per il virus dell’epatite C, ma
solo per l’epatite B, infatti le due malattie vengono confuse
spesso.

Attualmente la terapia si concentra su due farmaci,
l’interferone peghilato somministrato settimanalmente e la
ribavirina.

Chi si riscontra nelle categorie a rischio citate può chiedere
di effettuare il Marker (anticorpi anti-HCV), che può essere
prescritto dal medico di base, ricordando che avere le
transaminasi nella norma non esclude la presenza del virus
dell’epatite C, solo il test può togliere ogni dubbio.
Massimiliano Conforti
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Delegato Comitato EpaC

Per maggiori informazioni sulla patologia, sui centri di cura, e
sui diritti del malato di epatite C : www.epac.it.


GdS 30 I 2005 - www.gazzettadisondrio.it

Massimiliano Conforti (x)
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