COSTUME: SUORA DI CHIAVENNA - FATTI DI GENOVA

IL PENSIERO DELLA GENTE: Il processo per l'assassinio della suora di Chiavenna - I fatti di Genova


Si parla spesso di "opinione pubblica", soprattutto per fatti che assumono, per un motivo o per l'altro, grande rilievo. Ma cos'è questa "opinione pubblica"? Spesso si tratta dell'opinione non tanto della gente quanto dei commentatori dei mass-media.

LA DIFFUSIONE. In un Paese con 57 milioni di abitanti la diffusione complessiva dei quotidiani è circa il 10%. A fronte della situazione di altri Paesi ove c'è qualche giornale con diffusione di milioni di copie, in Italia il maggiore giornale, il "Corriere della Sera", supera di poco le 700.000 copie, precedendo di poco "La Repubblica". Si scende poi a circa 400.000 copie per altri tre giornali, due sono tra le 200 e le 300.000 copie, tre fra le 100 e le 200.000, dodici fra 50.000 e 100.000.

Andando ad esaminare il numero di lettori più della metà degli italiani non legge quotidiani.

GLI EDITORI. Un secondo aspetto riguarda gli editori. In Italia gli Editori puri si può dire che siano una minoranza. Questi hanno "istituzionalmente" come obiettivo il far quadrare i conti, con adeguata diffusione e solidità economica, il che vuol dire copie vendute e pubblicità acquisita (la quale va, se non vi sono ragioni estranee, nella direzione che assicura il maggior ritorno all'investimento pubblicitario).

LA GENTE COMUNE. Con questa premesse facile concludere che non sempre la conclamata "opinione pubblica", frutto del pensiero dei commentatori, corrisponda pienamente a quello che in realtà pensa la gente comune, o, meglio, qual'è il pensiero prevalente della gente comune. 

Analizziamo, in questa logica, due fatti rilevanti di quest'estate: la condanna per l'assassinio della suora di Chiavenna e i fatti di Genova.


IL PROCESSO PER L'ASSASSINIO DELLA SUORA DI CHIAVENNA. 

Il parere non prevalente ma largamente prevalente della gente comune è di una certa delusione per l'esito, sia per il proscioglimento, con affidamento triennale ad una comunità protetta, di Ambra in quanto definita "incapace di intendere e volere al momento della barbarie" come per la condanna a otto anni delle altre sue degne compari, anzi comari.

Che fosse in preda a follia o pazzia (questo è l'incapacità di intendere e volere), al momento dell'efferato delitto, nel tempo precedente dedicato alla preparazione e in quello successivo volto a mimetizzarsi per evitare che le indagini prendessero il verso giusto è considerata una storiella, tragica ma fantascientifica, alla faccia di una perizia tecnica di credibilità, per la gente comune, prossima allo zero.

Che otto anni siano pochi è pure opinione largamente diffusa, con l'aggravante che è pure opinione diffusa che nessuno sconti fino in fondo la condanna che gli è stata comminata,dato che si comincia con i permessi, poi il lavoro esterno e infine tutti o quasi hanno sempre una "buona condotta" in carcere tale da meritare lo sconto, quello sconto che non hanno le vittime dei reati.

Opinione non prevalente ma pure da riferirsi è anche quella che è difficile pensare che il "satanismo" delle tre ragazze sia stato il frutto di una loro esclusiva progettualità malefica, che cioè in qualche misura non vi sia stata anche qualche spinta esterna e in ogni caso non vi sia stato da chi le tre ragazze frequentavano un minimo di avvertimento della strada che stavano prendendo e, in tal caso, un freno.

Opinione minoritaria ma pure da riferirsi quella che in ogni caso, finiti i tre anni in comunità della, in base alla sentenza, "matta", e finiti quelli che dovrebbero essere otto anni, e saranno molti di meno, delle altre due, verrà la vera condanna, quella della gente per la maggior parte della quale continueranno ad essere le barbare ed efferate assassine di Suor Maria Laura ovunque decidano di andare a vivere, salvo che in Papuasia o qualche altra parimenti romita località. In Valchiavenna potrebbero tornare solo a carnevale perché in quel tempo è consentita la maschera, magari di Frankestein o altro simile personaggio.

Opinione generale infine, anche di persone agnostiche, che Suor Maria Laura merita l'onore degli altari, così come altra luminosa figura della Diocesi, accomunata a Suor Maria Laura nella morte tragica subita, Don
Beretta..


I FATTI DI GENOVA. 

Il fatto più éclatante dei fatti di Genova, quello che continua a tenere banco, è il comportamento della Polizia, in particolare per l'irruzione nella scuola.

C'è stato un morto, fatto comunque doloroso, ma in pochi giorni questo episodio è scomparso dalle cronache. Un noto giornalista, non certo di simpatie poliste, ha sintetizzato la situazione dicendo che un carabiniere aveva sparato non volendo diventare una medaglia d'oro alla memoria. E' stata determinante la stessa, civilissima ed ammirevole, posizione del padre di Carlo Giuliani che ha avuto, nel dolore, il coraggio di dire che non condivideva quello che stava facendo suo figlio che era sì pervaso da un anelito di giustizia ma lo esprimeva nel modo sbagliato.

La "pubblica opinione" e l'opinione largamente diffusa nella gente comune questa volta hanno coinciso. Del resto gli stessi sondaggi di opinione hanno dato conferma. Qualcuno si è chiesto però cosa sarebbe successo se non ci fosse stata la documentazione televisiva di come sono andate le cose…

La gente comune, in modo prevalente, ha certamente deprecato alcuni eccessi nell'azione di repressione della Polizia, ma appare diffuso - non possiamo stabilire quanto, ma in ogni caso in modo consistente - un disagio per questo capovolgimento di situazione. 

PUBBLICA OPINIONE: L'OPPOSTO RISPETTO ALLA GENTE COMUNE. Nel quadro che viene proposto dai mass-media di fatto emerge questa posizione della cosiddetta pubblica opinione: "la violenza va sì condannata, però la Polizia… E via quindi con quello che di fatto appare una sorta di processo, nodo centrale di tutta la questione. 

Nella gente comune la posizione è esattamente opposta: "gli eccessi della Polizia vanno condannati, ma il punto centrale debbono restare i violenti". Qualcuno ha ricordato che chi nel corteo era meglio organizzato, addirittura un Centro Sociale, ha respinto duramente con il proprio servizio d'ordine le tute nere che volevano infiltrarsi. Si dice: "l'avesse fatto anche Agnoletto" (personaggio che risulta nella considerazione dei più un poveraccio alle prese con problemi più grandi di lui che aveva la presunzione di essere in grado di gestire. Abbiamo tradotto con molta benevolenza l'opinione corrente, ma ci è venuta in mente la favola di Esopo della rana e del bue…

UN COMMENTO. La violenza non può avere attenuanti, scuse e quant'altri. Si tratti del G8, di una partita di calcio, di qualsiasi altra occasione con i violenti bisogna essere rigorosissimi. La prima cosa che ci sarebbe da fare è una legge che fissi processi per direttissima e pene pesanti per chi si presenta mascherato in pubblico, con raddoppio di tale pene se l'interessato ha con sé armi anche improprie; con ulteriore raddoppio se queste armi ha usato, ferme restando naturalmente le pene per altri eventuali reati commessi.

Non ci sono vie di mezzo con i violenti. Chi arriva per fare la guerra deve trovare di fronte non l'Esercito della Salvezza con le sue prediche, non gli esortatori di professione, non gli avvocati Azzeccagarbugli - con laurea in legge o con carica politica - pronti a disquisire con i loro se e ma, ma professionisti al servizio dei cittadini e dello Stato che usino strumenti di guerra. Non parliamo di armi. La tecnologia offre non soltanto i gas lacrimogeni, che poi vanno a danno anche di inermi cittadini, ma anche sistemi più sofisticati. Per evitare, o quantomeno ridurre, gli effetti della violenza, per proteggere la gente, infine per arrestare questi violenti onde la Giustizia, e per direttissima, possa offrire loro un giusto processo in cui, accertate le responsabilità, vengano comminate esemplari condanne.

Un'aggiunta finale sulle critiche tedesche. Da quale pulpito! Varrebbe la penna di ricordare quello che si diceva un po' di anni fa a proposito dei terroristi della Bader-Meinhof morti in carcere, e cioè che erano stati ben suicidati. Ma, stando ad oggi, vale la penna di ricordare all'ineffabile Ministro tedesco così prodigo nelle critiche non solo quale metodo usi la Polizia tedesca, non proprio il pugno leggero, ma anche che il nerbo principale delle tute nere era guarda caso formato dai suoi connazionali che la scuola della violenza non l'hanno frequentata in Italia ma lassù.

GdS - agosto 2001

OC-GdS8: Attenzione ai ciclisti e ai motociclisti. Non è detto che continuino ad andare diritti. Possono anche sbandare verso il centro della strada. Non superiamoli pulendo loro la polvere da tanto vicini che passiamo.

 

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