Cos'é SUCCESSO ALL'E-COMMERCE?

Dopo la crisi, si corre al carrello

Tra i siti di e-commerce prevale l’ottimismo. Non sfrenato e
drogato come quello di alcuni anni fa. Sembra che le vendite,
anche se timidamente, stiano aumentando. Il dato emerge da
un’indagine condotta da ClubPMI su un campione di 300 e-shop. Le
buone notizie non finiscono qui. Si è evoluto il consumatore nei
suoi acquisti, ma soprattutto nasce una nuova figura
professionale: il commerciante on line. Attento alle strategie
di web marketing, ai mezzi di fidelizzazione, alle esigenze del
cliente.

Cosa è successo all’e-commerce?

E’ arrivato finalmente, se non
il periodo delle vacche grasse, quello del bicchiere mezzo
pieno. Difatti anche se, dall’indagine condotta da
www.clubpmi.it su 300 e-shop medio-piccoli, non sono saltati
fuori dei nuovi Jeff Bezos (Amazon.com), fa capolino tra gli
operatori un deciso ottimismo (76%). Non a caso sono risalite
(26%) le nuove aperture di siti di e-commerce dras ticamente
ridotte negli anni bui 2001/2002. All’aumento ha sicuramente
contribuito l’espansione massiccia di internet e l’ingresso di
nuovi potenziali clienti (ormai siamo arrivati a 14 milioni).

“Prima o poi dovranno comprare!” affermano un po’ tutti gli
operatori. A ragione, considerando che un altro dato emerso
dall’indagine è quello della fiducia. Sembra che il tempo abbia
giocato a favore delle transazioni on line e la parte del leone
la fa proprio la carta di credito. Il cliente non ha più paura e
definisce ormai questo mezzo di pagamento molto sicuro (54%).

La novità non arriva dal cliente ma da chi ha scelto di vendere
on line piuttosto che su strada. Chi è? Cosa vende? Come ha
successo? Malgrado il sud rimanga il fanalino di coda con il 24%
dei casi (Bari 3.5%, Napoli 4,8% Palermo 1,4%), Roma emerge con
l‘11% dietro Milano con il 15%.

Dall’indagine poi risulta che il numero più consistente di
negozi on line vende alimentari (20%). Ma saremmo lontani se
raffigurassimo colui che vende su internet salami, vino e
formaggi come il classico norcino con la penna sull’orecchio.
Ormai si è evoluto. Non sa riconoscere solo la qualità e la
stagionatura di un prodotto ma entra, con altrettanta
competenza, nel merito delle sue strategie di web marketing, dei
motori di ricerca, delle statistiche e dei rapporti di
conversione tra utenti passivi e attivi.

Un dato sorprendente

Dal questionario e dalle successive richieste di informazioni
anche verbali che hanno completato la nostra indagine è emerso
un dato sorprendente.

A differenza dei pionieri che qualche anno
fa realizzavano il loro sito di e-commerce con idee confuse, con
molti sogni e pensando che era sufficiente avere i loro prodotti
su internet per venderli, oggi chi opera on line ha cambiato
registro. I sogni sono spariti e al loro posto si è sostituita
una sana visione commerciale dell’attività.

Chi ha successo (il 43% del campione come nel caso di
volendo.com, wineshop.it, knolljunior.com, prontospesa.it,
italiasalute.it, che in media ogni mese hanno un indice di
acquisto dell’1,5%) utilizza per il 93% il posizionamento nei
motori di ricerca, 96% newsletter, 92% contenuti editoriali, 70%
email marketing, link popularity, viral marketing, web marketing
a fronte di percentuali più basse per i restanti casi
(posizionamento 52%, newsletter 18%, contenuti editoriali 19%,
email marketing 25%).

Così questi mezzi sono entrati in diversa misura nel bagaglio di
conoscenze di una nuova figura professionale “il commerciante on
line”. Per intenderci quello tosto, da far invidia (si fa per
dire) al programmatore che sta sul computer 16 ore al giorno.

Da buoni commercianti hanno cominciato a capire che solo facendo
attenzione a cosa vuole il cliente, al suo comportamento, come e
dove cercarlo, al modo in cui fidelizzarlo è possibile vendere
su internet. Soprattutto il negozio on line bisogna seguirlo,
lavorarci e faticarci come in quello tradizionale. Insomma, che
dire, abbiamo scoperto l’acqua calda. O meglio quello che poteva
suggerire il buon senso: con internet non si vive di rendita.


G. Cervelli



GdS 30 IV 2004 - www.gazzettadisondrio.it

G. Cervelli
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