)
1) Piccoli Comuni
Il modello sociale del piccolo comune che una logica perversa
dei grandi numeri, del costo-beneficio, tende a destinare
all¹oblio, rappresenta invece la risposta migliore al bisogno di
maggiore tolleranza e rispetto tra i popoli e le varie culture
sociali e religiose. Esempio vincente della piena attuazione di
quella integrazione multirazziale, multireligiosa e multietnica,
indispensabile per affrontate e vincere le grandi sfide del
mondo globale è proprio il piccolo comune Rocchetta Sant¹Antonio
(Fg), sede operativa del Coordinamento Nazionale dei piccoli
Comuni italiani. Qui, infatti, si sono perfettamente integrate
culture e religioni diverse come dimostrano concretamente la
perfetta integrazione di bambini marocchini e albanesi,
musulmani e ortodossi. Protagonisti assoluti di questa perfetta
comunione la parrocchia e la scuola. Il piccolo Sofien
(marocchino) o Albrin (albanese) sono ormai punti di forza
insostituibili per i bambini di Rocchetta Sant¹Antonio. Così
come sono perfettamente inserite le cosiddette badanti dell¹est,
alcune hanno messo su famiglia con matrimonio cattolico e sono a
pieno titolo insieme alle altre protagoniste di tante iniziative
locali. Nei piccoli comuni, soprattutto del Sud, l¹accoglienza è
molto più avvertita perché profondi conoscitori del sapore amaro
dell¹emigrazione e quindi consapevoli del disagio che vive chi
arriva in terra straniera in cerca di lavoro.
Per queste ragioni è ancora più importante oggi difendere il
modello sociale del piccolo comune in grado di porre un argine
all¹intolleranza sempre più marcata che può avere risvolti
devastanti. Dai piccoli Comuni parte sempre più forte il
messaggio di amore per l¹altro e la disponibilità ad aprire le
porte alla speranza come risposta concreta ad un disagio che
tocca vaste aree territoriali e milioni di persone. Occorre che
la politica abbia il coraggio di guardare lontano e lavori alla
costruzione di un grande progetto europeo che aiuti la mobilità
umana del disagio a trovare risposte ai propri bisogni. Un piano
europeo che guardi ai piccoli comuni, ricchi di case vuote e
opportunità perdute, come il luogo dove accogliere e far vivere
parte di questi sfortunati. Un modo utile anche al rilancio
demografico di queste piccole realtà altrimenti destinate per
decreto all¹estinzione. In Italia ed in Europa ci sono ormai
vaste aree completamente abbandonate nel silenzio ingombrante
delle Istituzioni di ogni ordine e grado. La stessa Unione
Europea è totalmente assente e distante dal dramma dei piccoli
comuni europei come dimostrano plasticamente tutte le misure
messe in campo che guardano essenzialmente alle grandi realtà
urbane.
2)
Sedi regionali RAI
Le tante mail giunte al sito internet www.piccolicomuni.com in
merito alla valorizzazione della piccola e media radioemittenza
e stampa locale sollecitata dal Coordinamento nazionale dei
piccoli Comuni italiani, richiedono giustamente delle doverose
precisazioni, per meglio completare la proposta.
Innanzitutto, la proposta di devolvere il 50% del canone Rai
alla comunicazione locale non riguarda assolutamente quelle
tante realtà dove purtroppo ci sono editori spregiudicati che
fanno riferimento o sono parte integrante di lobbyes
politico-affaristico; dove non c¹è una programmazione seria e
reale; dove i giornalisti lavorano in nero e senza contratto e
dove non è mai apparsa alcuna forma di par condicio, nonostante
i ripetuti appelli della Commissione di Vigilanza Parlamentare.
La nostra iniziativa, tende a sollecitare la politica ad aprire
una seria riflessione sul tema della comunicazione territoriale,
sempre più strategica ed importante. A garantire un pluralismo
territoriale dell¹informazione utile alla crescita ed allo
sviluppo delle singole realtà locali. La piccola e media
comunicazione è una palestra insostituibile per centinaia di
giovani che guardano alla comunicazione anche come occasione di
lavoro e di gratificazine professionale. Sempre però nel pieno e
totale rispetto delle regole e nell¹esercizio dei diritti dei
lavoratori. A tal proposito è doveroso esaltare il ruolo
straordinario svolto dalle Sedi Regionali della Rai, che molto
speso in condizioni di grave disagio, assicurano, soprattutto
alle piccole comunità attenzione e disponibilità e rappresentano
una buona occasione per la crescita professionale di tanti
giovani che passano dalla piccola emittente alla grande
comunicazione. Esempio concreto di tale sensibilità è la
Redazione della Sede regionale della Rai Tre Puglia che tanto ha
fatto per sostenere le ragioni dei piccoli Comuni italiani in
Puglia e nel mondo attraverso il programma Italie di Rai Tre e i
TGR Rai regionali. Proprio il programma Italie, che dal lunedì
al venerdi per anni ha accompagnato il mattino televisivo degli
italiani alla scoperta dei nostri piccoli comuni, ha
rappresentato un magnifico esempio di buona comunicazione e
informazione di qualità.. A tal proposito, rinnoviamo ancora una
volta al Direttore Generale della Rai Meocci, la nostra istanza
di potenziamento e valorizzazione delle Sedi Regionali della Rai
e l¹invito a recuperare il programma Italie, ingiustamente
cancellato dalle programmazioni Rai. Ai lustrini inutili voluti
dai procuratori delle scuderie e dai padroni della pubblicità,
preferiamo programmi seri e rispettosi delle famiglie italiane.
Virgilio Caivano
GdS 10 II 2005 - www.gazzettadisondrio.it