CRISI: CHE PROPOSTA IN E DALLA VALTELLINA! ALLA GIAPPONESE 12.7.10.25

Ma poi l'erba, le sigarette, il cellulare

Qualcuno ricorderà come qualche anno fa avesse fatto sensazione in Europa il tipo di agitazione messo in atto dai dipendenti di una grande azienda. C'erano discussioni che non andavano in porto per cui i Sindacati decisero lo sciopero, ma alla giapponese: non astensione dal lavoro ma un'ora giornaliera in più. Non durò molto perchè l'Azienda si trovò a malpartito con quella produzione eccedente rispetto ai piani e addivenne a più miti consigli.

Al Comitato Cittadini Consumatori Valtellina (CCCVa) sono pervenute proposte che vengono girate a chi può esserne interessato non senza aggiungere che se qualche applicazione pratica ne venisse si tratterebbe di un risultato importante. Al di là anche della portata economica c'è infatti una spinta psicologica. Di cui tenere conto.

Le proposte:

1) Un'ora di lavoro alla giapponese. Nei settori dove questa operazione può essere realisticamente possibile, offerta di un'ora settimanale di lavoro da parte dei dipendenti. Pensiamo ad esempio al settore turistico. Poi come finalizzare? Se l'azienda ha qualche difficoltà legata alla crisi l'ora è in aiuto all'azienda (e quindi indirettamente al proprio lavoro). Se l'azienda non ha queste difficoltàil monte ore dei dipendenti, con un'aggiunta aziendale venga usato, d'intesa, per iniziative promozionali o simili che servano a consolidare la sitauzione aziendale

2) L'erba. In questi giorni, rileva il lettore, si assiste al taglio dell'erba. Molti segano ma restano ancora molti quelli che i loro prati li lasciano come sono (se in pendenza on il seccare si forma una specie di percorso privilegiato per l'acqua, meno assorbita dal terreno, con qualche rischio idro-geologico. Imporre non è possibile per mille ragioni. E' però un delitto lasciare che la ricchezza diventi humus. Di qui la proposta: si attivino gli Enti, i Comuni, le CC.MM., la Coldiretti favorendo una semplice operazione. La facoltà gratuita di tagliare l'erva al vicino o comunque a chi è disponibile in zona. Questo sulla base, garante la CCDD o chi per essa, il mantenimento di tutti i diritti da parte del proprietario, e rimborso di eventuali danni.

3) Riservato ai fumatori. Scientificamente è dimostrato che qualsiasi fumatore, dilettante o incallito, trae dal pacchetto due tipi, per così dire, di sigarette. Quelle che preleva per il piacere vero e proprio di fumare, e quelle che invece preleva come automatismo. Mille versioni di questo secondo aspetto. Chi si siede in poltrona davanti alla TV e, zacchete!, accende. Chi si mette al computer e, zacchete!, accende, chi sale iin auto e, zacchete!, accende, chi passeggiando ciclicamente, zacchete!, accende. La proposta che ci arriva e che giriamo a tutti i fumatori é quella di agire sul secondo tipo. Intoccabile la sigaretta dopo il caffè, o altre in momenti canonici ben noti ai nicotin-operatori, si tratta di agire su quelle che non hanno per origine la 'voglia' bensì l'abitudine. Mediamente sono almeno tra sei e otto su un pacchetto. Si chiede che di queste si rinunci, inizialmente, a due. Se poi di riesce ad andare avanti vedere di arrivare almeno a cinque. Le sigarette più diffuse costano 21 centesimi l'una. Riuscire a ridurne 5 al giorno vorrebbe dire per 50.000 valtellinesi mettere insieme un tesoretto di circa 400 €uro. Niente di che ma meglio certo che un pugno nell'occhio. Si tratta di soldi che verrebbero dirottati su altre produzioni non parassite come il tabacco. Il tesoretto aumenterebbe poi se ci fosse una più consapevole riduzione dei tempi al cellulare.

Viene in mente Luigi Einaudi, in particolare "Prediche inutili". Ma almeno ci si tenta.

CCCVa

CCCVA