giugno AEREO SPARITO
Processo di identificazione
Ha colpito la pubblica opinione mondiale il caso dell'aereo francese sparito nell'Atlantico senza alcun messaggio e con 228 persone a bordo, dieci delle quali italiane.
C'è sempre più gente che vola grazie alle compagnie low-cost e alle offerte turistiche alcune delle quali sensazionali (fra quelle 'personalizzate', ovvero indirizzate a una mailing list di clienti, si arriva a cifre incredibili. A noi stessi è arrivata l'offerta in località "in", hotel 5 stelle, settimana tutto compreso e volo per 295 €uro, da un tour-operator molto serio, già sperimentato). E che magari per molti sia il battesimo dell'aria lo si capisce dal solito applauso 'liberatorio' che segue il contatto del carrello con la pista dello scalo di destinazione. Applauso che chi vola spesso magari riserva a quel volo concluso dopo qualche eccezionale turbolenza (i cosiddetti vuoti d'aria, quelli che in realtà non esistono trattandosi di correnti ascendenti o discendenti).
In casi come questi scatta una sorta di processo di identificazione. Ciascuno mentalmente si pone nella condizione degli sventurati passeggeri del volo Brasile-Francia immaginandone la tragedia di quei momenti.
In tutto il mondo si è dunque guardato a quel tratto di Atlantico, da chi lo usa esplorato a casa propria con Google-maps o addirittura con quel prodigio informatico che è il Google - sottomarino. In tutto il mondo si è atteso, e si attende ancora, di sapere. Ovviamente in primis i familiari dei dispersi che nei primi momenti hanno sperato e che ora, tragicamente rassegnati, vorrebbero almeno sapere con il sogno impossibile di riavere le spoglie dei loro cari.
L'Airbus300
L'Airbus300 è un aereo consolidato. Da 37 anni fa quando effettuò il primo volo, e sino alla fine della produzione avvenuta due anni or sono, ne sono stati costruiti poco meno di 600 in una ventina di versioni, via via aggiornate. Qualche incidente ma non dipendenti da inconvenienti tecnici. Questa volta?
Cosa è successo
L'interrogativo di tutti riguarda cosa sia successo, come siano andate le cose, dove possa essere finito il velivolo.
L'accavallarsi di notizie reca con sé consequenzialmente anche perle giornalistiche come, per fare un esempio, la notizia che un rottame importante sia stato "recuperato da un aereo". Il giornalista che ha scritto questa tragica amenità dovrebbe spiegare come fa un aereo ad effettuare il descritto recupero… Diciamo questo per sottolineare il confuso intreccio fra notizie e ipotesi in un momento in cui l'unica certezza che si ha è quella di non sapere niente e di non avere elementi per uno scenario credibile.
Due punti incontrovertibili
Restano però due punti incontrovertibili:
a) La dispersione dei rottami in area vasta. La tesi delle correnti non ha fondamento dal momento che in questa ipotesi anche la scia di carburante, lunga km, avrebbe dovuto disperdersi. Questo significa che l'aereo, per così dire, ha perso pezzi ad alta quota.
b) Fonti di Air France hanno ipotizzato per via di questa dispersione l'esplosione in volo. Autorevoli fonti brasiliane hanno smentito questa ipotesi con una considerazione realistica e cioè che in tal caso non ci sarebbe stata la scia di carburante perché questo si sarebbe incendiato.
L'ipotesi
La conclusione, assunti i due dati precedenti, non potrebbe essere che una sola: un collasso in volo, tesi avvalorata dalla notizia che nel giro di quattro minuti sono pervenuti progressivi segnali di disfunzioni, l'ultima di sbalzo verticale. Collasso strutturale nell'incontro con la forte turbolenza, 'perdita di pezzi', tuffo nell'Oceano, con ulteriore 'perdita di pezzi' e di carburante e affondamento non lento.
I lettori ci chiederanno chi siamo noi per poter fare ipotesi al pari di esperti. Ne riparleremo quando se ne saprà di più, liberi i lettori di non crederci e di criticarci.
Un'ultima cosa
Prima di chiudere una cosa che nessuno ha invitato a fare. Lo facciamo noi: una preghiera per le 228 persone ora nel fondo dell'Atlantico.
Red