TUTELA DELLA SALUTE: LA STATALE 38 DELLO STELVIO LEADER IN ITALIA PER INCIDENTI

TESTO DELLA NOTA INVIATA DAL COMITATO CITTADINI CONSUMATORI VALTELLINA AL MINISTRO DEI LL.PP. NESI SUL PROBLEMA DELLA STATALE 38


(Analisi della situazione e degli incidenti stradali fatta dal Comitato - Risultati negativamente eloquenti)

Oggetto: SS. 38 dello Stelvio, leader in Italia per incidenti - Intervento del Ministro

Premesse: 1) Un Ministro che decide

2) Presentazione di chi scrive

Due premesse, che appaiono indispensabili ai fini di una considerazione obiettiva e seriamente approfondita del tema che il nostro Comitato Le sottopone.

1) Un Ministro che decide. La "variante di valico" è un esempio di come e cosa debba fare il Governo del Paese. Discusso e ridiscusso il problema, esaminati tutti gli aspetti, posta la massima attenzione ambientale, non era possibile continuare ad avere l'attuale situazione della A1 nel tratto Bologna-Firenze.

2) Presentazione di chi scrive. Appare giusto e doveroso che il Ministro - o i suoi collaboratori che leggeranno la presente - sappia chi è il mittente della presente. In allegato la specifica.


La stampa nazionale ha pubblicato tempo fa uno stralcio dell'annuale rapporto ACI-ISTAT . Un giornale ha titolato "La mappa del pericolo - Da Napoli allo Stelvio: le capitali della morte".

Per quanto riguarda le strade statali svetta in questa poco gloriosa classifica la SS. 38 dello Stelvio con 4,55 incidenti per Km, oltre dieci volte la media nazionale che è di 0,42.

In realtà questo dato non è molto significativo in quanto non si tratta dell'importante arteria ma di una sua breve diramazione sino al confine svizzero, per cui il dato specifico sconta la brevità del tragitto.


Il caso della SS. 38 (parametro a 1,75 e 2,27 e 2,59 - media nazionale 0,42)


Detto questo per obiettività Le vogliamo però sottoporre, Sign. Ministro, il caso della SS. 38, costruita ad inizio 800 dall'Imperial Governo Austriaco per collegare Milano a Vienna attraverso i 2758 m. del Passo dello Stelvio che allora veniva tenuto aperto dai "rottieri" anche d'inverno, collegamento diretto Milano-Vienna (in allegato uno stralcio "storico" molto interessante e tale da far riflettere sulle difficoltà attuali ad avere grandi opere in tempi ragionevoli).


Nella graduatoria "delle disgrazie" la SS. 38 figura al 44° posto con 1,15 incidenti per Km., vale a dire 2,7 volte la media nazionale (negli anni precedenti il rapporto è stato di 2,93 - 2,97 - 3,46 - 3,17) 

In realtà però, Sign. Ministro, la situazione è ben peggiore.

D'inverno, e sino all'estate, infatti a Bormio, ove comincia la salita,e analogamente in Val Venosta sul versante atesino, il Passo viene chiuso e tale resta sino a giugno. Non si tratta più quindi di 124,300 Km ma di 102.

Abbiamo analizzato la situazione considerando gli incidenti registrati Km per Km lungo i 124,300 Km di percorso in Valtellina tra l'inizio della strada, praticamente coincidente con l'inizio della provincia di Sondrio, e il valico dello Stelvio. 

Estrapolando i dati ufficiali con riferimento al percorso da Colico (ove termina il Lago di Como ed inizia la SS. 38) a Bormio il parametro sale a 1,73, più del quadruplo della media nazionale.

Non è finita. Vale la pena di prendere in considerazione il tratto Colico-Sernio, il cui tracciato e sostanzialmente il calibro della strada ricalcano quelli della strada aburgica, fatta eccezione per i circa 5 Km di tangenziale del capoluogo. La nostra analisi ha preso in considerazione Sernio in quanto nel territorio di questo Comune inizia la superstrada, di cui qualche Km costruito negli anni ottanta e il tratto, imponente, da Grosso a Bormio realizzato in base a quanto previsto, anche per il finanziamento, dalla legge 102, varata per la calamità che ha colpito la Valtellina nel 1987, sepolto un paese e tagliata in due la valle. 

Sulla Colico-Sernio si sono avuti 2,27 incidenti per Km, vale a dire più del quintuplo (5,40 volte) rispetto alla media nazionale. 

Situazione ancora peggiore in un'altra sezione considerata, fondamentale perché concerne la prima parte della Valtellina sino al capoluogo per uno sviluppo di 37 Km.

Qui, da Colico a Sondrio, ancora peggio, vale a dire 2,59 incidenti per Km, vale a dire più del sestuplo (6,17 volte)della media nazionale.


Tenga conto, sign. Ministro, che nei suoi 102 Km da Colico a Bormio la strada corre lungo l'angusto fondovalle costituendo di fatto l'unica via di comunicazione che attraversa il centro di un paese dopo l'altro, con strettoie, semaforizzazioni e quant'altro e limitazioni continue di velocità a 50 o 70 Km/h, per la verità in molte ore del giorno impossibili a raggiungersi per via dell'intesità del traffico. 

Ad essa quindi il compito di smaltire, oltre al traffico locale, quello turistico diretto alle rinomate stazioni di soggiorno e sciistiche, quello diretto in Svizzera attraverso il Passo del Bernina, quello diretto alla zona franca di Livigno attraverso il passo del Foscagno, quello commerciale, in particolare con l'ingente numero di mezzi pesanti, in particolare per il trasporto dell'acqua Lievissima, come noto, leader in Italia nel settore.

Aggiungasi che essendo praticamente l'unica asta di scorrimento al centro del fondovalle, per larga parte fiancheggiata dalla ferrovia, solo recentemente isolata da guardrail continuo, su di essa confluiscono ad ogni piè sospinto strade, provinciali, comunali, vicinali con in numeri passi carrai ed alto numero di passaggi a livello che costringono i veicoli in pericolosa sosta sulla strada durante le attese dei treni.

Considerazione a latere, seppur non direttamente pertinente: quasi ovunque corrono elettrodotti ad alta tensione (1700 Km in provincia), che trasportano fuori provincia quasi il 90% della energia idroelettrica pregiata (in quanto adatta per fronteggiare le richieste di punta sia di energia che di potenza) prodotta in provincia, mediamente cinque miliardi di kWh annui…


Cosa è stato fatto - I problemi (da lungo tempo) sul tappeto


Cosa è stato fatto. Alla fine degli anni '70 - chi scrive era Sindaco del capoluogo ed aveva ancora incarico di rilievo, dopo averla presieduta,- della Comunità Montana della Valtellina, allora la maggiore d'Italia - demmo l'incarico di progettare "la riqualificazione" della SS.38 da Colico a Bormio. 

Ebbene in un anno e mezzo dall'incarico si era già all'appalto dei due lotti prioritari per i quali l'ANAS, colpita dalle efficienza dimostrata (anche nella ricerca del consenso visto che i Consigli Comunali della quarantina di Comuni attraversati avevano tutti deliberato inserendo il tracciato nei propri strumenti urbanistici) in tempo record reperito i fondi.

Da allora, a parte la "strada della rinascita prevista nella legge 102, s'è fatta solo la tangenziale di Sondrio che però, dopo 5 Km termina in due curve a gomito e un passaggio a livello. 

Il peduncolo di proseguimento della tangenziale che la svincolerebbe dalla situazione kafkiana attuale è progettato da molti anni, ma è fermo.

Del pari la tangenziale di Tirano è progettata da anni (e adesso pare la si voglia cambiare).

A cura della Regione è ora in corso la progettazione dell'alternativa all'imperial asburgica SS.38.


Ella, Sign. Ministro, dirà che in questa situazione c'è mezza Italia. C'è però un particolare da precisare: sulla legge 102 (Legge Valtellina) sono stati stanziati, e sono disponibili, 160 miliardi per la convenzione con l'ANAS, già sottoscritta.

Perché non si procede? Qualcuno ritiene che sia necessario il V.I.A. di tutta la strada per procedere a queste realizzazioni. Se per la tangenziale di Tirano si può anche in linea di principio convenire, appare allucinante ritenere che occorra il VIA per il peduncolo della tangenziale, oltre a tutto scelta assolutamente obbligata, non potendosi il tracciato scostare per via della morfologia dei luoghi e della vincolante presenza della linea ferroviaria., di abitati, del fiume Adda. Circa tre Km, senza necessità di particolari opere d'arte, tranne ovviamente lo svincolo finale. Tre Km, nel tracciato attuale, quasi interamente fiancheggiati da edifici, o di civile abitazione o di carattere produttivo e commerciale.


Governo, ANAS, Regione, Enti Locali hanno dimostrato agli inizi degli anni '80 per i due lotti prioritari citati, (uno dei quali risolveva il problema secolare dell'attraversamento del Tartano, pericoloso torrente) che se si vuole, se si esercita un impegno alla valtellinesi il famoso UCAS (Ufficio Complicazioni Affari Semplici) viene messo in liquidazione rapida e coatta. 

Così come, Signor Ministro, nel 1987 dopo la calamità del 18-28 luglio si è dimostrato come si fa a dare le case a chi la furia della natura l'ha sottratta, costruendole in modo esemplare - a 13 anni di distanza è ancora da vederne la qualità - in tempi rapidissimi - tre mesi -, e con uso oculato del pubblico denaro - come dimostra il contenutissimo costo finale -, tanto che il 23 dicembre dello stesso anno gli assegnatari ricevevano le chiavi e entravano nei loro appartamenti.

S

iamo dell'avviso che anche uno Stato democratico può competere con gli Asburgo o con regimi che non dovendo affrontare i problemi che pure pone una sana democrazia. Si è dimostrato che si può fare presto e bene, con realismo e determinazione.

Il monito recente del Presidente Ciampi, ascoltare, discutere, approfondire ma alla fine evitare il rinvio, istituto molto diffuso nel nostro Paese, e decidere è significativo e non casuale. Per i grandi problemi del Paese ma anche quelli che per il Paese possono essere piccoli se non addirittura minuscoli, ma grandi sono per i cittadini che scontano le conseguenze della loro mancata soluzione.

Un Ministro che decide. Abbiamo cominciato così questa nota.

Chiediamo solo che il sign. Ministro verifichi la fondatezza di quanto siamo andati esponendo, convinti come siamo, per le sue azioni precedenti, che se questa verifica facesse non ci sarebbe rinvio, ma decisione.

Ringraziando per l'attenzione, distintamente

p. il CCC Va: Alberto Frizziero

ALLEGATO "STORICO"

1820: COSTRUZIONE DELLA STRADA (QUELLA DI OGGI) DELLO STELVIO: MENO DI DUE ANNI EFFETTIVI DI LAVORO PER ARRIVARE AI 2758 METRI DEL VALICO


Sotto l'imperatore Franz, nell' anno 1818 venne dato l'incarico per il progetto della via più corta fra la Valtellina e la Val Venosta. L'ingegnere Carlo Donegani di Brescia concluse la progettazione nel corso di sei mesi e il 23 aprile 1820 il governo decise l'immediato inizio dei lavori. L'importanza militare e la situazione politica del momento (dal Trattato di Vienna il Regno di Lombardia apparteneva alla Casa degli Asburgo) contribuì alla celerità dei lavori conclusi nell' arco di 5 anni.

Il tempo di costruzione a causa delle lunghe pause invernali, fu effettivamente meno di 2 anni. Nel cantiere stradale lavorarono 2000 operai. La lunghezza totale della strada da Spondigna a Bormio era di 49 km. Sul versante altotesino, i 1870 m di dislivello furono superati con 48 tornanti, mentre i 1530 m di dislivello del versante valtellinese furono superati con 34 tornanti. La pendenza media del 9% venne contenuta molto bassa poichè era previsto il passaggio di carri trainati da cavalli. Solo in pochi tratti la strada aveva una pendenza dell' 11% . Fino al 1959 la strada era transitabile tutto l'anno. Per questo c'erano lungo il percorso 8 cantoniere (Rotterhäuser) per il ricovero dei viandanti e il cambio dei cavalli delle diligenze. Più di 900 m di tunnel e di gallerie di legno proteggevano i viaggiatori dalla caduta delle slavine.Nei mesi invernali il trasporto di persone e di merce avveniva su slitte trainate da cavalli.

I più importanti punti d'appoggio erano la cantoniera Sotto Stelvio e la IV Cantoniera presso il Passo Santa Maria. (Umbrail) Sul passo stesso, dal 1897 con la costruzione dell' Hotel Passo Stelvio (ex Hotel Ferdinandshöhe) c'era la prima possibilità di ricovero. Alla IV Cantoniera la strada si divide e per il passo Santa Maria (2502 m) in Svizzera, scende a Santa. Maria. Questo pezzo di strada più di 13 km fu costruito nell' anno 1900.

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