Un PIano Territoriale da migliorare radicalmente

di Alberto Frizziero

E’ in corso da parte degli
“addetti ai lavori” l’esame della proposta del “Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale”, predisposta dalla
Provincia. Il Piano, una volta approvato, determinerà
destinazioni e vincoli in Valtellina e Valchiavenna con alcune
prescrizioni che opereranno da subito ed altre che invece
dovranno essere obbligatoriamente recepite nei Piani Regolatori
comunali.

In assenza di occasioni di pubblico dibattito, come il tema
avrebbe richiesto e richiederebbe, il Comitato Cittadini
Consumatori Valtellina richiama l’attenzione di tutti sulle
gravi conseguenze che deriverebbero alle nostre comunità se
questa proposta non venisse radicalmente migliorata
.

I rischi del resto sono dimostrati dalle critiche di molti
Sindaci, senza distinzione di colore politico – su questo tema
bisogna guardare solo ai contenuti e non alla polemica politica!
– e anche da quanto scritto nella delibera della Giunta
provinciale che ha diplomaticamente parlato di consapevolezza
dell'esistenza di punti critici .

Esigenze di approfondimento culturale, di supporto di indirizzi
– carenti – ai tecnici, di integrale rifacimento delle norme di
attuazione, internamente disomogenee, e da riscrivere con
adeguato linguaggio giuridico indispensabile per evitare futuro
contenzioso sui Piani regolatori, serietà amministrativa
vorrebbero che tutti convergessero sulla necessità di procedere
in tutto e solo il tempo necessario, prendendo atto che
un’approvazione entro il prossimo aprile – scadenza del
Consiglio Provinciale - sarebbe possibile solo a scapito della
bontà del lavoro.

Con riserva di successiva dettagliata analisi il Comitato
richiama l’attenzione di quanti si stanno occupando di questo
tema sulle scarne 117 righe iniziali della Relazione, “Gli
obbiettivi strategici del Piano”, caratterizzati da un eccesso
di “b”, nel titolo e nel testo, insulto alla lingua italiana, e
da una carenza di obiettivi reali. Di qui un Piano che
razionalizza l’esistente, quindi vincolando, in modo statico
senza il dinamismo che le trasformazioni della società
richiedono.

Assodato, per fare un solo esempio che la SS 38 potrà essere
completata intorno al 2020 se non ci saranno bastoni fra le
ruote, il Piano dovrebbe indicare cosa fare in questi anni, e le
possibilità ci sono come anche da nostre proposte (un accenno,
solo a margine: una SS 38, così come indicata, senza la
possibilità tra Bormio e Mandello, sulla 36, di un’area di
servizio, data la inedificabilità totale di fascia, non è solo
un aspetto funzionale ma impedisce anche la realizzazione di un
“Centro Valtellina”, biglietto da visita della provincia).

Così come, solo per altro esempio, le 18 righe in tutto dedicate
agli elettrodotti (contro le 14 per il tritone alpestre e la
rana montana) che sono del tutte dimentiche della legge 36 e dei
suoi recenti decreti attuativi così come di risanamento e di
recupero urbanistico.

Non si tratta di critiche al lavoro dei tecnici – qualcuna la
meritano ma è fisiologico – o di polemiche contro il livello
politico. Il problema è quello dei contenuti sui quali bisogna
fare molta attenzione. Dovrebbe insegnare qualcosa l’1-ter della
Galasso con la sua generalizzata inedificabilità che aveva
portato alla impossibilità di opere di assetto idrogeologico o
interventi sugli acquedotti.
Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina auspica che in
unità di intenti si possa arrivare ad un Piano su misura per la
nostra gente in cui l’ambiente sia al servizio dell’uomo e non
l’uomo al servizio dell’ambiente.


p. il CCCVa:
Alberto Frizziero



GdS  10 II 2004 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
CCCVA