NOTA DEL

(CCCVa) Alberto Frizziero - Antonio Tolomeo


Pubblichiamo la nota inviata dal CCCVa
sabato 28 giugno:


                                                                                                                


E. S. prof. On. Antonio Marzano Ministro per le Attività
Produttive, e:

- Presidente Regione Lombardia

- Parlamentari della provincia

- Consiglieri regionali della provincia

- Istituzioni della provincia

- Soggetti interessati della provincia

UN BLACK-OUT SENZA INFORMAZIONE

Il black-out improvviso in data odierna, che tanti inconvenienti
ha provocato nel Paese, era stato più volte - giusto darLe atto
– da Lei evocato come possibilità non remota. Più d’uno aveva
ritenuto i Suoi moniti funzionali al problema delle 23 centrali
che dovrebbero essere costruite, venti delle quali però languono
mentre la generalità dei cittadini non ci aveva fatto molto
caso. Per la verità non ci aveva fatto molto caso neppure
qualche responsabile del settore, in particolare chi dovrebbe
occuparsi di una tempestiva informazione ai cittadini.

Nel terzo millennio si seguono le guerre in diretta e non si è
in grado di avere, nonostante le tante TV e radio disponibili,
l’informazione anticipata che sta per arrivare un black-out,
visto che la pianificazione della disalimentazione per unità di
crisi comprendeva sei fasce orarie di un’ora e mezza ciascuna, a
partire dalle 7.30.

I NODI AL PETTINE, MA…

Certamente vengono al pettine i nodi, e sono tanti. Consenta
però, Signor Ministro, una sollecitazione alla riflessione su
quanto è avvenuto l’altroieri, martedì 24, quando Ella con i
suoi collaboratori, con GRTN, con le rappresentanze
istituzionali della nostra provincia e di quella di Brescia
coinvolte (15 comuni, due comunità montane, le province di
Brescia e Sondrio, la Regione Lombardia), ha firmato l’accordo
per i 44 km del nuovo elettrodotto tra l'Italia e la Svizzera,
sulla linea San Fiorano-Robbia, che con la sua capacità di
trasporto, pari a 1.500 MW, consentirà di aumentare di circa il
25% l'import elettrico.

Per tradurre in realizzazioni i progetti è questa la via da
seguire.

Lo sostenevo nel decennio in cui fui Sindaco di Sondrio, negli
anni in cui ebbi la responsabilità del settore Territorio dell’ANCI
nazionale, ma – NOTI – lo sostenni con alti dirigenti dell’ENEL
all’inizio degli anni ’90 da Presidente del BIM-Adda, che
riunisce tutti e 78 Comuni della provincia, proprio con
riferimento allo stesso elettrodotto.

Feci allora presente che così come progettato l’elettrodotto non
andava bene, che bisognava discuterne in un tavolo al quale
sedessero le Istituzioni locali con l’impegno di tempi stretti -
in Valtellina si sa cos’è la serietà – e di non aggravare i
costi.

Il tavolo non ci fu con il risultato che la firma arriva con un
decennio di ritardo.

E come arriva? Nel modo da me proposto, pubblicamente e in
dettaglio riservatamente al Comune capofila e ai tecnici
incaricati, in un momento, mesi fa, in cui si era compattato un
deciso fronte del no in Valtellina e Valcamonica.

Nulla di particolare. Avevo semplicemente richiamato la mia
iniziativa, da Presidente del BIM, all’entrata in vigore del
DPCM 23.4.1992, portata avanti con il prezioso apporto del
consulente del BIM ing. Noé, allora Vicepresidente dell’ENEA,
per eliminare la selva di elettrodotti esistenti in provincia
(circa 1700 km di cui quasi la metà ad alta tensione)
sostituendoli con una-due linee di grande capacità. Una
iniziativa non certo estemporanea se è vero come è vero che a
giugno dello stesso anno il Consiglio di Amministrazione
dell’ENEL, con una ponderosa delibera – la n. 16887, pagg.
124/153 “Razionalizzazione dei sistemi elettrici interessanti la
rete di trasmissione della Valtellina: costituzione Consorzio
elettrico della Valtellina”, relatore Umberto Dragone, dava il
via all’operazione, di cui l’accordo di programma da Lei appena
sottoscritto costituisce soltanto una parte. Purtroppo la cosa
non ebbe seguito, in parte anche per “dimenticanze” o
sottovalutazione qui in provincia, fino, quasi dieci anni dopo a
riscoprire l’ovvio e cioè che la via da seguire, come allora
indicato, era quella di una sintesi tale da conciliare esigenze
di carattere generale con quelle di carattere provinciale.

LO SCANDALO

Due giorni dopo la positiva conclusione di una produttiva
collaborazione, in certi momenti anche dialettica, si torna
indietro in un modo clamoroso e, consenta Signor Ministro, oltre
che controproducente persino tale da costituire un insulto
all’intelligenza e al buon senso.

Il Paese è fortemente tributario nei confronti della nostra
provincia in potenza ed energia per il grande numero di impianti
idroelettrici, quasi tutti ad accumulo e quindi “oro” per la
capacità di rapido intervento produttivo in coincidenza con le
punte della domanda. Dell’energia prodotta localmente se ne
consuma in ordine di grandezza – dipende dall’anno ideologico –
diciamo il 15%. Il resto è per il Paese. Ovviamente la provincia
ha pagato e paga un prezzo rilevante per le derivazioni e la
sottrazione di rilevantissime portate idriche ai deflussi
normali con il conseguente condizionamento dell’uso plurimo
delle acque.

In questo quadro oggi, dalle 13.30 alle 15, tredici comuni della
provincia, tra cui la seconda città dopo Sondrio e cioè
Morbegno, hanno visto le loro linee disalimentate. In altri
termini un black-out da considerarsi, date le premesse, una vera
e propria scandalosa mancanza di sensibilità e di buon senso.
Subito dopo una positiva operazione, modello anche per altre
situazioni nel Paese, si torna ad un dirigismo tecnicistico,
quello che ha portato ad un ritardo decennale per la linea San
Fiorano-Robbia e magari anche, se tanto dà tanto, alla ventina
di centrali di cui Ella ha parlato spesso, centrali che si
dovrebbero fare per non entrare in emergenza ma che, benché
autorizzate, non riescono a partire.
IL DA FARSI

Il da farsi è presto detto.

Con il collega Antonio Tolomeo, in nome e per conto del Comitato
Cittadini Consumatori Valtellina, siamo a chiedere che Ella, o
comunque il suo Ministero, provveda urgentemente ad evitare che
la situazione odierna si possa ripetere.

Se qualcuno obiettasse che tutto il Paese deve essere chiamato,
a rotazione, ai sacrifici, è semplice rispondere che qui i
sacrifici sono permanenti per il citato condizionamento della
fitta rete di impianti che utilizzano l’acqua di gran parte dei
1300 km dei corsi d’acqua della provincia.


Siamo certi che Ella coglierà appieno senso e significato di
questo nostro intervento.

In attesa di cortese riscontro, distintamente
Per il Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina:

Alberto Frizziero – Antonio Tolomeo

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GdS  28 VI 2003 -
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CCCVA