Elezioni Regionali 2005: abbiamo fatto i conteggi. Situazione disastrosa per la provincia di Sondrio
Per la
provincia di Sondrio una situazione disastrosa
Dopo le prime valutazioni, una volta noti i risultati delle
elezioni regionali del 3 e 4 aprile particolarmente penalizzanti
per la nostra provincia, in sede di Comitato Cittadini
Consumatori Valtellina si é deciso di approfondire il problema
sotto vari aspetti, compreso quello dei conteggi.
Sulla scorta dei dati ufficiali si é pertanto proceduto con i
necessari calcoli ed anche con alcune simulazioni pervenendo ad
una conclusione univoca: per la provincia di Sondrio una
situazione disastrosa per effetto di una legge istituzionalmente
abnorme ma con interessanti "bugs" sotto il profilo
costituzionale. Di questi però non parleremo, trattandosi di un
percorso giuridicamente molto sofisticato e non di facile
riscontro oltre che, se imboccato, suscettibile di conseguenze
da valutarsi bene.
Il
quorum minimo
Cominciamo a fissare l'attenzione sul quorum.
Per la certezza dell'elezione di un consigliere regionale senza
dover passare per la lotteria del Collegio Unico Regionale ove
confluiscono i resti le cose non sono uguali per tutti.
Sondrio e Lodi dovrebbero raggiungere il 50%.
Un candidato cioè, non importa di qual partito, deve essere
votato dalla metà dei votanti la cuoi scheda é stata ritenuta
valida.
Il quorum scende: per Cremona e Lecco (arrotondato) al 33,4% -
per Mantoiva al 25 - per Como e Pavia al 20 - per Monza al 16,7
- per Varese al 14,3 - per Bergamo al 12,25 - per Brescia al
11,2 - per Milano al 4,6.
Questo deriva dall'applicazione rigorosa della legge e con il
metodo tecnicamente detto del quoziente con il "più uno". Senza
entrare in particolari di difficile comprensione ci va di
puntualizzare che in una delle nostre simulazioni, applicando
invece "il più due" la situazione migliora ma non in modo
risolutivo.
Sondrio continua ad essere istituzionalmente espulsa dalla
Lombardia.
Nessuna
possibilità di elezione
Nessuna possibilità di elezione d'acchito, in provincia.
Di fatto né ora né mai.
Di fatto nessuna, o quasi, possibilità pure che qualcuno venga
eletto con i cosiddetti resti. Diciamo cosiddetti in quanto nel
Collegio Unico Regionale sono confluiti sì i resti delle altre
11 province lombarde. Per Sondrio non si tratta affatto di resti
visto che é l'intero pacchetto di schede valide che é stato
trasferito in quel di Milano. Il nostro seggio usurpato.
(E teniamo conto che quando é uscita la legge le province
lombarde erano 9. Poi si sono aggiunte Lecco e Lodi e, questa
volta, anche Monza-Brianza.
Beati
gli ultimi che saranno i primi...
Beati gli ultimi che saranno i primi...
Nel nostro caso i primi sono finiti fra gli ultimi.
- Bordoni é il primo in Lombardia per quanto riguarda i voti del
suo Partito, Forza Italia. Tutte le altre 11 province le ha
messe alle spalle.
- Crosio é il primo in Lombardia per quanto riguarda i voti del
suo Partito, la Lega. Tutte le altre 11 province le ha messe
alle spalle.
- Non va così bene a Tam che si piazza ottavo anche se staccato
di poco da tre altre province.
In democrazia i primi...
Ma i
primi sono fra gli ultimi...
A questi brillanti risultati invece, prodigio di questa legge
che abbiamo già definito, per la parte che ci riguarda, di
sottosviluppo giuridico, si accompagnano posizioni
incredibilmente penalizzate nella graduatoria dei resti. E
questo nonostante che noi siamo nel CUR (Collegio Unico) con
tutti i voti validi di valtellinesi e valchiavennaschi mentre le
altre province ci sono solo con i voti residui dopo essersi
aggiudicati già i seggi.
Su 12 province Crosio risulta ottavo per la Lega, Bordoni per
Forza Italia e Tam per l'Ulivo noni.
Oltre alla posizione di bassa graduatoria impressiona il divario
di voti. Per acciuffare il seggio con i resti Crosio avrebbe
dovuto, rispetto il risultato avuto già brillante, aumentarlo di
quasi il 60%. Bordoni di circa il 65%. Tam addirittura avrebbe
dovuto raddoppiare i voti.
Il
rimedio
Il rimedio: cambiare la legge. E non é affatto semplice perché
la garanzia di elezione di un consigliere per Lecco e Sondrio
equipara la situazione ad un Collegio uninominale, e solo per
queste due province. In ogni caso però si tratta comunque di
procedere e per scelta anziché per sentenze.
Ma
perché non si é cambiata prima questa legge?
La domanda ricorre spesso in provincia e in genere con un
commento che in buona sostanza risulta critico perché pur
conoscendo la situazione non si é provveduto prima.
Non si é provveduto perché non esistevano le condizioni per
provvedere. Elementare.
Per cambiare qualsiasi legge elettorale occorre, - e meno male
che é così perché altrimenti potrebbero esserci colpi di mano
inaccettabili in democrazia - un larghissimo consenso. Si dice:
ma per una cosa così evidente... No. All'iscrizione all'odg di
una proposta di legge per Lecco e Sondrio si aggiungerebbero
emendamenti in serie ed inoltre, sullo sfondo, il tema
caldissimo delle modifiche allo Statuto.
Aggiungasi infine che magari a Milano qualcuno ritiene che
l'assenza di una provincia in Consiglio Regionale non sia
affatto un problema...
E qualcun altro può esser contento dei seggi che le province
periferiche perdono, visto che vanno al centro...
E
adesso?
Adesso il problema é politico per cui non entriamo nel merito.
Abbiamo documentato l'illiberalità - e siamo teneri! - della
legge.
Abbiamo accennato anche a risvolti di illegittimità
costituzionale.
Abbiamo portato l'esito di conteggi e simulazioni (in sintesi
perché sennò ci sarebbe voluto uno spazio enorme).
Abbiamo dato per scontato che non si può far finta di niente. Se
succedesse a Milano, beh allora non si farebbe finta di niente
in una provincia istituzionalmente espulsa dalla Lombardia nel
voto del 3-4 aprile e, se andasse così, definitivamente
disconosciuta dal Pirellone, con nuovo confine lombardo a
Fuentes, S. Marco, Aprica e Gavia.
Intendiamoci, siamo propensi a credere che, indipendentemente
dai colori politici, laggiù ci si renda conto cosa vuol dire
avere usurpato, sia pure involontariamente, il seggio che la
stessa legge, fissando la circoscrizione provinciale, riconosce.
E che si tratta di un caso unico in Italia.
Per il Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina: Alberto Frizziero
GdS 10 IV 2005 -
www.gazzettadisondrio.it