I casi di malori urgenti nelle località isolate Proposta al Ministro della Salute
Il Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina di Sondrio ha inviato al Ministro della Salute, al
Presidente della Regione Sicilia e al Sindaco di Lampedusa la seguente nota:
Molte località isolate - Il caso di Livigno
L'esperienza del '78 di diagnosi e terapia a distanza
Al S. Ministro della Salute – Roma
Al S. Presidente della Regione Sicilia – Palermo
Al S. Sindaco di Lampedusa
Oggetto: urgenze in località isolate
MOLTE LOCALITA' ISOLATE
Esistono molte località in Italia a rischio per i casi di
urgenza.
Sono quelle che non hanno adeguati presidi sanitari e che
richiedono tempi lunghi per il ricovero dei pazienti (il termine
calza ma purtroppo talora la pazienza non si coniuga con lo
stato clinico).
Facciamo il caso di Lampedusa, più vicina all’Africa che
all’Italia, in ideale rappresentanza di tutte le comunità che
vivono la stessa situazione, generalmente nelle isole ma non
solo.
I 5741 abitanti (censimento 2001) - cui si aggiungono le molte
migliaia di turisti nel periodo estivo – nei casi di necessità
di urgente ricovero devono fare affidamento sull’elicottero,
sempre che le condizioni meteo lo consentano e sempre che non
sia altrimenti impegnato, che in circa due ore di viaggio
raggiunge l’ospedale di Palermo.
At impossibilia nemo tenetur, secondo la saggezza latina. Non è
infatti razionalmente pensabile che in tutte queste isole o in
località isolate possa essere realizzata una unità ospedaliera.
Il quesito che si pone tuttavia è se queste difficoltà sono
proprio “impossibilia”, alla luce dei progressi della
tecnologia.
IL CASO
DI LIVIGNO
Soccorre un’esperienza di ben un quarto di secolo fa all’altro
estremo dell’Italia rispetto alla citata Lampedusa. Qui
l’ostacolo a un rapido ricovero non è rappresentato dal mare ma
dai monti. Il Comune di Livigno - secondo il censimento 2001
5069 abitanti cui si aggiungono le molte migliaia di turisti nel
periodo estivo e in quello dello sci – si trova oltre lo
spartiacque alpino, tanto che le acque del suo torrente
finiscono nel Mar Nero. Per raggiungere l’Ospedale Morelli di
Sondalo, quasi una cinquantina di km, si devono fare due passi,
il Foscagno a quota 2243 e l’Eira a 2208 m. slm. D’inverno i
meno venti, ed anche i meno trenta, gradi centigradi sono
frequenti.
Oggi l’apertura al traffico di un tunnel idroelettrico favorisce
la situazione per un più agevole ricorso all’ospedale svizzero
di Zernez, ma un tempo non era così.
L’ESPERIENZA DEL '78 DI
DIAGNOSI E TERAPIA A DISTANZA
Ebbene, nel 1978 il Presidente dell’Ospedale Morelli, in modo
antesignano, collegò Livigno, tramite le linee telefoniche, con
l’Ospedale. Nel poliambulatorio di Livigno il paziente subiva i
controlli (raggi X, elettrocardiogramma ecc.) e l’esame, in
tempo reale veniva effettuato dagli specialisti a Sondalo che
quindi potevano dare le indicazioni più opportune, diagnostiche
e terapeutiche, al medico di base.
ESPERIENZA DA IMITARE OGGI?
Se questo era stato fatto un quarto di secolo fa a maggior
ragione dovrebbe essere possibile, con lo sviluppo tecnologico
ed anche delle comunicazioni, attrezzare le località isolate,
formando adeguatamente i medici locali, con la strumentazione
più idonea, presumibilmente facendo capo ad un unico centro
specializzato appunto in diagnosi e terapie di urgenza
telematiche in funzione permanente.
Non sappiamo se questa via sia stata già valutata.
Sicuramente non è stata percorsa.
E’ parso pertanto opportuno segnalare questa possibilità.
Distinti saluti
Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina
GdS 28 VIII 03 -
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