ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) PRESEPE 2) L'IDEOLOGIA GENDER 3) BUON

1) PRESEPE

Mi sento strano questa mattina. Mi ha svegliato la radio sveglia. Più precisamente Fabrizio de Andrè e il suo Testamento. "Questo ricordo non vi consoli…quando si muore, si muore soli". Mi alzo. Simonetta ha preparato il caffè. Lo bevo. E penso. A mio padre. Non dimenticherò mai il suo viso, perché lo vedo ogni volta che mi guardo allo specchio. Amava ripetermi spesso due citazioni. Quella di William Shakespeare: "Siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni." Nonché quella di Arthur Schnitzler: "E nessun sogno è mai interamente un sogno".In fondo non è affatto male il caffè. Peccato che la radio interrompa le mie riflessioni.

Una notizia traumatica. Un indice sconvolgente dei tempi dolorosi in cui viviamo. Siamo, purtroppo, arrivati a questo! Non scherzo, sto dicendo sul serio. Anche i più innocenti simboli del Natale, come Gesù Bambino ed il Presepe, da sempre i più cari all'infanzia, stanno in questi giorni aprendo un forte problema di convivenza fra religioni e culture, specialmente nelle scuole. Sono trascorsi quattro anni da quando una

sentenza del Tribunale dell'Aquila aveva imposto la rimozione del Crocefisso dalla scuola elementare di Ofena a seguito della richiesta avanzata da Adel Smith, presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, il quale si è sempre caratterizzato per i suoi atteggiamenti fondamentalisti. Ed infatti, anche negli anni successivi, sempre ad Ofena (la cittadina abruzzese dove vive Smith) per non offendere la sua sensibilità e quella della sua famiglia, si era preferito rinunciare del tutto al Presepe e ai canti di Natale, sia nelle scuole che nelle

strade. Tutto questo è inaccettabile. Fortunatamente in questo Natale del 2008 le cose sono andate

diversamente.

A questo punto, senza neppure radermi, esco. Camminando sul lungomare, continuo a riflettere. Rimane, comunque, un fatto grave che noi italiani, che viviamo in una comunità che ha profonde radici cattoliche, siamo obbligati ad assistere inermi e questo storpiamento religioso. Certo, si può ben parlare di razzismo

al contrario. Queste scelte, a mio parere, non appaiono, infatti, motivate da senso di rispetto e tolleranza per le altre religioni ma costituiscono, invece, una vera e propria rinuncia alla difesa dei nostri valori cristiani e tradizioni culturali. Ma l'esposizione del crocifisso (così come il Bambino del Presepe) non lede in alcun modo la libertà dei mussulmani e degli ebrei (o degli atei), come non ledono la libertà dei cristiani le stelle di

David dello Stato ebraico o le mezze lune delle bandiere islamiche. Difatti le recenti esperienze insegnano che abbiamo, sparsi per l'Italia, educatori vittime della sindrome di Stoccolma, che solidarizzano ostentatamente con chi sta sequestrando i valori cattolici fino a togliere il Crocifisso dai muri e Gesù dal testo di canzoni e preghiere natalizie, nonché dal Presepe. Penso che noi cattolici dovremmo uscire dal letargo e dal torpore e cominciare, intanto, a chiedere ai mass media di dare maggiore attenzione al significato cristiano del Natale, come del resto ha anche recentemente consigliato Papa Benedetto XVI. Se, invece, restiamo in silenzio di fronte a queste vicende, si potrebbe con il tempo arrivare ad una violazione della libertà dei bambini, ai quali potrebbe essere scippata del tutto la festa più simbolica dell'infanzia: la nascita di Gesù. Il principio di tolleranza è certamente, in primo luogo, un valore a difesa delle minoranze; ma

anche le minoranze debbono prender serenamente atto dei modi di essere, di sentire, di esprimersi della

maggioranza. E rispettarli. Speriamo che, sull'onda di quando è successo ad Ofena, triste cittadina senza Natale, certa magistratura non abbia eliminato anche in altre città i festeggiamenti tradizionali come il presepe, cosa peraltro avvenuta, oltre che ad Ofena, anche in molte altre scuole emiliane e romagnole su indicazione di alcuni insegnanti. Ed io, romano de Roma, da cittadino dell'Urbe auspico un ritorno alla

riscoperta delle nostre tradizioni.

Un'ultima occhiata al mare. Poi torno a casa, con la mia barba e la mia stanchezza.

2) L'IDEOLOGIA GENDER

Mi alzo. Oggi non lavoro. E' festa! Decido di uscire senza una meta precisa. Prove generali di vita da pensionato, mi dico, tra il divertito e lo sconsolato. Quando esco, mi ritrovo davanti a una giornata dicembrina senza una nuvola, fredda e luminosa. Salgo in macchina. Destinazione? Incerta!

Inaspettatamente, inizia a piovere. Sempre di più. Il diluvio non accenna a perdere forza. Cammino praticamente alla cieca perché i tergicristalli non ce la fanno a spazzare l'acqua. Allora, accosto. Scendo dalla macchina. Entro in un bar. Sono tutto bagnato. Prendo un caffé. Leggo il giornale. Ma cosa c'é scritto?

Incredibile! Benedetto XVI critica quella che definisce "l'ideologia gender", dichiarando che è Dio a decidere tra uomo e donna e che "volersi fare da soli è una forma di autodistruzione dell'uomo". Lo afferma Benedetto XVI per spiegare, nell'atteso discorso alla Curia Romana riunita per gli auguri natalizi, la posizione della Santa Sede contro la discrimnazione dei gay ma anche contro l'equiparazione di queste coppie alle altre che sono state molto contestate in queste ultime settimane.

"Qui - spiega il Papa - si

tratta di fatto della fede

nel creatore e dell'ascolto del linguaggio della creazione, il cui disprezzo sarebbe un'autodistruzione dell'uomo e quindi una distruzione dell'opera stessa di Dio".

E conclude: "Ciò che spesso viene espresso ed inteso con il termine "gender" si risolve in una autoemancipazione dell'uomo dal creato e dal creatore ". Un rumore mi fa voltare di scatto. Qualcosa si agita dietro di me. Mi guardo intorno a occhi sgranati. Da un tavolino fa capolino un viso sorridente. E' Ferruccio.

"Ehi! Accidenti a te! Mi vuoi spaventare?" gli dico scherzando. Ferruccio ride e mi guarda negli occhi. "Che cosa c'é che non va?" "Niente." "Senti, si vede lontano un miglio che stai male". Si siede vicino a me. "Che cosa ci fai in questo bar?" "E' un bel posto, qui. Ci vengo spesso". Poi gli faccio leggere l'articolo del giornale.

"Ah, ecco!" fa lui, col tono di chi ha capito tutto. "Sei stupito di questo fatto". "E già. Il Papa ha detto..." "Chiudi la bocca, Mario" scherza Ferruccio, ma anche lui é colpito dall'ideologia gender. Ed infatti, subito aggiunge, contraddicendosi: "Dimmi, Mario, che cosa ne pensi tu?". Prendo coraggio. La domanda mi pare sibillina, ma decido di rispondere con sincerità. "Ecco, io...la penso come il Papa". "Capisco", fa lui. "E posso sapere come hai raggiunto questa consapevolezza?" "L'uomo crede di farsi da solo e disporre da solo,

sempre ed esclusivamente, di ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo spirito creatore e va verso l'autodistruzione" replico. "E non ti pare che questo sia un motivo quanto mai sciocco per rispondere?". Il tono é così duro che io comincio a rimpiangere la mia risposta. Ma, subito dopo, dico: "Non è l'uomo che decide, è Dio che decide chi è uomo e chi è donna". E' importante che la tua motivazione sia forte, Mario, perché avere delle certezze assolute come le hai tu, é arduo. Inoltre, il saggio é chi ha sempre dubbi". Sobbalzo sulla sedia. "Come Ferruccio?" "E' così difficile riuscire a capire cosa sia giusto e cosa no..." Rimango colpito dalla sua risposta. Alla fine decidiamo di uscire dal bar. Non piove più.

Il nostro ritorno a casa ce lo possiamo prendere con comodo.

3) BUON 2009

E' una serata chiara con la luna piena. Seduto sul divano, leggo. Dalla lettura dei quotidiani, apprendo che il problema dei botti illegali è diventata una questione scottante. Scrollo le spalle. Lo scorso anno era il botto "Finanziaria" o la "testata di Zidane", negli anni precedenti sul mercato clandestino era andato a ruba lo "Tsunami", prima ancora lo storico "Pallone di Maradona". Fisso il giornale con occhi spaventati. Quest'anno, tra a i botti illegali, ci sono anche gli "Occhi di Bin Laden", sinistro nomignolo affibbiato ad una vera e propria bomba che esplode con grande potenza. Non so cosa dire: sono ordigni pericolosissimi. Mi accarezzo il mento. Nervosamente, cercando di smaltire lo shock provocatomi da questa notizia. A Napoli hanno

attivato addirittura un numero verde per segnalare i venditori di botti illegali.Mi ricordo le foto-choc del

pronto soccorso il primo dell'anno. Di ogni anno. Già. Entra in casa Gabriele. Con una amica. Bella e col cane.

Un cocker. Alan. mi salutano e vanno in un'altra stanza. Alan li ignora e, dal momento che la porta del salone è aperta, entra e si infila sotto il divano.Mentre accarezzo il capo del cane festante, do uno sguardo al

telegiornale. "Anno nuovo vita nuova!" Sono troppo distante dalla finestra, ma sento ugualmente il frastuono dei botti di capodanno. Di tanto in tanto delle vere e proprie esplosioni illuminano il cielo notturno. Improvvisamente, alle mie spalle, Alan trema. Spengo la tivvù e lo accarezzo per riportarlo alla calma. Agita allegramente la coda e abbaia debolmente. Lo prendo tra le braccia. Mi sdraio sul divano, accarezzando il suo muso con le mani. Altri botti. Nonostante la piccola stazza, il cagnolino é forte e determinato e si agita ancora. Nello stesso momento, i rumori dall'esterno si affievoliscono. Alan si calma.

Sto bene qui sul divano. Sto talmente bene che quasi mi appisolo. In uno strano stato di dormiveglia, penso a chi non mi ama. Oh, Signore, Dio delle vendette, mostra la tua gloria! Fino a quando certe persone trionferanno, accaparrandosi consensi e applausi? Salvaci, Supremo giudice della terra! Abbatti i nostri

nemici, fai cadere loro addosso una pioggia di carboni accesi, distruggili nel fuoco eterno, seppelliscili in fosse profonde da cui non possano risorgere! Amen!

Un botto più forte degli altri mi fa sobbalzare, svegliandomi. Apro gli occhi, abbandonando strane preghiere

sacrificali. Dopo qualche minuto riaccendo la tivvù. "Anno nuovo vita nuova!" Ci metto un po' a digerire le ultime notizie. Mentre il Cronista parla, penso. I telegiornali-disgrazia, con persino notizie visive sopra, scritte scorrevoli sotto sono ormai monotoni. La gente non sa più come ammazzarsi: con coltello, pistola, affettamento, in macchina, ascensore, scuola, cucina ecc. "Anno nuovo vita nuova!" Ancora un po' e la novità sarà quell'antica normalità del passare il capodanno in compagnia, mangiando "sono a dieta ma", bevendo "tanto non guido", ridendo e "spettegolando" (che adesso si legge gossip) degli amici appena andati via. Nel frattempo sono arrivati Alessandro e Simonetta. Guardo Alan. I suoi occhi sono umidi e sinceri. "Anno Buono per tutti!" Dico bene?

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