ARGOMENTO PROPOSTO DA Marzia CANITTO PROSPERI: A CHE SERVE IN CARCERE?

Due mesi fa, nel pieno della notte tra il 21 e il 22 maggio,

e' stata portata in carcere la signora Anna Maria Franzoni Lorenzi, dopo una sentenza di alcuni giudici della Corte di Cassazione. Un "caso" emblematico, da tanti punti di vista, una cosa tristissima della quale, al di la' della volonta' dei giudici, e' ragionevole cercare di capire il senso.

La mancanza di prove, di arma del delitto, di movente, di confessione, (nonostante le pressioni dei carabinieri e la detenzione preventiva in carcere) non contano nulla? Conta solo la burocrazia giudiziaria, per decidere il destino delle persone e delle loro famiglie? Neppure cento indizi fanno una prova... In ogni caso la questione in un certo senso ancora piu' "intrigante" e generale, sia dal punto di vista umano che da quello civile-giuridico, e' un'altra: perche' la pena per un colpevole (effettivo o persino ipotetico...) deve essere sempre e comunque il carcere? E' una sofferenza voluta e provocata per "vendetta delegata", nel nome e per conto di una vittima e dei suoi parenti? Nel caso Franzoni certamente no! E' un deterrente "sociale" per "insegnare" a qualcuno che un certo atto non e' buono? Oppure le de-privazioni e i tormenti fisici, psicologici,

economici, affettivi, servono a "rieducare" una persona? Nel caso Franzoni certamente no! E' utile in qualche modo alla societa'? Neanche un poco! E al marito, ai figli, ai familiari, al paese in cui la signora Franzoni vive e dove tutti la conoscono da sempre e la considerano innocente? Quali vantaggi? Quale "bene"? O magari si tratta semplicemente di una dimostrazione di potere dei giudici che si ritengono per mestiere "delegati alla vendetta", sempre e comunque come nei tempi antichi, su un "capro" espiatorio, per dare "sicurezza" a noi "cittadini perbene"? Chissa'...

Meglio cento colpevoli liberi che un innocente condannato, si diceva, ma il buonsenso e la civilta' giuridica hanno ancora spazio in Italia?

Cordialmente.

Marzia Canitto Prosperi

I processi indiziari dividono sempre la pubblica opinione che però non ha tutti gli elementi di giudizio a disposizione. Bisogna tenere presente anche questo (ndr)

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