ARGOMENTO PROPOSTO DA NANDO MASCHERA, COORDINATORE REGIONALE “MODERATI-RIFORMISTI”

“Ner modo de pensà c'è un gran divario: mi' padre è democratico cristiano, e, siccome è impiegato ar Vaticano, tutte le sere recita er rosario; de tre fratelli, Giggi ch'er più anziano è socialista rivoluzzionario; io invece so' monarchico, ar contrario de Ludovico ch'è repubbricano. Prima de cena liticamo spesso pe' via de 'sti principî benedetti: chi vò qua, chi vò là... Pare un congresso ! Famo l'ira de Dio ! Ma appena mamma ce dice che so' cotti li spaghetti semo tutti d'accordo ner programma. ”

E’ l’immagine che rappresenta efficacemente il governo Prodi. Ne sono passati di anni, ma nella politica italiana non è cambiato nulla. E’ proprio come Trilussa la descriveva in un sonetto del 1915. E se le regole non cambieranno, continueremo ad assistere a questi deprimenti spettacoli. Con la vittoria di Veltroni a leader del Pd, Prodi si sente assediato e minaccia chissà quale diluvio dopo di lui. Secondo noi invece … chi lo manderà a casa otterrà la gratitudine dei cittadini e pure qualche merito elettorale.

Mastella dice che la maggioranza quasi non c’è più e che ci si avvicina velocemente verso il voto anticipato. Quasi ad auspicarlo. Anche se non lo dicono pubblicamente, la pensano così tutti i partitini (da Di Pietro ai Verdi passando per Rotondi, Diliberto, Storace …) perché sulla loro esistenza incombe la mannaia referendaria. Andando alle elezioni in primavera, secondo gli schemi delle leggi vigenti, si sposterebbe di un anno il Referendum e la loro sopravvivenza politica sarebbe pertanto assicurata.

La battaglia contro il Referendum sarà durissima. La vittoria dei quesiti referendari colpirebbe a morte la partitocrazia che cerca forme diverse per risorgere. Il potere politico consolidato consente infatti alle oligarchie di fare del loro partito ciò che vogliono per una organizzazione personalizzata e per attingere ampiamente ai finanziamenti pubblici. Questo meccanismo moltiplica però all’infinito il numero dei Partiti e, non appena uno può, si fa il proprio (… vedi ultimamente Dini e Bordon). Il Referendum spazzerebbe via tutto ed eliminerebbe le piccole formazioni.

Nella campagna antireferendaria troviamo curiosamente in prima linea uno strano terzetto: Mastella-Lega-Rifondazione. Recentemente, a questo trio si è aggiunto anche Casini che vede in pericolo il proprio partito perché, stando agli ultimi sondaggi, sarebbe molto sofferente di consensi.

Attenzione: la battaglia non si giocherà però tra il “si” e il “no” ma tra il “Sì” e l’astensione. Non ci saranno grandi campagne contro il Referendum perché la vera arma sarà la congiura del silenzio. Il sistema ha molte carte da giocare … a cominciare dal controllo dell’informazione. Soprattutto quella televisiva.

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