ARGOMENTO PROPOSTO DA Valerio: VALTELLINA 2007

Nota del Direttore: responsabilità che vengono da lontano

Egregio Direttore, sento il bisogno di esternare qualche informazione e impressione, che personalmente ho tratto dall’aver sentito alcune cose dette alla tre giorni di Morbegno.

Sono partecipato alla prima giornata di lavoro del convegno “Valtellina 2007, vent’anni di sviluppo e protezione del territorio”, promosso dalla Regione Lombardia in quel di Morbegno, lo scorso 11 giugno c. m..

Da parte, sia del Presidente Provera, sia dell’assessore Regionale Cattaneo sono state dette cose e fatte affermazioni politiche sicuramente interessanti e anche in qualche modo condivisibili per quanto concerne lo sviluppo futuro della Valle se non fosse che nella foga oratoria i due abbiano tralasciato pezzi importanti di storia, aggiunto meriti non loro e nascosto alcune verità che attengono alle vicende post-alluvionali, compresa la ricostruzione e rinascita economica della Provincia di Sondrio messa in ginocchio dalla catastrofe del 1987.

Infatti, l’impressione non soltanto mia, è che i due se la sono cantata e suonata a vicenda con la benedizione finale del Presidente Formigoni che non ha risparmiato loro elogi, encomi e ringraziamenti, avendone ben donde visto e considerato che con la loro complicità ha potuto presentarsi come elargitore benevolo di soldi già nostri, mantenendo però per sé il potere decisionale circa la gestione dei medesimi. Insomma, il Presidente Formigoni è venuto a Morbegno in pompa magna a dirci cose già note, ossia quelle di avere trovato un gruzzoletto di risorse per finanziare la tangenziale di Morbegno (appunto coi soldi già di competenza del demanio idrico della provincia di Sondrio) a completamento della traccia della SS. 38 fino al Tartano.

A conclusione del suo breve intervento, Formigoni non ha mancato di dichiarare, come è suo costume, che lui sta lavorando ad un progetto globale di assetto sociale, economico e culturale, per tutta la Lombardia, dentro il quale la Valtellina ha un posto prioritario e che al centro di tutto c’è la persona umana. Così dicendo ha concluso la sua performance (dieci minuti in tutto) abbandonando la sala con tutto il suo codazzo di funzionari e assessori (giunti a Morbegno con tre elicotteri) facendo così capire a tutti che “la persona al centro del suo progetto globale” è lui medesimo.

In prosieguo del dibattito a senso unico (nel senso che al pubblico, poco per la verità, non era permesso intervenire) Il dott. Provera, nel suo intervento ha accusato i valtellinesi di ritardi culturali e decisionali circa la destinazione, l’uso e la gestione del territorio di fondovalle. Li ha accusati di non possedere una cultura per l’uso e la valorizzazione della ferrovia; di aver permesso di fare scempio del territorio con la costruzione di capannoni lungo tutto il tratto stradale della SS. N. 38 da Piantedo a Tirano. “Dicano i valtellinesi se vogliono dedicarsi solo al mero consumismo o se desiderano dedicare maggiori energie all’assetto dell’ambiente e alla promozione del loro territorio!” ha esordito con una certa veemenza, mentre ammiccava con i suoi compari presenti in sala, dimenticando di aggiungere che lo scempio dei capannoni lungo la valle ricade anche sulle sue responsabilità per avere condiviso prima e praticato poi pesanti ritardi circa la approvazione del Piano di Coordinamento Provinciale: l’unico vero e importante strumento giuridico che avesse il potere di contrastare quell’orribile scenario lungo tutta la statale 38.

Ma, purtroppo, di valtellinesi presenti in sala ce n’erano pochini: io ne ho contati 39 in tutto compresi i suoi amici più intimi con i quali non ha risparmiato ammiccamenti, baci e abbracci.

In conclusione, almeno per quanto riguarda la prima giornata del convegno, devo dire che è stata di una delusione unica, sia per quanto concerne la presenza di amministratori pubblici, sia per il contenuto degli argomenti, che per la dispendiosità della manifestazione e per l’eccessiva ostentazione di potere.

L’unica cosa certa che di quella chermesse rimarrà al popolo valtellinese, ad eccezione delle rievocazioni storiche dell’ex ministro Zambelletti e del dott. Presbitero, sarà il pagamento delle spese.

Valerio

Il problema è più complesso. Tengo a ricordare il Piano urbanistico della Comunità Montana unica di Valtellina, quanto di meglio allora realizzato in Italia. Fosse entrato in vigore avremmo una Valle cento volte migliore sotto ogni profilo, anche perché quel Piano, al contratio dell’attuale PTCP, aveva poteri prescrittivi. I capannoni non sarebbero sorti come funghi a lato della Statale per una ragione molto semplice, e cioè che erano previste, fra le 5 o 6 grandi e altrettanto piccole, queste di fatto per i modesti ampliamenti delle accende esistenti. Chi voleva insediarsi avrebbe dovuto andare là. E così per una serie di altri problemi. Si è voluto spazzare via la Comunità unica, un errore colossale (lo ha ammesso l’allora consigliere regionale Contini che pure era per le 4 Comunità (Alta valle e Turano assemblati insieme). Non c’è solo il problema dei capannoni. C’è ad esempio la Statale 38, che a un anno e mezzo dall’incarico al prof. Darios era già pronta per l’appalto nei quattro tratti prioritari, due realizzati subito, uno, quello preferito a grande richiesta (Mazzo-Grosio) realizzato dopo anni per problemi locali, uno, tangenziale di Sondrio posposta alla precedente ma allora pronta per l’appalto (non quella poi realizzata ma il progetto originario, dalla cacciatora di Castione). E poi il Morelli, e poi il Piano della Selvetta, e poi la Società energetica di Valle, e poi i Bagni di Bormio eccetera.

Per gran parte della provincia vale il detto “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

In questo ha, purtroppo, ragione Provera. Quanto ai discorsi su Formigoni, che allora non c’era, ricordiamo che i fautori locali della frantumazione della Comunità unica di Valtellina avevano trovato una bella sponda in quel di Milano. La CM unica dava fastidio laggiù, perché, usando intelligentemente i poteri che la legge dava, se li si sapeva usare, di fatto ve derivava una forte capacità autonomistica. Non solo, ma opportunanamente cavalcando certi problemi, aveva ottenuto il consenso degli Enti Locali della regione al punto, ad esempio, non solo di bloccare una proposta di legge urbanistica “milanocentrica” ma addirittura spuntando l’accoglimento delle proprie linee.

Ahimé, fiera delle occasioni perdute. Ma non tutti sullo stesso piano di responsabilità

(NdD)

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