ARGOMENTO PROPOSTO DA Aidaa: LE BARE ECOLOGICHE

Ogni anno un milione e mezzo di alberi di alto fusto e di legno pregiato vengono abbattuti per realizzare le bare destinate ai defunti italiani.

Un milione e mezzo di alberi il dei quali molti provenienti dalle foreste africane o dell’estremo oriente rappresentano una superficie media di 4,5 milioni di metri quadrati di disboscamento pari a 4.500 chilometri quadrati di superficie boscata del pianeta che viene periodicamente disboscata per costruire le bare.

Se le piante utilizzate per questo scopo nei paesi europei vengono prevalentemente fatte crescere in aree di produzione intensiva e quelle tagliate vengono rimpiazzate con nuovi alberi che vengono piantate nelle coltivazioni, cosi non avviene per gli alberi tagliati in Africa o nel sud-est asiatico dove milioni di alberi ogni anno vengono tagliati senza una politica di controllo del territorio con il risultato di milioni di ettari di terreno disboscato ogni anno con i problemi conseguenti sul clima e sull’ambiente mondiale.

L’associazione italiana difesa animali ed ambiente lancia quindi un’appello a tutte le persone di buona volontà, ma anche ai produttori e ai venditori di casse da morto per incentivare anche in Italia l’uso di casse ecologiche composte da materiale di recupero del legno o da plastica biodegradabile.

Perchè per ogni nostro caro che ci lascia non dobbiamo dimenticare che se ne vanno con lui almeno tre alberi due dei quali sicuramente non saranno ripiantati.

La proposta di AIDAA ha trovato il consenso tra alcune sezioni della Socram la società di coloro che decidono di farsi cremare dopo la morte, infatti escludendo la questione dei costi notevoli delle bare di legno pregiato, coloro che decidono di farsi cremare spesso scelgono di farlo in una bara ecologica.

“E’ una questione di cultura- commenta il presidente AIDAA Lorenzo Croce- ci rendiamo conto che non si tratta di un’argomento facile o sul quale qualcuno potrebbe fare dell’ironia, ma cosi come si è avviata una tendenza non certo da sottovalutare di utilizzo di altri materiali che non siano il legno per quanto riguarda i mobili, crediamo si possa con una adeguata campagna promozionale e di spiegazione promuovere anche l’uso delle casse da morto costruite con materiale ecologico e che per questo, vale la pena ricordarlo, non sono meno di impatto di quelle costruite con legno prezioso. Il problema- continua Croce- è che in Europa gli alberi tagliati il cui legno viene utilizzato per questi scopi fanno parte di coltivazioni intensive per le quali è previsto un ciclo temporaneo di rimpiantumazione, diverso invece quanto avviene in Africa o in Asia dove non esistono politiche di controllo del territorio e le foreste spesso non vengono affatto reintegrate con nuove piantumazioni”.

Del resto non è certo solo una questione che viene posta dagli ambientalisti italiani, in quanto anched in uno stato africano quale il Kenia lo stesso ministro dell’ambiente keniota per proteggere il patrimonio forestale di quel paese ha proposto l’introduzione delle bare in plastica biodegradabile.

La stessa questione in maniera seria è in fase di studio anche in molti altri paesi europei, in Italia ci aspettiamo almeno una prima parziale presa di coscenza su questa proposta e per questo ci rivolgeremo alle ditte produttrici e ai rivenditori per promuovere una campagna di sensibilizzazione per la tutela del patrimonio forestale e l’individuazione di bare costruite con materiali alternativi.

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