ELEZIONI A SONDRIO - DA “IL GIORNO” DI MARTEDI’ 20: SINDACO NO, PODESTA’ SI, E CON CARTA BIANCA

Martedì 20 Il Giorno ha pubblicato un’intervista di Irene Tucci al nostro Direttore Alberto Frizziero dopo che il settimanale Centro Valle aveva pubblicato sabato 17 che lui era in pista insieme con un altro ex Sindaco, Flaminio Benetti, e con l’ex Presidente della Camera di Commercio Alberto Dassogno.

Questo il testo:

Elezioni a Sondrio e, come sempre, rispunta il nome dell'ex sindaco Alberto Frizziero. Friz ma si ricandida?

Ci sono dati personali e dati di squadra. Se per caso qualche squadra mi volesse, periodo ipotetico del terzo tipo, vorrei una cosa impossibile: carta bianca. Sindaco no, una specie di podestà sì, sia pure democratico, per prendere di petto i problemi strutturali del capoluogo. Ma fanno già fatica, tutti, a convergere su un Sindaco, figurarsi su un podestà! Per fortuna mia e felicità di mia moglie

Avrei fatto invece volentieri il “saggio”, per le poche settimane necessarie,, non perché mi ritenga tale ma per l’esperienza di 21 anni in Comune. Usando del dovuto rispetto per ruolo e persona del Sindaco, di un corretto rapporto politico con maggioranza e minoranze, sicuramente con soddisfazione di tutti loro e anche con quella fantasia che non ha mai lasciato la mia azione amministrativa, non sarebbe arrivato il Commissario. Fortunatamente per me e sfortunatamente per il Comune a qualcuno il mio nome ha dato fastidio. Presunzione? No, semplice constatazione.

Fastidio a chi? Sia più chiaro, non faccia il democristiano.

A chi non va a genio la fantasia e chi fa di testa sua… (Quanto alla battuta il democristiano é una figura che molti rimpiangono, almeno per il costume che caratterizzava la DC, come gli altri Partiti, qui in Valle)

Sostiene che oggi è molto più facile fare il sindaco rispetto ai suoi tempi, quindi parliamo degli anni ottanta

Oggi è molto più facile fare il Sindaco. Spiegarlo porterebbe via troppo spazio ma se qualcuno non è d’accordo sono disponibile a dimostrarlo in pubblico dibattito. Non è comunque semplice andarlo a fare nella primavera del 2008. A poco più di una ventina di settimane dal voto dovrebbero esserci già delle idee. C’è invece una situazione sfrangiata, strutturalmente inadeguata, con giochini e pettegolezzi. Se si arriva in zona Cesarini come l’altra volta si creano le premesse per guai successivi.

Secondo lei era giusto iniziare i lavori in Piazza Garibaldi considerata la perenne crisi della Giunta Bianchini?

Sì.. Quei lavori che noi eravamo pronti ad avviare all’inizio del 1985 per fortuna sono partiti. La stasi non dipende dalla situazione politica, ma da quella, si fa per dire, archeologica. La stasi che però preoccupa è ben altra: è quella della città.

Cosa fare per venirne a capo?

Ci sarebbero tre grosse cose di portata strategica, tanto per cominciare. Ma è inutile che le proponga. Tutte le mie proposte hanno sempre fatto la stessa fine: condivise, una volta realizzate, ma criticate al momento dell’esposizione. Se le proponessi farebbero una magra fine. Visto che non posso farle da podestà le proporrò, riservatamente, al nuovo Sindaco, donna o uomo che sia, libera/o di mandarle avanti o di cestinarle.

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