ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) ANCORA LE BR 2) PALUDE SPIRITUALE MA C’E LA CONSOLAZIONE 3) UNA RAGAZZA CON CAPELLI LUNGHI E RICCIOLI NERI…

1) ANCORA LE BR

Accendo la TV. C’è il tg. Ehilà, ci risiamo: ancora le Br! Dopo un'indagine durata quasi tre anni, la Digos ha arrestato quindici militanti. Le accuse sono pesanti: banda armata e associazione sovversiva. Nel frattempo il commentatore dice: “ Obiettivi: una casa di Berlusconi a Milano, la sede del quotidiano Libero, gli studi di Sky e di Mediaset a Cologno Monzese, la sede dell'Eni a San Donato Milanese, il professore universitario Pietro Ichino, il dirigente dell'Eni Vito Schirone e il dottor Luigi Roth”. Non solo: i brigatisti arrestati rifiutano di rispondere ai magistrati. Anzi: continuano a minacciare. Dopo il tg, discussioni e dibattiti su varie reti. Opinionisti e politici dicono di non sapere bene di cosa si tratti davvero e neppure l'effettivo grado di pericolo di queste ipotetiche nuove Br. Ripetono che esprimere giudizi avventati non ha alcun senso, e sbaglia chi dice di essere già in grado, oggi, di definire i contorni della nuova galassia del terrorismo di sinistra. L'unica cosa seria da fare è attendere con calma gli sviluppi delle indagini e la ricostruzione delle biografie politiche degli indagati, non fosse altro perché non sono mancati, anche in anni recenti, episodi controversi di inchieste finite in bolla di sapone. Al di là delle parole, mi rimane una certezza: l'estremismo, fino al limite massimo dell'uso delle armi, non è mai del tutto scomparso in Italia. Molte volte è stato dato per annientato, sconfitto, distrutto. Ma è ritornato sempre. Cornice ideologica: resistere al nuovo che avanza, anche con la forza e, soprattutto, con tutto l’odio politico possibile. Intanto: “Mi dichiaro prigioniero politico”, così ha detto un nuovo brigatista al magistrato che lo interrogava. Dopo anni dai primi processi alle Br. All’incirca trenta. Resta la sensazione di un assurdo tuffo nel passato. Spengo la tv. Qualsiasi altro commento è inutile. Mario Pulimanti

2) PALUDE

La spiaggia è deserta. Sto sulla riva e guardo con occhi astiosi il sole che tramonta. Stasera il mare sembra scosso da una corrente molto forte. Anch’io mi sento scorrere via. Sono troppo debole per oppormi ancora a quella corrente di pensieri, oggi imperante, così distante dalla mia. In mano ho il giornale. Anche oggi c’è scritto che politici di maggioranza sembrano mettere in dubbio tutto. Cioè, tutti i precedenti provvedimenti presi da chi li ha preceduti. Dicono che non c’è più niente che debba andar bene, ora d’un tratto deve cambiar tutto. Vorrebbero contagiare tutta la società con la loro perfida inquietudine, con il loro puro e semplice desiderio di essere scontenti e di non essere soddisfatti di nulla. Un enorme caos regna nelle loro teste. Continuano ogni giorno a pontificare senza ritegno. Comunque molte persone che conosco appaiono profondamente impressionate al cospetto di tanto sapere. Ridicolo! Tutto questo non lascia presagire niente di buono! Perché se si può metter in dubbio la religione cattolica, il Concordato e il Papa, se si arriva al punto di affermare che esistono ordine, etica e felicità soltanto per ragionevolezza degli uomini stessi, allora certo non c’è da meravigliarsi se tutto va a rotoli. Forse la nostra è un’epoca strana. Palude spirituale, politica e religiosa. Ma poi alzo un poco lo sguardo e, a poche centinaia di metri di distanza, vedo venirmi incontro il piccolo Alessandro. Allora mi giro, meno depresso di prima, nel momento in cui si avvicinano mia moglie con Gabriele, il grande. Vado verso loro. D’un tratto tutto è passato. Forse, a torta finita, quelle di prima erano solo sciocchezze. Impressioni di un momento. Adesso la rabbia mi lascia in pace. E io non voglio altro. Naturalmente mi è tornato il buon umore.

3) UNA RAGAZZA

Stasera non c’è nulla in tv che mi piaccia. Eccomi, allora, davanti al pc. Ora posso scrivere. La mia stanza sparisce, in un attimo, inghiottita dai ricordi. Resto a guardare con gli occhi fissi il monitor. Penso. Improvvisamente, con la mano sinistra muovo il mouse, con la destra digito sulla tastiera, come uno che è in trance, e tuttavia ho gli occhi contenti. Mi vedo da giovane passeggiare la sera nei prati di Collevecchio; mi vedo tra le braccia di una ragazza con capelli lunghi e riccioli neri e vedo i contorni di un mazzo di rose sul davanzale della sua finestra, che oscilla alla brezza notturna; sento uccelli cantare qua e là e, da lontano, la musica dell’estate collevecchiana degli anni settanta; sento un bisbigliare fitto fitto nell’orecchio, sento un “ti amo” e sento che dalla gioia mi si rizzano i peli, ora! Ora, in questo istante! Apro gli occhi. Mi sento così ricco, così pieno di benessere, così libero, così buono…Poi spengo il computer e vado a dormire.

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