ARGOMENTO PROPOSTO DA Mario SEGNI: REFERENDUM, BISOGNA PARTIRE. APPELLO

"Coraggio amici, il meglio è passato"; fu una delle più significative frasi di Flaiano. E mi è tornata prepotentemente in testa dopo il voto sulla finanziaria al Senato, e la sciagurata vicenda del comma che abbreviava la prescrizione per i crediti dello Stato. Perchè non posso dimenticare, e anche se lo dimenticassi sarebbero in molti a ricordarmelo, che alla ultime elezioni non votai per il centro destra, e chiesi pubblicamente di non votarlo, perchè era venuto meno a alcuni elementari doveri della vita pubblica, primo fra tutti quello di non fare leggi ad personam. E' angosciante vedere che dopo sei mesi il centro sinistra ha fatto la stessa cosa. E per favore non veniteci a raccontare che è stato uno sbaglio, perchè siamo fessi, ma non sino a questo punto. Ma che alternative abbiamo? Se si votasse stravincerebbe Berlusconi, dicono i sondaggi. Ma anche a destra nulla è cambiato, e quindi ci ritroveremmo immutati i problemi che ci hanno afflitto per cinque anni.

Io però non la penso come Flaiano. Prima di tutto perchè penso che l'Italia sia meglio della politica che vediamo tutti i giorni al telegiornale. Ma poi perchè abbiamo costruito un meccanismo che può cambiare molto, e in meglio, la politica italia. Si tratta del referendum elettorale, di cui ho già parlato, e per il quale stiamo iniziando a muovere i primi passi. Ho già scritto, e lo ripeto, che non è la bacchetta magica. Non risolveremo tutti i problemi e non avremo di colpo statisti alla De Gasperi. Ma se vinceremo le cose cambieranno, e molto.

Perchè il referendum è un colpo mortale a quella sciagurata tendenza della politica italiana alla frammentazione, al particolarismo, alla rissosità che è uno dei nostri mali endemici. Male che, grazie al Mattarellum e altre furbate, ha resistito anche al collegio uninominale. Ma che dopo questo referendum, sempre in caso di vittoria, avrebbe vita difficile. Perchè l'effetto sarebbe semplice ma drastico. Per vincere bisogna fare una lista, non una coalizione. E inoltre in Parlamento si entra solo se si supera il 4% alla Camera e l'8% al Senato su base regionale. Dopo di che i furbetti italiani cercherebbero di aggirare la norma, di fare una lista unica mantenendo però le distinzioni. Ma intanto sarebbero costretti a presentarsi con un solo simbolo, un solo programma, un solo leader, e dopo le elezioni nessuno potrebbe dire "io con le mie mani e la mia faccia ho preso da solo il 1,7%, quei voti sono miei e se non fate come dico faccio cadere il governo". No, credetemi, le cose sarebbero diverse, anzi diversissime.

Alcuni dicono che questo referendum si combatterà soprattutto a sinistra, dove si contano già parecchi contrari. Può darsi. Io credo che questo referendum sarebbe una manna per una sinistra che rischia di essere uccisa dalla sua frammentazione e dalle liti intestine. Ma avrebbe delle grandi potenzialità anche a destra. E sarebbe una grande occasione proprio per chi spera, giustamente, che il centro destra di domani debba avere più senso dello Stato, più rispetto per le regole, più senso civico e morale di quello di oggi. Per questo penso che Casini faccia un grande errore a sparagli contro. E spero che un giorno Follini, per il quale ho grande stima, si ritrovi con noi a costruire una grande area liberal-cattolica.

Ma intanto bisogna partire. E questa nota ha anche un significato pratico, perchè ad aprile inizieremo a raccogliere le firme, e subito dopo le feste comincerà il lavoro organizzativo per la campagna. Per questo faccio una domanda: se sei d'accordo vuoi aiutarci? Si può fare in diecimila modi, firmando, facendo propaganda, raccogliendo fondi, organizzando riunioni, scrivendo agli amici. Studieremo assieme il modo. L'importante è che sappiamo che tu sei d'accordo, poi penseremo noi a metterci in contatto. Molti ci hanno già risposto, e se l'hai già fatto non perdere tempo a scrivere. Ma se non se lo hai fatto, e credi che sia una iniziativa utile, non perdere l'occasione. Se invece sei contrario, perplesso, e hai obiezioni o osservazione da fare, fammele, e ti ringrazio sin d'ora.

Arrivederci a presto dunque. E non ti faccio gli auguri di Natale, perchè scriverò di nuovo prima.

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