ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) STATALI 2) AMBULANTI 3) SIMONETTA 4) AMSTRONG 5) LIBIDO IN CUCINA

1) STATALI

Ho assistito alla trasmissione Domenica in di domenica 5 ottobre condotta da Massimo Giletti sul pubblico impiego e i cosiddetti fannulloni. Più che un dibattito è stato il solito show televisivo, peraltro moderato da un conduttore che non è stato, come avrebbe dovuto, super partes. Lo dimostra il fatto che quando veniva data la parola ai dipendenti pubblici presenti, oppure ai sindacalisti, in particolare al segretario generale della Funzione Pubblica Cgil Carlo Podda, questi non erano messi in condizione di fare un intervento esauriente. Un dibattito a spot e slogan, che non ha permesso ai telespettatori di capire l'oggetto della discussione, cioè quello che veramente fanno i 3 milioni di dipendenti pubblici. L'idea dominante è sempre stata quella che ha portato il ministro Brunetta a scagliarsi in modo indiscriminato e vessatorio contro i pubblici dipendenti. Non una parola sui tantissimi esempi di efficienza e di qualità di chi lavora negli uffici pubblici, negli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole, nei ministeri, nelle agenzie fiscali, negli enti parastatali, nei settori socio assistenziali... La trasmissione, così come era impostata, ha voluto confermare il luogo comune secondo cui il lavoratore pubblico è un fannullone per definizione, salvo dimostrazione del contrario. Poco importa che il segretario Podda abbia dimostrato, dati alla mano, che in un anno i dipendenti pubblici sono assenti per malattia esattamente quanto i lavoratori privati, cioé in misura fisiologica, e che le sanzioni per i fannulloni sono inserite da anni nei contratti nazionali di lavoro e, semmai, rimangono inapplicate per responsabilità dei dirigenti. Il messaggio che è passato è sempre lo stesso: bisogna colpire i lavoratori pubblici. Bisognava trovare un capro espiatorio di fronte al Paese e, anche in questa trasmissione, ci sono riusciti.

2) AMBULANTI

Tempi di crisi ed è boom delle bancarelle a Ostia e in Italia. Ma, accanto agli ambulanti regolari, nel settore si insinua un esercito di abusivi. Che solo a Roma potrebbero essere addirittura più dei regolari. E la maggior parte di loro sarebbero venditori ambulanti, in genere itineranti, che si affiancano a un ridotto numero di abusivi ipertecnologici che preferiscono usare il web per vendite al di fuori dei canali della legalità. Ma quest'ultima categoria è ancora talmente limitata da non essere rilevante. Mentre, a fronte di vendite nei mercatini rionali di tutto rispetto con un giro d'affari a livello nazionale di 25 miliardi di euro che rende la bancarella l'unico concorrente di rilievo del centro commerciale stupiscono le dichiarazioni dei redditi degli ambulanti, che registrano introiti medi di poco più di 10 massimo 12 mila euro all'anno. Ma che i mercatini vadano benissimo resta un dato di fatto.La Confesercenti, infatti, afferma che "pur ridimensionato rispetto alla forza numerica che aveva negli anni Ottanta tra il 2002 e la fine 2007 il numero di venditori ambulanti è aumentato in Italia di 36 mila unità". Tra le ragioni dell'aumento ci sono le liberalizzazioni della legge Bersani e il forte incremento portato da molti giovani che hanno preferito questa scelta imprenditoriale a situazioni di precariato lavorativo. La quasi totalità dei banchetti dei mercati sta diventando di proprietà di stranieri. Resta ancora particolarmente fluttuante l'andamento degli acquisti e cessioni di licenze da parte di stranieri. Quasi i due terzi degli ambulanti stranieri sono cinesi, che rappresentano il 15% degli operatori, trattano in genere abbigliamento, soprattutto intimo, e pelletterie di bassissima qualità e di basso costo, seguono i cingalesi, generalmente attivi come fruttivendoli, e i pakistani che trattano per l'abbigliamento etnico. I maghrebini restano legati ai loro settori tradizionali quali cinture, chincaglieria varia e tappeti.

Non sempre facili i rapporti tra gli italiani e gli stranieri.

Soprattutto i cinesi, che tendono ad acquistare le licenze in contanti a prezzi elevati sono accusati di far innalzare troppo i loro prezzi.

Difatti molti ambulanti ritengono che gli stranieri stiano rovinando il mercato. Ma, d'altra parte, c'é anche la speranza diffusa che i rapporti miglioreranno in futuro e che l'inserimento di stranieri tra le bancarelle migliorerà l'integrazione. In ogni caso é sotto gli occhi di tutti l'ottimo rapporto tra ambulanti e consumatori che vedono nel mercato sotto casa una garanzia di qualità e di cortesia. Il problema più contingente, semmai, è la presenza, di uno stuolo di abusivi che nel Lazio nel 2007 avrebbero sottratto al mercato ben settecento milioni di euro. Inoltre è consistente la fascia grigia che si pone a cavallo tra abusivismo e il rispetto, almeno parziale, delle regole. È il caso dei mercatini dei collezionisti che, data la loro diffusione, non rispettano più lo spirito di luogo di incontro di appassionati, ma attirano veri e propri professionisti che godono delle facilitazioni concesse agli hobbysti. E i commercianti lamentano in tutti i questi casi normative ancora inadeguate portando a modello l'Emilia Romagna dove sarebbe applicata con particolare scrupolo la legge regionale

4/2004 che prevede la confisca e la distruzione delle merci abusive.

3) SIMONETTA

Simonetta.

Ho scritto una poesia.

Parla di te.

Dice: sei

una stella.

Parla di te.

Dice: sei il sole.

Ad ogni tuo sguardo mi

inondi di splendore.

Dice di te: sei entrata in me.

Dice di te: hai

donato l'amore, hai donato il tuo cuore.

Parla di te, dei tuoi

capelli,

che sono belli.

Li accarezzo con dolcezza

Parla di te, dei

tuoi occhi,

che sono belli.

Li sogno.

Sei mia, sei il mio respiro, la

mia fonte

vitale.

Mi rendi felice, quando dici che mi ami.

Dolce e

profondo,

questo sentimento, senza di te lo sai, mi sento perso...

Amarsi...

Dal

settantacinque ci ritroviamo qui anche in quei momenti in cui sembra che siamo lontani...

Ci ritroviamo noi col pensiero, con

la mente, con

quel desiderio d'essere uno accanto all'altro...

Chiudere gli occhi,

allungare una mano e sfiorarci.

Dolcemente. Con

tenerezza.

Amorevolmente.

A Collevecchio, a Ostia o altrove, ovunque ... sempre insieme...

Il tuo, il mio pensiero insegue l'altro.

Dal

'75.

E finché

uno cercherà l'altro e sentirà un semplice "io sono qua"... questo vorrà dire amarsi...

Ti cerco: tu ci sei..

Mi guardi.

Mi accarezzi.

Appoggi le tue labbra alle mie.

Finché sei con me so di

vivere...

4) ARMSTRONG

Lance Armstrong è già nella storia del ciclismo, ma ha deciso di

scommettere ancora forte sul suo fisico, accettando l'ennesima e forse ultima sfida della sua carriera: correre per la prima volta la corsa rosa a quasi 38 anni, ovviamente per vincere.

É il re del Tour de France, dato che ne ha vinti vinto sette, tra cui anche l'edizione del centenario e potrebbe vincere anche l'edizione del centenario del Giro d'Italia, quella che partirà il 9 maggio 2009 da Venezia.

Lance Armstrong è già nella storia del ciclismo, ma ha deciso di scommettere ancora forte sul suo fisico, accettando l'ennesima e forse ultima sfida della sua carriera: correre per la prima volta la corsa rosa a quasi 38 anni, ovviamente per vincere.

Il grande ciclista texano ha capito che il Giro può essere una grande occasione per promuovere anche in Italia l'attività della sua fondazione contro il cancro. Da oltre dieci anni, infatti, Armstrong non è solo un ciclista: un cancro aggressivo lo ha

costretto a due operazioni, ai testicoli e al cervello, i migliori

specialisti gli concedevano al massimo il 40% di possibilità di

sopravvivere ma niente, neanche i cicli di chemioterapia, lo hanno fermato. Ha vinto sempre lui, anche contro il cancro, e ha deciso di fondare la Lance Armstrong Foundation nel 1997,

una piccola organizzazione che nel 2003 è diventata LiveStrong, una macchina da guerra nella raccolta fondi capace di raggiungere la cifra di 265 milioni di dollari. Sembrava il suo unico impegno, dopo il ritiro agonistico, nel 2005, fino alla recentissima decisione di tornare a correre.

All'inizio di agosto, ha corso in Colorado una gara di mountain bike di 100 miglia ed è arrivato secondo. Le Olimpiadi di

Pechino gli hanno dato altro coraggio, perché ha visto Dara Torres che a 41 anni ha vinto l'argento e la romena Constantina Tomescu-Dita che a 38 anni è diventata campionessa olimpica niente meno che nella maratona. allora via in sella per tornare alla forma di un tempo.

Ci sono gli scettici come Francesco Moser che dice: "Non mi sembra una scelta molto azzeccata", c'è chi sospende il giudizio come Franco Ballerini, il quale afferma che: "A me i ritorni non danno grandi entusiasmi però conosciamo la sua caparbietà e penso possa ancora stupire", c'è chi crede che "darà filo da torcere a chi vuole vincere la corsa rosa" come Giuseppe Saronni e chi è piuttosto indifferente come Danilo Di Luca: "Per me non sarà un avversario per la vittoria finale perché punto sulle Classiche e sul Mondiale". Sono tutti d'accordo però sul fatto che la presenza del fuoriclasse americano darà visibilità mondiale alla corsa rosa. E a gennaio, quando parteciperà al Tour Down Under in Australia, si inizierà a capire davvero se potrà anche lottare per la vittoria.

In ogni caso, in bocca al lupo Lance!

5) LIBIDO IN CUCINA

La libido vacilla e il talamo annoia al punto tale che neppure la più sensuale delle guepière riesce a risvegliare gli stanchi sensi.

Certo, non è ancora arrivato il momento di mettere la sensualità in pensione.

Ehilà, basta affinare la fantasia e trovare nuove rotte.

E se il letto annoia, il divano é troppo scontato e la casa non è dotata di un ascensore che prometta una bollente risalita, ecco sbucare dal cilindro la "sexy room" del momento.

La cucina.

Sì, proprio il regno della casalinga, quello fatto di pentole, mestoli e coltellacci.

Tra un minestrone che bolle e un brasato che si rosola la fantasia erotica galoppa, quasi a far invidia a Jack Nicholson e Jessica Lange, magistralmente avvinghiati su un tavolino dopo che lui ha trillato il campanello per ben due volte.

Non è la perversione del momento, ma è la nuova tendenza del sesso domestico.

Nei sogni di noi italiani a quanto pare le lenzuola di seta, gli avvolgenti materassi ad acqua e i celebrati effluvi di N.5 hanno lasciato il posto a tovaglie quadrettate, ampi grembiuli, zaffate di aglio e peperoncino e tavoli sui quali… consumare.

Del resto con il frenetico modificarsi della vita non poteva che cambiare anche l'uso dello strumento che ci appartiene di più: la nostra casa, appunto.

Sfidando le ire dei nutrizionisti ormai si mangia in salotto, davanti a maxi schermi che lasciano i più con la forchetta sospesa tra una soap e una partita.

Le camere da letto sono diventate delle biblioteche, sommerse di riviste, libri, computer portatili e blocchi notes: letti come immense scrivanie dove tra penne e quotidiani anche il più ben disposto degli spiriti cerca un'altra strada.

Non rimane che la cucina: avvolgente, calda, sensuale, ahimè spesso disertata dalla donna che trascorre ormai la maggior parte del proprio tempo fuori casa.

Bisognava pur consegnarle un nuovo ruolo.

E cosa c'è di più nobile di votarla a talamo: luci soffuse, profumi che se non inebriano i sensi senza dubbio stuzzicano l'olfatto e il gusto, qualche fantasia la fanno pur venire.

Diciamolo, gli ingredienti ci sono tutti, basta saperli cogliere: i grandi amatori teorizzano da secoli che il sesso va giocato coinvolgendo tutti i cinque sensi.

E se poi si vuol strafare, si possono allargare gli orizzonti, d'altra parte le moderne soluzioni di design di spazi sui quali accoccolarsi ne offrono più d'uno.

Il tavolo è scontato?

C'è il piano lavoro, ci sono le sedie che diventano sempre più poltrone e meno sedili.

Insomma, aguzziamo l'ingegno.

Un solo piccolo accorgimento.

Occhio ai nuovi spazi, oggi tanto di moda: se le alcove infatti avevano il dono della privacy, la cucina e gli spazi aperti non si sono ancora attrezzati, e con porte inesistenti e ampie vetrate come vuole la moda, è molto facile passare da un momento di intimità ad una pubblica esibizione.

Questo sì che sarebbe fare una frittata!

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