COSTITUENTE SOCIALISTA LOMBARDA A MERATE

Riceviamo e pubblichiamo:

I documenti relativi ai lavori della “Conferenza programmatica Regionale Lombarda” tenutasi a Merate , e che sono stati consegnati alla Presidenza, costituiscono la base per un ulteriore approfondimento politico programmatico del futuro Partito lombardo . In questo breve documento sono segnalate solo alcuni punti elaborati dalla Lombardia che vogliono essere delle sottolineature tra quelli che scaturiranno , ne siamo certi, dalla conferenza “Le primarie delle idee” di Roma. Una prima scelta che riteniamo fondamentale è l’adozione da parte del Partito di un modello di gestione federalista dello Stato , con una accelerazione immediata della parte relativa alla gestione delle entrate fiscali e di buona parte delle spese , a cominciare da quella previdenziale , secondo questo schema di lavoro : Identificazione dei compiti della Stato e non quelli delle Regioni e degli enti locali, attraverso un’interpretazione legislativa all’elenco dell’articolo 117 Stato e Regioni hanno il compito di legislazione e di controllo, ma non hanno, salvo casi eccezionali, compiti diretti di gestione, che devono essere esercitati dai Comuni Tra i compiti dello Stato c’è naturalmente la gestione del debito pubblico, non ci dovrà essere, per esempio, la gestione del buco delle pensioni nelle varie regioni, o quello degli interventi di welfare. Un esempio sono i LSU e le pensioni di invalidità. Questi devono essere compiti delle Regioni, sia per la gestione che per il finanziamento. Identificazione dei costi standard per tutti i servizi che lo Stato può e deve dare ai cittadini, con periodo di tempo congruo per adeguare le strutture e le prassi operative agli standard. Unificazione e semplificazione del finanziamento dello Stato con tassa unica , cui si aggiunge una seconda tassa alla perequazione ed alla solidarietà, egualmente pagata da tutti i cittadini, il cui ammontare è prelevato dalle Regioni il cui PIL pro capite è inferiore alla media nazionale. considerando due correzioni ai valori nominali: quello per il costo della vita, e quello per la stima dell’evasione fiscale e contributiva Ogni Regione si organizza autonomamente, sia operativamente che fiscalmente, nel rispetto di grandi principi generali fissati dallo Stato nell’ambito della sua sovranità legislativa. Ciò significa che ogni Regione potrà decidere il numero ed il costo, per esempio, delle Province , i cui costi graveranno sul la Regione stessa. Nel rispetto dei principi generali fissati dallo Stato con le sue leggi, come previsto dal patto federale, ogni Regione potrà decidere il proprio livello di tassazione regionale aggiuntiva, in rapporto ai servizi che vorrà offrire , sulla cui efficacia decideranno così direttamente i propri elettori. La seconda sottolineatura che proponiamo è quella relativa alla gestione del mercato del lavoro. La scelta di un contratto unico di lavoro che preveda strumenti di flessibilità graduata e accompagnata è scelta che deve essere robustamente sostenuta e promossa. La ripresa di una effettiva contrattazione locale ed aziendale , anche favorita da interventi fiscali di accompagnamento come la defiscalizzazione del retribuzione legata alla produttività , è il necessario complemento al sistema della “flexsecurity” che intendiamo adottare come obiettivo primario del nostro Partito. Noi proponiamo di aggiungere , a questi strumenti , ulteriori possibilità di gestione della flessibilità in sede Regionale , in maniera da poter meglio gestire la fondamentale differenza fra precariato vero e marginalizzante , e rotazione volontaria tra più lavori e periodi di lavoro , come pure del tipo di lavoro , ormai già molto più frequente e diffusa nelle aree economicamente e socialmente più evolute , come certamente è la Lombardia.. Occorre permettere la gestione differenziata di un mercato del lavoro come quello delle zone del Nord, nelle quali il tempo di attesa per la ricollocazione è mediamente molto inferiore a quello delle Regioni del Sud , e dove la tipologia della nuova occupazione ( incremento delle aree di servizi produttivi ) genera una platea di lavoratori “flessibili” di tipo molto diverso dal nuovo precario dei call center . Il punto esclamativo forse più importante che intendiamo proporre è forse quello relativo alla assoluta necessità di semplificazione burocratica ed amministrativa , oltre che la già nominata fiscale . E’ questa l’unica via per eliminare uno dei maggiori handicap che subiscono in primo luogo imprese e cittadini produttivi delle regioni del Nord nella competizione costante in corso principalmente con aree e Regioni ormai dirette concorrenti , quali la Baviera, la Catalogna, la Vestfalia , il Rodano francese . Il peso economico , ma anche l’incertezza dei tempi e delle regole italiane, colpiscono in maniera drammatica la capacità competitiva complessiva ed individuale del sistema e , oltre a penalizzarci ormai in maniera molto pesante e visibile come destinatari degli investimenti produttivi e finanziari internazionali , sta producendo un preoccupante fenomeno di allontanamento progressivo di imprese ed intelligenze dal nostro sistema che produrrà alla lunga danni irreversibili all’economia ed alla società italiana . La realizzazione di interventi si semplificazione e riforma , oltretutto in gran parte a costo zero finale, vale molto più del gran numero di incentivi econo mici che , al Nord come al Sud, hanno prodotto risultati effettivi minimi rispetto allo sforzo profuso. Desideriamo infine ricordare come sia estremamente importante ormai il problema di una effettiva democrazia governante. Il combinato disposto di una legge elettorale che , grazie alle liste bloccate, affida la scelta dei parlamentari a segreteria di partito sulla cui legittimità democratica in sede di scelta dei propri dirigenti è più che lecito dubitare ; della campagna di delegittimazione delle assemblee elettive comunali, provinciali e regionali , che , già danneggiate in maniera pesantissima dagli squilibri imposti dalla cosiddetta “riforma Bassanini” , stanno per essere nuovamente ridotte in rappresentatività se la moglie del sen Bassanini, ministro Lanzillotta, riuscirà ad imporre una surrettizia soglia di sbarramento del 12% via riduzione del numero dei consiglieri; porta inevitabilmente ad un degrado della democrazia effettiva e del grado di controllo dei cittadini elettori sull’operato dei diversi Governo La reintroduzione del sistema delle preferenze in tutte le elezioni , e la revisione della legge Bassanini per restituire alle assemblee elettive potestà di controllo sono due obiettivi minimi indispensabili per evitare il progressivo degrado verso una plutocrazia che si legittima attraverso plebisciti e non libere e consapevoli elezioni e per riportare in testa ai legittimi titolari il potere di controllo che oggi viene sempre più esercitato in via suppletiva , con inevitabili differenze di intensità e trattamento , dalle magistrature ordinarie e contabili piuttosto che da Associazioni ed interessi di categoria organizzate , in forma pubblica o privata.

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