ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1): DAL PD ALL’UDC 2) BARACCOPOLI 3) ANORESSIA 4) VELTRONI 5) CONFESSIONE

Ci siamo. Gli ultimi giorni della settimana, prima della quiete domenicale, sono stati caratterizzati dalle stesse tensioni, dalle stesse ansie, poi dallo dalo stesso silenzio che pesa sul mio ufficio.

Sabato pomeriggio sono scappato a Collevecchio e sono slalito a piedi sulla collina fino all'Abbazia di Farfa, che ha fama di guarire dallo stress settimanale. Se ci credi. Su questo punto, verosimilmente delicato, non riesco a darvi una spiegazione chiara. Comunque sia, l'Abbazia è in grado almeno di alleviare il malumore, il dubbio, la noia e l'assenza di tranquillità, che altro non sono se non forme secondarie di esaurimento. Nervoso.

Qui mi siedo su un masso e leggo il giornale. Cos'è successo di strano oggi? Questo: la crisi del neonato Pd. Malato ancora prima di nascere.

"Non condividiamo il percorso intrapreso da Margherita e Ds di fondersi nel Partito Democratico, buttando letteralmente alle ortiche il passato e le connotazioni culturali di questi due singoli partiti". Lo dichiara, in una nota, Italo Intino, ex presidente del Consiglio del VI Municipio e uno degli esponenti dei circoli della Margherita all'interno del VI municipio che raccoglie 500 iscritti. "Il progetto del Pd non ci interessa - prosegue Intino - non fa parte della nostra cultura, soprattutto perché è stato imposto dai vertici che non hanno minimamente coinvolto la base. Per questi motivi abbiamo scelto di tirarci fuori e di passare con l'Udc, partito al quale ancora riconosciamo una progettualità e una difesa di certi valori quali la famiglia e le radici cristiane. Un partito nel quale le diverse anime che lo compongono si confrontano sui programmi, è quello che noi cerchiamo e per questo siamo convinti della scelta fatta".

Dispiace anche a me. Della crisi del Pd? No, del fatto che sia nato.

Ma non posso dirlo. Il politicamente corretto non me lo permette.

Almeno per ora. Ma i giochi sono ancora aperti. Lo so. Si avvicina furtivamente un amico. "Ti ho fatto paura, vero?" "Possibile" dico "Stavo leggendo di transfughi dal PD all'Udc". Per tutta risposta lui tira fuori una bottiglia dal vano portaoggetti dell'auto e me la tende goffamente. "Non voglio la grappa" dico "Voglio leggere. Sono venuto per leggere. "Su, non fare il bambino" risponde "questa la fanno i frati. E' squisita!" L'accetto e continuo la lettura.

Per il segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti "si tratta di un segnale politico importante, che tutti noi aspettavamo. Non posso che esprimere soddisfazione per l'adesione di Intino e dei circoli che lavorano sul territorio a servizio della gente al progetto dell'Udc.

Non poteva andare diversamente. La fusione tra Margherita e Ds, fatta in maniera verticistica, ha praticamente cancellato la storia, la cultura, il background di due partiti, che vengono da percorsi politici differenti e uniscono in un unico partito, egemonizzato dai vertici dei Ds, profili politici troppo diversi per costruire un progetto unitario.

I democristiani non possono aderire al progetto del Pd, ma lavorare per costruire un'area di centro forte e alternativa". "Spero che la mossa di Intino faccia proseliti - conclude Ciocchetti - le porte dell'Udc sono aperte a tutti coloro che non entreranno a far parte del Pd".

Terminata la lettura, mi rivolgo al mio amico dicendogli "Bisognava proprio non avere tutte le rotelle a posto per pensare che il Pd avrebbe avuto vita facile." Con la fronte aggottata, lui mi saluta e se ne va. Ora, solo, continuo a riflettere: troppo incredibile, o troppo poetico, per essere vero.

Quando la poesia -in questo caso il Pd- compare inaspettatamente nella vita, siamo stupiti, siamo incantati, ma poco dopo ci rendiamo conto che siamo stati presi per i fondelli, che era un pacco, una fregatura.

Dubito fortemente che sia possibile superare le differenze storiche profonde che dividono i Ds dalla Margherita. i numeri sanciscono che i cattolici praticanti stanno abbandonando il centrosinistra a vantaggio del centrodestra.E che tradotto suonerebbe appunto così: no al Partito democratico, che c'entra la tradizione cattolica della Margherita con quella socialista dei Ds? Ma non era meglio restare ognuno nella loro casa, anziché appiccicare pezzi diversi mascherando un'intesa che non c'è. "Partito" implica una parte, non il tutto. Un partito non nasce così. In ogni caso non c’è mai stato tra Ds e Margherita quel clima solidale, disinteressato, generoso che sarebbe dovuto esserci tra chi sta per lanciarsi in una nuova impresa comune. Difatti la fusione tra questi due partiti non ha prodotto una vera novità politica ma semplicemente un altro partito, uguale ai precedenti, con cariche lottizzate e quindi perfino meno attraente degli attuali. Ed è per questo motivo che molti esponenti della Marherita staano passando all'Udc. Questa fusione, calda o fredda che sia, riflette un’immagine di processo funzionale al sistema politico, non all'Italia. Mi alzo.

Raggiungo a passi lenti la mia macchina. Parto. Imbocco lentamente la strada che mi riporterà a Collevecchio. Il paese di mia moglie. E di mio padre. Improvvisamente un carro bestiame esce rumorosamente dal sentiero sterrato. Mi addosso con la mia Opel Corsa rossa al bordo della strada, facendo un cenno della mano al camionista, con l'espressione crucciata di chi vede la propria nazione sempre più in preda ai deliri nostalgici di antichi bolscevichi. A questo punto tutti si sono accorti che non tutta la Margherita romana sta aderendo effettivamente al Pd. Infatti parti importanti della Margherita, stanno già trovando una scusa per andarsene. E l’Udc è pronto a fare la propria parte: la casa dei democristiani è l'Udc. Del resto i cattolici che vogliono fare politica lo sanno. E l'Udc è ben contenta di ricevere questi transfughi per rafforzare l’area moderata della politica italiana. Certo, per ora l'Udc non ha ancora il “fascino del potere”, ma che il centrosinistra sia vicino al collasso lo capiscono tutti. Il resto verrà da se. L’Udc è un partito solido, attestato al 7%, che sta lavorando per allargare il fronte moderato, ma è chiaro che il suo ruolo è essenziale. Senza l'Udc non si costruisce nulla, essendo forse il solo partito moderato con il fascino della coerenza e della prospettiva. E che ha capito da tempo che il Muro di Berlino non c'è più. Okay, non condividete quello che ho scritto? Siamo d'accordo.

Riteneto questo mio ragionare un riflettere contro ogni buon senso? Va bene lo stesso. Nessun problema. Comunque sia, le cose cambiano.

2) BARACCOPOLI

Il 10 ottobre sono stati sgomberati due insediamenti abusivi ad Ostia, praticamente una baraccopoli, nei pressi di Tor San Michele. L’ intervento - che ha consentito l’identificazione di circa 100 stranieri privi di permesso di soggiorno, tra cui 20 minori alcuni di pochissimi mesi di vita - è stata condotto dal Commissariato di Ostia, dal XIII Gruppo della Polizia Municipale, dai Carabinieri con l’assistenza dei servizi sociali Municipali. Giustamente è stata definita pericolosa la presenza di numerose baracche costruite abusivamente in piena area a rischio inondazione. Inoltre è stato riscontrato anche la presenza di minori e di condizioni igieniche e ambientali non compatibili con la permanenza umana. Sono molti infatti gli stranieri ridotti alla fame, con pochissimi mezzi e in condizioni disagiate che scelgono l'idroscalo di Ostia come abitazione costruendo e vivendo in baracche fatiscenti,

dando luogo ad una grave situazione di abusivismo. Finalmente un altro pezzo di Litorale Romano è stato strappato al degrado.

3) ANORESSIA

La Kidman ha le spalle a stuzzicadenti e i fianchi da ragazzino. E’

magrolina, e pure scarsa di tette. A fare l’infelice commento è un collega sulla cinquantina, una di quelle figure presenti negli uffici di tutto il mondo, che si svegliano ogni giorno, da quando hanno vent’

anni, contando quanto manca alla pensione. Ha istruito un po’ di pratiche importanti presso una Direzione qualche anno prima, ma il suo passaggio presso l’Ufficio di diretta collaborazione era stato un errore. Non è all’altezza del compito. E, a quanto pare, è completamente privo dell’istinto di sopravvivenza. Mi squilla il cellulare. E’ Alessandro. Questo sì che è strano. Alessandro, mio figlio minore, ha avuto tempo fa problemi a scuola con quella che risultava essere una gang di pree-teenager. Il suo sorriso malizioso lascia ora pensare che misure estreme sono state prese nei confronti della gang: i membri dovevano essere stati trasferiti o neutralizzati in qualche modo. Niente di grave: voleva solo chiedermi di portarlo stasera al cinema. A vedere i Simpson. Mezz’ora più tardi ancora uno squillo. Gabriele, il maggiore, è uno studente universitario dagli ottimi voti e si dedica molto alla Chiesa. Sta andando a vedere “Scrivilo sui muri”. Con una amica. E di pomeriggio. Mmh, strano.

“Bene, posso avere le chiavi della macchina?” Lo consiglio di chiederle alla madre. Simonetta, mia moglie. Incertezza. Poi, okay. E riattacca.

Non l’ha presa molto bene. Rido. Non è facile fare il padre. 18,30.

Torno a casa. Davanti alla stazione della metropolitana troneggia la fotografia di Oliviero Toscani. Colpisce, certo è scioccante, ma io la farei esporre in tutte le scuole perché si vedano gli effetti dell'anoressia. Non è nascondendo la realtà che si risolvono i problemi. La fotografia riproduce una giovane attrice francese ieri bellissima e oggi ridotta a uno scheletro. Senza nessuna voglia di vivere. Troppi restano abbagliati da una società che produce modelli sbagliati (si pensi a certe top-model), ma non insegna i valori veri della vita. Spinge al consumo, ma non spiega che occorre una alimentazione corretta. I mutamenti della società incidono sui giovanissimi, la mancanza di affetto spinge verso eccessi che non raramente passano attraverso l'odio per il cibo o l'eccessivo attaccamento al cibo. È un male sociale, terribile perché porta spesso alla morte. La malattia è più diffusa di quanto si creda. Agisce in maniera subdola, nascondendosi. Poi esplode all’improvviso. Spesso quando chi sta attorno se ne rende conto, è già difficile per intervenire, talvolta è troppo tardi. Il recupero è difficile, faticoso e lento. Sicuramente l'attenzione della famiglia è indispensabile, non raramente è la scuola la prima ad avvertire il disagio e a informare i familiari. Da qualche tempo la stessa scuola prova a lanciare l'allarme, a far prendere coscienza agli alunni degli effetti devastanti della malattia. Ma la scuola non può svolgere tutte le funzioni richieste a una società distratta nei confronti de giovani:

educazione stradale, educazione sessuale, lotta alla droga, all'alcol, al cattivo uso del cibo, all'integrazione tra popoli, alla necessità di far convivere religioni diverse ecc. Allora ben venga tutto quello che dall'esterno serve a far riflettere su problemi così gravi. Il manifesto di Toscani è una sorta di manifesto della disperazione, se serve anche solo a salvare una vita ha già raggiunto il suo scopo. Va esposto in tutte le scuole, non ipocritamente nascosto. Nel frattempo sono arrivato a casa. Mi sento come un cane alla catena. Per quanto voglia correre, non mi posso allontanare. La casa è vuota. Stringendo il giornale tra le mani, mi ritiro nella mia camera. Non l’ho presa molto bene. Mi spiace, Oliviero.

4) VELTRONI

Ma quello di Veltroni è stato veramente un successo? O era già tutto previsto? In ogni caso ora dovrebbe lasciare il posto di Sindaco di Roma. Secondo me, ovvio.

5) CONFESSIONE

A Collevecchio, di nuovo. Adoro il panorama, l’aria e, più di ogni cosa, la privacy. Simonetta è nata qui. Lei fantastica spesso sul fatto che un giorno ridiventerà il suo regno, la destinazione finale in cui ricondurre la sua famiglia. Chimere. Solo un piccolo dettaglio interferisce con il suo piano: io. Adoro Ostia. Vuol dire che ci rimarrò sempre. E anche a lei piace. Anche se non lo ammette. In ogni caso Collevecchio è un luogo che le permette di andare avanti. Lo sogna incessantemente. Appena può, corre verso la sua collina. Oggi è una giornata magnifica, l'aria odora come il reparto profumeria di Panorama e le vicine colline di Calvi e Casperia sono quiete come sempre, coperte di erba e trifogli, verdeggianti di vigneti, pini e cipressi nodosi. Ricordi lontani mi attirano. Ma anche ricordi più recenti, con pari forza di gravità. Suppongo di dipendere da Simonetta. Lei mi offre una compagnia piacevole e un corpo che è bello abbracciare a tarda notte. E' bello sentire accanto la sua presenza, ascoltare l'adagio di un respiro sommesso, svegliarsi all'alba per il fruscio di lei che si alza. Suoni altrimenti insignificanti che costituiscono il rassicurante battito cardiaco di una vita insieme. Rientro a casa, mi lavo le mani e la faccia. In attesa che Simonetta torni, chiamo Gabriele e parlo con lui e Alessandro. Quindi telefono a mio fratello. Intanto mangio un sandwich e stappo il vino. Scoraggiato, bevo. Ora in pancia ho quasi un’

intera bottiglia di buon Brunello. Da Montalcini, ovviamente. Molti mi ritengono pazzo: un prete mancato, ex fumatore incallito, ossessionato dal fare esattamente ciò che la Bibbia mi dice, terrorizzato da Dio, impossibilitato a prendere decisioni da solo nel timore di offenderlo.

Ipnotizzato dalle infallibili certezze religiose, dove i cattivi sono cattivi e i buoni sono buoni. Sbagliato: non sono un integralista. Non sono mai stato razzista, e non mi ritengo nemmeno stupido. Basta così.

Sono esausto. E’ stata una giornata molto lunga. i

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