ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1)LE SRISERVE AUREE DELLA BANCA D’ITALIA 2) MADE IN ITALIA IN AGRICOLTURA 3) CARUSO CONTRO TREU E BIAGI 4) EMERGENZA NOMADI

Ooooh! In un clamore generale, la battaglia è incominciata. La Cdl si lamenta: ma Prodi è un primo ministro o Capitan Uncino? Ahi, ahi! Le rivelazioni di Prodi sul possibile uso delle riserve auree della Banca d'Italia scatena giustamente il centrodestra. Queste sono sciocchezze, commenta il portavoce di Berlusconi, Bonaiuti, secondo il quale "dopo aver chiamato tesoretto il maltolto, ovvero quanto è stato sottratto agli italiani con una gragnuola di tasse, il governo ora vuole armonizzare le rendite finanziarie, ovvero aumentare le aliquote su Bot e Cct e, se non dovesse bastare, utilizzare anche le riserve auree. E meno male che la sinistra chiamò il suo programma per il bene dell'Italia. Ma Prodi vuol fare il primo ministro oppure Capitan Uncino?". Va bene. Tutta l'opposizione la pensa così, sottolineando quella che ritiene una insanabile fame di tasse di un governo prigionero delle logiche politiche della sinistra radicale. Ripulito il pugnale sui pantaloni, la Lega afferma che quando "uno arriva a voler utilizzare le riserve auree della Banca centrale significa che deve fare liquidità per poter scappare con la cassa, ovvero aver i fondi per l'imminente campagna elettorale: da qui a breve ci sarà da aspettarsi l'obbligo per la consegna delle fedi e degli altri oggetti d'oro delle famiglie e l'obbligo di estrazione dei denti d'oro dagli estinti in onore del regime prodiano". Come nel Ventennio. Rotondi della Dc considera tutta la faccenda soltanto una trovata estiva, mentre il forzista Jannone dimostra di prenderla piuttosto sul serio e annuncia: "Siamo disposti a fare le guardie parlamentari davanti alle riserve auree.

Prodi non ipotizzi di usare le

riserve d'oro accumulate e preservate in 50 anni della storia della Repubblica per sanare i contrasti interni alla sua maggioranza". Anche An teme che in realtà Prodi voglia mettere le mani sulle riserve auree per soddisfare le brame dell'estrema sinistra. Ma il più lungimirante, a mio avviso, ancora una volta è stato Pierferdinando Casini, che in pratica ha voluto far capire, a chi ancora non l'avesse capito: "Và a riposare, Romano, resto io a guidare l'Italia". Accigliato, stringo il braccio di Simonetta più forte. Ma cosa credete? Che potrei dimenticarlo? Da quando è iniziato il premierato di Prodi non ho più avuto pace, da allora. Coraggio, andiamo. Mia moglie mi guarda per un momento, poi libera il braccio e riprende a camminare affiancata da Alessandro. E da me. Attraversato il portone e scesi pochi gradini, ci troviamo nella piazza. Una cosa è certa. Il mio destino è da tempo indissolubilmente legato a questa donna. E a Casini. Sono scontato?

Mah! Non importa, ditemi qualunque cosa. Sapete dove trovarmi. Nel frattempo siamo arrivati al lungomare. Il vento dirada a poco a poco una cupa, opprimente coltre di nubi: al di là, il cielo si rileva azzurro, l'aria pura e leggera. E il mare limpido. Certo! E così! Ave et vale. Mario Pulimanti

2) MADE IN ITALIA IN AGRICOLTURA

Seduto sul bordo del letto, ascolto il respiro di Simonetta nel buio.

Poi mi alzo, vado in cucina e leggo il giornale. Mi faccio serio. Che notizia! Credetemi, la realtà non è come la immaginate. E' tutt'altro che un gioco e non ha nulla di divertente. Perché? Sentite, perché.

E se vi do noia, interrompetemi. Lo scandalo legato ai prodotti agricoli provenienti dall'estero che continuano ad essere spacciati come italiani, dall'extravergine ai salumi, per la mancanza di trasparenza nell'informazione delle etichette è una delle principali cause della perdita di valore del made in Italy in agricoltura. È quanto afferma la Coldiretti che nel commentare con preoccupazione i dati Istat sul calo del valore aggiunto in agricoltura sottolinea la necessità di investire sulla qualità, la trasparenza e sull'innovazione a partire dalle bioenergie derivanti dall'agricoltura. Smetto di leggere. Cerco di distrarmi facendomi un caffè. Ma, dentro di me, non distolgo il pensiero da questo panorama di desolazione: produttori europei, piantatela di usre concorrenza sleale nei confronti dei nostri produttori agricoli. Riprendo a letggere, sorseggiando il mio caffè. A parere della Coldiretti, siamo di fronte ad un vero attacco al made in Italy a tavola con la mancata applicazione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli alimenti che ha provocato la proliferazione del falso Made in Italy a

tavola: dal pomodoro cinese all'olio tunisino, dal prosciutto olandese alla possibilità addirittura di vendere come italiana la macedonia in scatola composta da ananas e acini di uva extracomunitaria, prugne bulgare e pere cinesi. Incredibile! Detesto questa situazione. Mi domando perchè il destino si accanisca contro il made i Italy. Esco sul bacone con un vago senso di inquietudine, brontolando in silenzio.

Tutto questo mi sembra

assurdo. Rientro e mi siedo al tavolo. E poi, a dirla tutta, questa notizia mi ha colpito. Perchè non continuare a leggere? Può essere divertente.

Con un senso di liberazione, riprendo la lettura del giornale. C'è scritto che è anche particolarmente grave che di fronte alle drammatiche previsioni sui cambiamenti climatici e ai rincari sulla benzina che spingono tutto il mondo ad investire nelle potenzialità di energia pulita delle campagne, l'Italia delle bioenergie rimane a secco ed è ultima in Europa nei biocarburanti perché non sono stati emanati i decreti attuativi per la produzione di agroenergie anche da micro- impianti per esaltare il valore ed il legame con il territorio italiano. Si tratta in realtà di un solo esempio poiché pesanti ritardi riguardano praticamente tutte le misure previste in finanziaria per il settore agricolo. Secondo la Coldiretti serve un deciso cambio di rotta verso una politica agricola legata al territorio che valorizzi l'impresa nell'interesse dei cittadini e dei consumatori. Poso il giornale. Mi chedo cosa si possa fare. Non ne ho la più pallida idea. Con la Comunità Europea non è il caso di scherzare. Poco ma sicuro. Quando simonetta entra in cucina, mi guarda sorpresa. "Mario, perchè non dormivi?"

"Non ti preoccupare. Ho già preparato il caffè." Lei scuote la testa "No, è che mi sembri preocupato". "Sì, per il settore agroalimentare italiano. E, quindi, per tutti noi". "Posso fare qualcosa per te?" mi chiede premurosa. "Preparati che si esce!" "Si esce? E dove andiamo?

Piove!" "Non mi

risulta che una passeggiata si sia mai fermata per una pioggerellina.

Gli uomini passeggiano con il bello e con il cattivo tempo, mia cara"

le rispondo. Ah, sì? Però se la poiggia diventerà fastidiosa, rientreremo. Usciamo. Mi piace la pioggia. Sotto le gocce d'acqua sembra tutto più calmo, ordinato, pulito. Nonostante tutto, mi sorprendo a ripensare all'agricoltura italiana. Allora sogno che la concorrenza sleale voli via e scompaia come fumo nel vento. Non appena giuggiamo alla piazza, la pioggia aumenta. Entriamo di corsa in un bar.

Ordiamo un prosecco. DOC, ovviamente! Rassenerato, lo degusto. Ma sì.

In fondo è bello risolvere i problemi così, no?

3) CARUSO

Mi volto, passando il braccio intorno alle spalle di mio figlio Gabriele, sbalordito per questa scena. Insieme usciamo nella luce smagliante del sole di Ostia. Mi sento chiamare. Mi volto. E'

Alessandro, il secondogenito. Mi limito a sorridergli facendogli cenno di seguirci. Passeggiamo sul lungomare. Gabriele scuote la testa e stira le labbra in un sorriso appena accennato. "Bé..." dice "le dichiarazioni del parlamentare Caruso sono indegne di un componente del Parlamento italiano, non sono da considerare farneticazioni, bensì una istigazione a delinquere e sovversive. Marco Biagi è stato ucciso per mano di chi della politica, delle leggi e del nostro ordinamento democratico, ha le stesse considerazioni espresse da questo parlamentare che non definisco onorevole per evidenti mortivi.

Ho

ragione, papà?" Annuisco. "Hai ragione. Non mi sembra proprio il caso" borbotto "di far finta di niente. La questione non si può chiudere con la semplice autosospensione di Francesco Caruso dal gruppo del Prc alla Camera". Lui scrolla le spalle. "Tuttavia" risponde "non solo nella Cdl, ma anche nella maggioranza, si chiedono le dimissioni da deputato del no global che ha accusato di assassinio Tiziano Treu e Marco Biagi, per le loro leggi sul precariato." Non posso assolutamente lasciare stare l'argomento. Quindi, rispondo. " Nonostante le successive correzioni di Caruso, che si è anche scusato per quel termine,- la polemica resta tutta. Contro la sinistra radicale, gli altri partiti dell'Unione sollevano l'imputazione di autolesionismo e insistono a chiedere la rinuncia alla manifestazione di piazza del 20 ottobre contro il Protocollo sul welfare, firmato da governo, sindacati e Confindustria." Arriviamo, intanto, al Pontile. Lo attraversiamo, camminando a passi svelti e ci avviamo a sederci su una panchina posta sul lato destro del mare. Nel frattempo, però, squilla il cellulare. E' Simonetta. Ci aspetta al supermercato. Sono le dieci. Il cielo è ormai azzurro, senza nuvole e già velato dal calore. "Le parole di Caruso" sentenzia Gabriele in tono piatto " non preparano un autunno caldo, ma di odio, come ha denunciato il ministro diessino del Lavoro Cesare Damiano, il quale, parlando di una situazione pericolosa, ha rilevato che la sinistra ha preso le distanze dalla sortita di Caruso,". Sospiro.

"Non essere ingenuo" replico " la conclusione migliore sarebbe che Caruso si dimettesse da parlamentare, in quanto le sue affermazioni irresponsabili non possono appartenere a chi pretende di rappresentare il popolo italiano". Gabriele mi guarda fisso negli occhi. Sbianca in viso. "Davvero?" dice ". «Sarebbe stato meglio, però, se lo avesse già fatto". Ci alziamo. Entriamo in un bar per un caffè. E, Alessandro, per un gelato. Al cocco. Usciamo. Con passo stanco, ci avviamo lungo Corso Duca di Genova e, sebbene la strada sia in discesa, ci sembra lunga e ardua. "Tutto ciò non significa nulla per te, papà?" mi domanda infine. "Che cosa?". Corrugo la fronte in segno d'irritazione, ma non sollevo lo sguardo. "Mi sembra una cosa troppo sciocca da credere"

rispondo.

"A meno che..." "A meno che?" mi incalza Gabriele. "A meno che non venga seguito il consiglio del leadere dell'UDC, Pier Ferdinando Casini" commento. Gabriele, la mascella volitiva, serrata in una linea dura. Solleva le spalle, abbassando la testa come un toro che si prepara ad attaccare.. "E cosa ha detto Casini?" dice, inarcando un sopracciglio. Poi si gira dall'altra parte a salutare un amico che ci sfreccia davanti su una SUV nera. "Casini ha commentato che Caruso avrebbero già dovuto cacciarlo" replico. "Ha anche risposto al presidente della Camera Bertinotti, sottolineando che "non esiste che il partito della terza carica dello Stato abbia in Parlamento qualcuno che giustifica i terroristi". Ha anche difeso la legge Biagi, tanto vivacemente criticata dalla sinistra radicale: "È una delle migliori leggi fatte dal governo Berlusconi, anche per merito di Maroni" ha detto Casini.

E' vero, aggiunge Gabriele "e allora adesso la sinistra deve annullare la manifestazione del 20 ottobre contro Marco Biagi, per non alimentare la campagna d'odio innescata dalle irresponsabili dichiarazioni di Caruso". "Sì" rispondo " " Casini ha ragione. In ogni caso, le dimissioni dal gruppo parlamentare del deputato no global devono trovare una sanzione anche sotto il profilo squisitamente politico, come ha detto Rotondi, della nuova DC, "altrimenti rischia di essere una operazione di facciata, soltanto per salvare l'immagine di Bertinotti e compagni. Difatti il fatto che Caruso si sia ravveduto e si sia autosospeso è una buona cosa. Ma a sinistra sono in tanti a pensarla come lui e infatti, dopo le iniziali censure, cominciano ad affiorare le solidarietà politiche al parlamentare comunista. C'è un clima che non mi piace -ha concluso Rotondi - per questo mi appello di nuovo ai partiti perché si abbassino i toni della polemica". In effetti, dopo le prime ore di sbandamento, ora gli uomini di Rifondazione non sembrano più disposti ad abbandonare Caruso ai suoi tanti critici. Il parlamentare no global è difeso da Ramon Mantovani (le espressioni sono sbagliate, ma Caruso ha ragione a denunciare nel lavoro precario uno dei motivi della scarsa sicurezza sui luoghi di

lavoro) e da Salvatore Cannavò. E, sul web, il popolo di sinistra si

divide: la maggior parte critica severamente Caruso per le sue espressioni ma sono poi molti quelli che protestano per il linciaggio cui è sottoposto il deputato no global. E alcuni, infine, pur considerando sbagliato il termine assassini per Biagi e Treu, rilevano che "Caruso voleva esprimere, in merito alle morti bianche, un sentimento di rabbia e frustrazione che non colpisce solo lui, ma milioni di italiani che vedono nella legge 30 e affini un provvedimento iniquo e, nei fatti, estremamente pericoloso ai fini della sicurezza sul lavoro". Nel frattempo arriviamo al supermercato.

Saluto Simonetta. Il sollievo di vederla mi fa scomparire il cipiglio dalla fronrte, ma con il mio gesto non intendo comunque dimenticare Caruso. E le sue farneticazioni. Anzi. Esprimo al senatore Tiziano Treu, ai familiari di Marco Biagi ed alla sua memoria, tutta la stima, la solidarietà e l’apprezzamento mio e della mia famiglia. Caruso ha sbagliato. Si è spinto troppo oltre per potersi scusare. Deglutisco nervosamente. Vi ho annoiato?

Dopotutto cosa vi importa delle mie opinioni? O delle domande e dei dubbi che mi ronzano in testa. Ora sono troppo agitato. Intanto Simonetta mi chiama. Decidiamo che è ora di rientrare.

So long.

4) EMERGENZA NOMADI

"Zingari" osservo.

"Come, scusi?" domanda un signore seduto vicino a me su una panchina del porto.

"Il Governo si decida di applicare concretamente la direttiva europea che prevede l’espulsione e il rimpatrio nel Paese d’origine dell’Unione di tutti i cittadini europei che non sono in grado di dimostrare di essere nelle condizioni di mantenersi legalmente."

replico.

"Bé, sa" risponde "Prodi non è d'accordo".

"Lo so. Però la Ue ha ricordato a Prodi che la direttiva europea sui diritti dei nomadi esiste già, ed è l'Italia ad essere in difetto.

Tanto che Bruxelles, nel giugno scorso, ha aperto una formale procedura d'infrazione contro l'Italia, che ha recepito con molte omissioni quella direttiva nella propria legislazione ed ora rischia il deferimento alla Corte di giustizia europea."

"Capisco che c'è un problema per il Governo" dice " ma questo è stato un vero ceffone per Prodi, che pretendeva di mettere sotto accusa l'Europa. Dopo l'entrata della Romania nella Ue sta arrivando un'ondata di nomadi, che impenna le statistiche sui bambini schiavi-mendicanti:

sarebbero 50mila, in Italia, e frutterebbero due milioni di euro l'anno ai loro padroni. Tanto che Rutelli ha proposto di togliere la patria potestà a chi abbandona o sfrutta i minori."

"Tuttavia" ribatto " il Governo non si decide ad applicare concretamente la direttiva europea che prevede l’espulsione e il rimpatrio nel Paese d’origine dell’Unione di tutti i cittadini europei che non sono in grado di dimostrare di essere nelle condizioni di mantenersi legalmente.Questa misura, in vigore dal 2006 è molto più efficace di quelle che prevedono l’allontanamento per atti criminali, perché si basa su una valutazione oggettiva e difficilmente contestabile, come l’accertamento del reddito e delle condizioni di vita. Inoltre -sottolineo- nel caso dei Rom, il diritto internazionale obbliga la Romania ad accogliere i suoi cittadini espulsi da altri Paesi. Nonostante quindi, chiunque venga nel nostro Paese e non sia in grado di mantenersi legalmente possa essere obbligato a tornare nel proprio Paese in un anno e mezzo, l’

Italia non vi è mai ricorsa”, concludo con uno slancio quasi giovanile, a dispetto dei miei capelli che diventano ogni giorno sempre più bianchi.

"Quasi tutti la pensano come lei" mi fa notare.

"Dunque, non c'è che rassegnarsi: sono una popolazione destinata a vivere nel caos, nell'angoscia e nella violenza. Sarebbe quindi opportuna l’applicazione della norma europea, in modo da porre così fine, alla incomprensibile inadempienza italiana, dato che, oltretutto, altri Paesi europei, come ad esempio la Francia, hanno applicato da subito la direttiva, talvolta anche con disinvoltura giuridica,espellendo centinaia di nomadi in un colpo solo”.

"In Francia?"

"Proprio così"

"Bè...sull'emergenza nomadi il nostro Governo è debole. Debole, a dir poco" affermo.

"La sto annoiando, eh?" dice.

No" borbotto "Niente affatto."

"Bene." dice. Si gira verso di me e incrocia le braccia "Senta, so che secondo Alemanno sarebbe opportuno proporre un decreto legge che preveda la definizione della figura giuridica del nomade legata anche ai tempi di permanenza, e norme per dare certezza alla pena, poiché a suo dire solo il 5 per cento degli arresti vengono confermati. Inoltre altro punto centrale del decreto legge sarebbe la creazione di uno strumento di monitoraggio nazionale legato al censimento della presenza dei nomadi. Infine, secondo Alemanno, bisognerebbe sottoscrivere un patto di legalità con le famiglie nomadi che entrano nei campi autorizzati, accompagnato da patti metropolitani. Tra le proposte, la creazione di centri di permanenza temporanei, da creare sul territorio nazionale, per ospitare i nomadi sgomberati dagli insediamenti abusivi.

La richiesta di Alemanno è chiara: il governo deve intervenire con solidarietà e rigore, ma deve esistere una cabina di regia che controlli l’enorme flusso di denaro che ogni anno il Comune di Roma destina all’emergenza nomadi."

"Senta" rispondo "io non conoscevo la proposta di Alemanno, ma l'ho trovata interessante. Come, del resto, quella di Mario Baccini dell'UDC, secondo il quale ora bisogna "abolire i campi nomadi forieri solo di criminalità, sfruttamento dei minori e della prostituzione".

"Adesso sì che ho le idee chiare" dice.

"Davvero?" faccio io "però ci vorrebbe un intervento serio da parte del Governo perchè la grande maggioranza degli italiani, a prescindere dall’orientamento politico,apprezzerebbe l’utilizzo della direttiva europea per arginare gli episodi criminosi commessi dagli zingari".

Lui si alza. "Senta il sole è alto, ormai. Che ne dice se andiamo al bar e continuiamo a parlarne davanti a un bicchiere di birra?"

"Non posso, devo ritornare a casa gli faccio notare.

"Non fa niente" replica, fingendosi sorpreso, o quanto meno così mi pare "sarà per un'altra volta. Mi dispiace di averla delusa."

"No. Non è stata una delusione parlare con lei. Anzi, mi ha chiarito molte cose."

"Cerco di tenermi informato" dice .

"Capisco" replico.

"Bè adesso vado".

"Okay" replica e se ne va, camminando con delicatezza verso il bar. Io, invece, ritorno verso casa. Emergenza nomadi.

Adesso mi è tutto chiaro. Cammino. Non mi volto più indietro.

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