CHIEDO VENIA E REPLICO……..

Desidero replicare a due amici che hanno voluto puntualizzare alcune involontarie mancanze di contenuto nel recente mio scritto dal titolo "Basta con le beffe e con le bugie".

Il primo lamenta che nel citare l'elenco delle categorie di persone per bene che danno lustro alla nostra Italia, rispetto a quei pochi che invece usurpano e deturpano la giusta immagine del popolo italiano, avrei dimenticato di menzionare la categoria dei preti. Vero. Aggiungo subito però che l'omissione è stata voluta. Parlare della categoria degli ecclesiastici meritava ben altro spazio e anche un altro accostamento; secondo il mio modo di vedere e secondo le mie conoscenze beninteso. Preciso solo che figure come don Milani, don Mazzolari, padre Turoldo, padre Balducci, mons. Tonino Bello, mons. Bettazzi, Cardinale Lercaro e altri citati che anch'io ho amato da vivi e che ricordo ora molto intensamente assieme ad altri ancora in vita e a tanti che sono sparsi nei luoghi più remoti del mondo per condividere le sofferenze, le ingiustizie e le privazioni di tanta povera gente, sono figure che eccellono nella categoria, ma non la rappresentano. La Chiesa è grande e si fa grande perché può fregiarsi dei loro meriti assieme a quelli di tanti altri oscuri preti di città, di campagna e di montagna che spendono la loro vita insieme alla loro gente, magari vessati o emarginati proprio all'interno della categoria medesima. Ma un conto è la Chiesa popolo di Dio, altro è la categoria degli ecclesiastici vittima, aimè, di tutti i vizi e di tutte le debolezze umane, come del resto succede anche per tutti gli uomini appartenenti alle categorie laiche.

Il secondo invece puntualizza e si sofferma sul fatto che tra le categorie che eccellono ho tralasciato di citare i pubblici amministratori. Avendo io espresso delle opinioni sul comportamento molto discutibile dal punto di vista etico di alcuni personaggi e di alcune pubbliche istituzioni.

Che dir si voglia, chiunque sia amministratore pubblico fa politica, in piccolo o in grande fa politica. Perché della politica più o meno spicciola si è servito per essere eletto a rappresentare la piccola o la grande comunità. Sicuro che ci sono tanti amministratori e politici onesti e leali che si ""smazzano"" (il termine è usato dal mio interlocutore) per il bene comune. Guai se così non fosse e meno male che queste persone esistono. Bisogna stare attenti però a non permettere di "usare" strumentalmente questi onesti "lavoratori - servitori" del pubblico interesse e del bene comune, come paravento di tutte le porcherie che, in maniera più o meno occulta, si consumano dietro le quinte a danno della comunità per servire il proprio tornaconto. Voglio dire in buona sostanza che in una democrazia sana e funzionante chi governa ha il dovere di farlo con onestà e competenza, e altrettanta onestà, serietà e competenza è richiesta all'opposizione nell'esercitare controllo verso chi governa. Il popolo, a sua volta, ha il diritto - dovere di esercitare, con tutti i mezzi consentiti dalla legge, un puntuale e serrato controllo su entrambe le parti.

Spesso e volentieri invece, e chissà per quale arcano motivo, nessuno di questi attori è puntuale e diligente nell'esercitare il proprio ruolo.

Da un po' di tempo a questa parte chi governa è tenuto "sotto tiro" dall'opposizione a prescindere dalla bontà o meno delle decisioni che assume, delle scelte che opera, dai programmi che tenta di attuare e, soprattutto, dai bisogni reali del Paese. L'opposizione spende il 95% delle sue energie in polemiche sterili, in contrapposizioni fasulle e in esclusiva difesa di interessi di parte, rifiutando per partito preso ogni contributo costruttivo per la soluzione dei problemi. Il popolo, fortemente condizionato dal sistema mediatico, non capendo molto questi strani giochi di potere, diserta la scena chiamandosi fuori dalla contesa, si trasforma da protagonista attivo a spettatore inerte, rifiuta di occuparsi della politica senza riflettere sul fatto che la politica non cessa di occuparsi (male) di lui (il popolo). Compito di chi in futuro si occuperà di politica sarà quello di trovare utili strumenti adatti per liberare la società dal subdolo virus della disaffezione verso la politica, la persistenza della quale può portare alla morte della democrazia………

Valerio Dalle Grave

Valerio Dalle Grave
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