LASCIATECI SOPRAVVIVERE, APPELLO DA CASPOGGIO
Lettera aperta a:
On. Roberto Formigoni - Presidente della Regione Lombardia
Sen. Fiorello Provera - Presidente Provincia di Sondrio
Rag. Costantino Tornadù - Presidente Comunità Montana di Sondrio
Geom. Michele Pegorari - Presidente Unione della Valmalenco
e Sindaco di Caspoggio
Avv. Franco Vismara - Presidente Impianti di Chiesa e Caspoggio
Dott. Miro Fiordi - Direttore Generale Credito Valtellinese
Dott. Mario A. Pedranzini - Direttore Generale Banca Popolare Sondrio
e, p.c. Dott.ssa Chiara Marolla, S.E. Prefetto di Sondrio.
Gentili Signori,
una volta, prima del 1959, a Caspoggio l'unica fonte di reddito era garantita dai muléta - gli arrotini girovaghi - i quali, rigorosamente a piedi quasi scalzi, si recavano in ogni dove ad affilare lame in cambio di un tozzo di pane, qualche liretta e un giaciglio per dormire. La magra sussistenza delle famiglie residenti - in attesa del ritorno dei suddetti per le feste comandate - era garantita dal poco bestiame e dai modesti frutti della terra che la natura alle quote malenche può offrire.
La Grande Svolta per Caspoggio è stato puntare sul turismo con la seggiovia costruita appunto nel 1959.
Quindi i primi alberghi (vediamo se li ricordo tutti: Kennedy, Stella Alpina, Fior di Monte, Seggiovia, Topolino, Colombo, Tiziana, Casa Alpina, Tettamanti, Scoiattolo, Bucaneve) e di seguito i ristoranti, i bar, le pizzerie, i negozi con tutto l'indotto che ne consegue.
I muléta diventarono perciò albergatori, maestri di sci, addetti agli impianti, negozianti, baristi, camerieri, cuochi e via discorrendo.
Qualcun altro poté anche garantire ai figli di poter studiare, diplomarsi o diventare dottori.
E il ragionamento che si coglie lo può fare anche un bambino.
Sarà anche bello raccontare con nostalgia le origini, e l'incanto dei luoghi, ma sarebbe giusto una volta tanto sforzarsi di fare un passo in più: si parla tanto infatti di spopolamento della montagna, di nuove opportunità per i giovani, di economia sostenibile, di sinergie, di filo diretto con la natura.
Ma io abito a Caspoggio 365 giorni all'anno e mi vien da piangere nel vedere (330 giorni/anno almeno) le case desolatamente chiuse del turista, che ha potuto acquistare un boccone della mia terra per fare magari un mero investimento speculativo che torna - escluse meritevoli eccezioni - a suo esclusivo vantaggio.
E io devo privarmi sempre più dell'incanto, della magia e della storia dei luoghi.
Caspoggio è però in una posizione formidabile con molte e diversificate possibilità di sviluppo per il turismo, con una popolazione che ha sempre avuto una grande grinta e la voglia di fare, tipica di un paese pieno di risorse. Caspoggio conta 1560 residenti.
Ed ora si profila un orizzonte buio, anzi nero, considerando che gli attori in causa profilano enormi difficoltà di gestione degli impianti di risalita, e di conseguenza un realistico rischio chiusura.
Ma la seggiovia è la spina dorsale della nostra economia di paese ed è e deve essere il nostro punto di partenza, la nostra porta d'ingresso per l'alta montagna, la nostra aria per poter respirare.
Allora permetteteci di sognare di poter mantenere nel frattempo almeno lo status quo, con una seggiovia che funzioni e con le piste innevate anche - e perché no? - dalla neve fatta dalle macchine.
Lasciateci sopravvivere, perché abbiamo grandi aspettative per il futuro, anche e soprattutto confidando nella Vostra sensibilità.
Grazie. Ugo Agnelli