ARGOMENTO PROPOSTO DA Nando MASCHERA (x). AVEVAMO RAGIONE

Riceviamo e pubblichiamo:

Quando noi, anni fa, sostenevamo che il costo della politica italiana era allora già enorme, gli addetti ai lavori (tra cui i politici locali) sorridevano ironicamente con distacco quasi fossimo visionari. Solo pochi giorni fa, D’Alema ne ha riconosciuto il peso economico ed ha sottolineato che occorrono correzioni a tal proposito perché si rischia di compromettere il rapporto democratico e istituzionale. Pure Montezemolo ha recentemente ribadito che “in entrambi gli schieramenti manca la forza per dar vita ad un grande progetto-Paese che sappia coinvolgere gli Italiani” e ha sottolineato che il costo complessivo della politica in Italia supera quello di Inghilterra, Germania, Spagna e Francia messe insieme. Un costo complessivo vicino ai quattro miliardi di Euro. Nell’opinione pubblica finalmente si sta facendo forte l’esigenza di un cambiamento in modo che l’Italia dei Cittadini possa essere la vera protagonista della propria ripresa.

Anche quando noi sostenevamo che con la recente finanziaria il Governo Prodi aveva impoverito gli italiani, i soliti sorridevano. Oggi i dati statistici ufficiali e perfino la CEI confermano le difficoltà economiche che incontrano i ceti più deboli e le famiglie italiane. L’incidenza della povertà fra le coppie con i figli è aumentata raggiungendo quasi il 18% e nel sud il problema è ancor più accentuato. Per di più il Governatore della Banca d’Italia ha convenuto che la pressione fiscale in Italia è troppo alta e che occorrono misure atte ad operare verso una fiscalità molto più contenuta per non creare nuove povertà.

Episodi come questi aggiunti alla complessa “questione Visco”, alle variegate richieste della sinistra radicale, al crollo del falso mito del “popolo delle primarie” e ai risultati disastrosi delle elezioni amministrative per l’Ulivo, mettono in serio pericolo la sopravvivenza del Governo Prodi, trasformatosi ormai in un aggregato di sigle ognuna alla propria deriva.

In questo quadro politico negativo si inseriscono anche le difficoltà che incontra la nascita del Partito Democratico. Il Comitato deputato alla scrittura delle regole assomiglia più ad un circo Barnum che a un gruppo di saggi: si va dalla coppia Bassolino-Jervolino al re dello Slow-Food italiano Carlo Petrini (forse più conosciuto per il lardo di colonnata e le formaggelle di fossa che per il suo impegno politico) fino ad arrivare a quel Marco Follini, fresco fresco di salti mortali, che in breve tempo lo hanno catapultato dalla sponda destra alla sponda sinistra della politica italiana soffiando perfino un posto nel Comitato (con quali titoli …??) a chi da tempo lavora per la costruzione del Partito Democratico.

Queste scelte hanno comportato ovvie fibrillazioni incontrollabili all’interno della nascente formazione politica. I risultati disastrosi dei Ds e Margherita nelle amministrative stanno creando crepe vistose, ottime vie di fuga per chi non si sente più rappresentato e privato perfino di una propria storia. Ciononostante, il premier persegue il proprio progetto lungo i solchi tracciati e persevera nella sua volontà di essere incoronato re del futuro partito. Veramente bravi Fassino e D’Alema che, consegnando lo scettro a Prodi, permettono che si avveri la famosa e sinistra profezia: “… moriremo tutti democristiani”.

Nando Maschera (x)

(x) Coordinatore Regionale “Moderati-Riformisti” www.riformisti.info

Nando Maschera
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