ARGOMENTI PROPOSTI DA MaRIO PULIMANTI: 1) IMMERSO NEI MIEI PENSIERI 2) COSA STA SUCCEDENDO INTORNO A NOI?

1) IMMERSO

Sono immerso nei miei pensieri che, in qualche punto del loro intreccio, del loro mulinello, contengono una variante della stessa domanda: perché anche a Natale c’è chi chiede a gran voce, nei confronti di migrati clandestini, pene assurde come il ripristino della pena di morte, le castrazioni chimiche, il carcere a vita, le gogne pubbliche e i castighi di ogni genere?

Cristiddio.

Fortuna che a Natale dovremmo essere tutti più buoni.

Non l’hanno fatta fuori dal vaso.

Non hanno razzolato male.

E’ solo sfiga nascere in Paesi poveri.

Capperi, c’è Nativity a Cineland!

Vabbè, allora, per distrarmi, non mi resta che andare al cinema con mia moglie, il piccolo Alessandro e il suo amico Giulio con i genitori.

Mmh...: molto toccanti le sequenze della nascita e della fuga in Egitto.

Sfilano i titoli di coda, mentre usciamo.

Piccolo problema: i ragazzi disturbano.

Pino richiama Giulio, il figlio, che continua a saltellare.

Beh, non ci crederete, ma per farlo smettere gli molla un calcio, una pedata all’antica, a gamba dritta, nella parte più polposa del culo, come fossero due personaggi dei cartoni animati.

E questa è stata la fine del film.

2) COSA STA

Con una mano digito sui tasti del mio PC, nell’altra ho il terzo pezzo di dolce che ha fatto mia moglie. Lei non usa mai un comune cioccolato per dolci: solo autentico Perugina. Adesso vi state chiedendo chi sono io? Beh, eccovi accontentati. Ho 51 anni. Da tempo ho lasciato alle spalle la timidezza dell’infanzia e dell’adolescenza. E’ sera, sono a casa davanti al computer e, mentre scrivo, mi accorgo di avere gli occhi gonfi e rossi per la troppa consuetudine con lo schermo del PC, che uso sia al lavoro che a casa, agli angoli della bocca cominciano da tempo a farsi avanti rughe profondamente incise, il profilo della mascella non è sfuggito all’incipiente doppio mento. I capelli, una volta neri, sono ormai bianchi e, per di più, in questo momento reclamano disperatamente un taglio. La mia non è una faccia che attira simpatia, eppure, al contempo, è una faccia che non nasconde nulla, una faccia di cui ci si può fidare. Simonetta, mia moglie, essendo nativa dell’Alta Sabina, carezza spesso il desiderio di stare in campagna. Lei dice della campagna vera, di cui il parco dell’Appagliatore, recentemente inaugurato dal Sindaco Veltroni è, a suo dire, poco più di una volgare parodia. Ieri passeggiavamo. Abitiamo vicino a Piazza delle Repubbliche Marinare. Le mostro l’angolo sud-est, dove c’è una specie di giardino. Mi risponde che qui, invece del silenzio incantato delle sue colline di Collevecchio, si sente il sobbalzare delle macchine e, dato che Ostia è vicino a Fiumicino, anche il continuo rombo degli aerei. Né, aggiunge la fedigrafa, vi sono rondini o usignoli a guardarci dagli alberi di Corso Duca di Genova, bensì piccioni metropolitani, grandi storni con il loro guano e cornacchie nere e grosse come galletti amburghesi. “Non dire stupidaggini” dico. “Non sono sicura d’aver capito” risponde con una punta di sacrosanta indignazione. E, sorridendo, mi stringe con forza tra il pollice e l’indice, piegandomeli. Ma, nel frattempo, cosa sta succedendo intorno a noi? Passeggiamo tra persone sgarbate, barboni ubriachi, signore profumate, transessuali impomatati, studenti svogliati ed anche un po’ bulli e tassisti arrabbiati contro la liberalizzazione delle licenze decisa da Bersani nell’ambito della manovra-bis.

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