ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) GIOVANNA TORTURATA 2) PACCHETTO SICUREZZA, UNA BUFALA 3) HALLOWEN 4) VENDETTA RAZZISTA

1) GIOVANNA

Terribile. Giovanna Reggiani non ce l'ha fatta. Torturata e uccisa da un giovane rumeno: Nicolae Romulus Mailat, che ora deride anche gli investigatori dicendo che voleva solo rubarle un telefonino. Rimango attonito. La cosa mi fa infuriare. Mi scosto una ciocca di capelli, bianca, dalla fronte. Poi mi alzo e mi allontano senza dire nulla, lasciando il giornale sul divano. Sul balcone, rifletto. Non si tratta di un caso isolato, ma di un fatto orribile che va inserito in un contesto di degrado figlio della cultura dell'accoglienza cieca e di un clima di impunità che non poteva non alimentare una spirale perversa. Coraggio, non sto dicendo che sostengo le criminalizzazioni di massa, quelle che bollano etnie o gruppi come criminali. E' meglio arrivare subito al dunque. Per me non esistono rumeni criminali, ma al contrario persone che commettono reati e che provengono dalla Romania.

Con ciò non voglio certo dire, comunque, che non esiste il problema di Stati che non riescono a tenere sotto controllo i loro criminali, per cui questi si spostano indisturbati verso località che sono più promettenti per i loro traffici. Come l'Italia, che rappresenta un Eldorado per questa specie di persone. Se mi volete ascoltare, bene, se no va bene lo stesso e chiudiamo il discorso. Bé, se non c'é nessuno a impedirmerlo, continuo?

Che cosa significa? Questo: alla radice di quanto accade sta la tolleranza di anni verso microcriminalità diffusa sotto gli occhi di tutti. Senza dimenticare una immigrazione che spesso viene a vivere in condizioni primitive e sovente senza alcuna voglia di cambiare. E tutto questo in un contesto in cui la capacità investigativa e repressiva è modesta, essendo minima la possibilità di essere acciuffati a quella di scontare realmente le pene. Sentitemi bene: a testimoniarlo basterebbe il caso di colpevoli che sono stati presi molte volte e sono sempre tranquillamente tornati alle loro attività criminali. Se si vuole veramente mettere la situazione sotto controllo è necessario che circoli la notizia che l'Italia non è più l'Eldorado in cui non si paga mai veramente per un reato commesso. Ciò significa evitare gli slogan di accoglienza cieca, impedire il formarsi di ghetti e di corti dei miracoli di qualunque genere e mostrare che il sistema repressivo e giudiziario è realmente in grado di intervenire con tempestività. Del resto, serve un sistema complessivo che controlli e punisca chi non sta alle regole e che non lasci crescere sacche di emarginazione con la scusa che questo sarebbe spirito di accoglienza.

Non c'è scampo. Non so che altro dire. Allora, dannazione, spero di avervi convinto. Non è una domanda.

2) PACCHETTO

Il pacchetto sicurezza approvato dal Consiglio dei ministri è un

bluff, una bufala, un film, una presa in giro, un nulla di fatto.

Fini, lo definisce "una montagna che ha partorito cinque topolini".

L'opposizione punta il mirino in particolare sullo strumento legislativo scelto dal governo: non il decreto legge (che entra immediatamente in vigore) ma il disegno di legge, che per la sua approvazione deve affrontare un lungo percorso parlamentare. Insomma, per la Cdl il pacchetto sicurezza è soltanto una bella promessa che difficilmente diventerà realtà. Il provvedimento finirà così per impantanarsi in Senato, dato che si tratta di disegni di legge che, a parere di Csini "non è certo né se saranno mai approvati, né quando verranno approvati. Quindi non cambia assolutamente nulla". E dunque, a sinistra, si brinda e si festeggia invano. Sul provvedimento, il centrodestra esclude l'ipotesi di aiutare il governo in Parlamento. Conclusione di Ignazio La Russa "Il pacchetto non passerà mai". Insorge, dunque, la Cdl contro un provvedimento atteso, annunciato da settembre, richiesto a gran voce da sindaci e da cittadini e che si è trasformato in una "presa per i fondelli". Molti si aspettavano almeno un decreto legge, che potesse dar subito una risposta alla gente. Sui tagli della manovra economica ai dicasteri che si occupano proprio di arginare il crimine, interviene ancora Fini "Va ricordato che per garantire sicurezza e legalità servono risorse e nella manovra economica e per il ministero dell'Interno e per quello della Giustizia ci sono meno soldi rispetto all'anno scorso. Altro che pacchetto sicurezza: questo governo non è in grado di elaborare un provvedimento organico e unitario e ricorre a cinque "pacchettini", come si fa alle lotterie di paese". E aggiunge: "Alcuni ministri si sono astenuti. Ciò vuol dire che il governo non ha la maggioranza proprio su una delle priorità, quella della sicurezza, per la quale è necessario invece avere le idee chiare". Anche Baccini è convinto che il governo difficilmente porterà a buon fine il pacchetto: "Non mi stupirei - fa sapere - se in Parlamento vi fossero mal di pancia dalle aree di riferimento dei ministri che si sono astenuti". Cosa ne penso io? Mi massaggio di nascosto la mano. Mentre rispondo, guardo il mare di Ostia. Al Pontile. Nessun edificio intralcia questa vista spettacolare. Beh, lo

dico: la penso come Baccini!

3) HALLOWEN

Sta arrivando la notte delle streghe. Il suo simbolo è Jack-Lantern, la zucca illuminata che questi giorni sta addobbando vetrine e che culminerà in tante serate in maschera la notte del 31 ottobre. E’

praticamente diventata una tradizione anche da noi questa notte di Halloween di origine anglosassone che corrisponde alla vigilia della festa cristiana di Ognissanti. La tradizione prevede l’usanza per i bambini di girare di casa in casa mascherati al grido “Dolcetto o scherzetto”. In questa notte locali e discoteche organizzano serate in maschera in ambienti rigorosamente a tema. Buon divertimento, quindi, e W Hallowen!

4) VENDETTA

“Che è stato?” grida Simonetta uscendo dal bagno, con la testa ancora bagnata, e contemplando attonita quel macabro spettacolo che stasera ci offre la televisione: un dibattito sull’omicidio di Giovanni Reggiani. Non so rispondere, non riesco a distogliere lo sguardo dai lineamenti delicati della giovane donna. “Ahi! Ahi” dice Gabriele, il nostro figlio ventunenne. “E’ meglio che non dica ciò che penso. Sono proprio arrabbiato! Non ha torto chi afferma che l’Italia si sta scoprendo una società multietnica e multiculturale.” Il tredicenne Alessandro si irrigidisce e rivolge uno sguardo inquieto al fratello, che stringe le spalle alzando le sopracciglia come a voler dire: “Che ci vuoi fare?” Già. L’omicidio di Giovanna Reggiani e la vendetta razzista contro tre ragazzi rumeni hanno suscitato profonda emozione. Scambio un’occhiata con Simonetta, che abbassa gli occhi, inspirando profondamente, con il pensiero rivolto all’omicidio della Reggiani. “Attenzione, però” intervengo io “Sono due orrori che impongono una risposta forte. Il primo appare come l’ultimo anello di una catena di fatti terribili, a lungo sottovalutati, dove si intrecciano violenza e illegalità diffusa. Il secondo è l’espressione di una logica di vendetta che offende il dolore e non può e non deve avere terreno in cui crescere. Guai a fare ricorso alla giustizia fai da te, i cittadini chiedono giustizia ma ad assicurarla devono essere le istituzioni pubbliche.” Simonetta scuote la testa “Questo è improbabile. Se, come credo, l’Italia si sta scoprendo a poco a poco, e sotto la sollecitazione emotiva di casi di particolare gravità, una società multietnica e multiculturale, è troppo tardi per prendere iniziative serie. Oramai siamo invasi da rom, buoni o cattivi che siano, e non possiamo più rimandarli indietro.” Gabriele fa un gesto di sufficienza: “Figurati! Quelli se ne stanno trincerati dietro baraccopoli improvvisate, pregano il loro Dio e aspettano che qualcun altro tolga loro le castagne dal fuoco”. Ceniamo. Mangiamo per un pò in silenzio, poi Simonetta, con espressione perplessa, osserva: “C’è poco da fare: ora che sono entrati in Italia, nessuno può più mandarli via”. Gabriele, pur continuando a mangiare, non rinuncia a dire ciò che ha in mente: “Certo” dice scuotendo la testa con aria pensosa “però si devono adattare a seguire regole civili, rispettando gli altri nonché l’ambiente che li circonda, e se…” “Se! Se! I se non servono a nulla, Gabriele. Le recriminazioni non ci aiuteranno”. “Allora?” risponde lui. Sbuffo con forza, mi alzo e esco sul balcone con un bicchiere di passito in mano. Moscato liquoroso. Vino da meditazione. Una lunga folata di vento gelido marino, che fa turbinare le foglie morte nel cortile, mi convince a rientrare. Sulla soglia mi volto a guardare il cielo cupo, senza luna. il tempo sta cambiando. Ci vuole un po’ perché smetta di tremare.

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