ARGOMENTO PROPOSTO DA Fabrizio TARANTO: NEL REFERENDUM PIÙ INSIDIE PER L’OPPOSIZIONE CHE PER IL NEO-GOVERNO.

ARGOMENTO PROPOSTO DA Fabrizio TARANTO: NEL REFERENDUM PIÙ INSIDIE PER L’OPPOSIZIONE CHE PER IL NEO-GOVERNO.

Archiviate definitivamente le tornate elettorali, politiche e amministrative, superati gli scogli iniziali delle elezioni delle massime cariche dello Stato e della fiducia al governo di Prodi, si torna finalmente alla politica nel senso più ortodosso del termine.

Non c’è stata l’auspicata “spallata”, né tanto meno essa verrà dall’ormai imminente consultazione referendaria in merito alle riforme istituzionali: continuare a far dipendere la sopravvivenza del centro sinistra al governo dall’esito di presunte “battaglie campali” dagli esiti determinanti è sbagliato, in quanto si continua a porre il confronto su un terreno assai più semplice per la sinistra e sul quale si corre il rischio che energie e unità del centro destra finiscano per esaurirsi e disperdersi inutilmente.

La stessa consultazione sulla cosiddetta “devolution” sembra infatti nascondere insidie più per l’opposizione – che al di là dei proclami non arriverà all’appuntamento per niente coesa – piuttosto che per il neo governo.

Ciò che occorre invece immediatamente recuperare è un piano strategico a medio e lungo termine che trasporti il confronto politico sui temi etici, sociali, culturali, politici che pongono in assoluta evidenza le infinite contraddizioni della compagine governativa e le sue incongruenze.

E non sono poche, fortunatamente, le frecce all’arco del centro destra: dalla politica estera (Irak, Afganistan, ma anche Iran), alla questione immigrazione, ai grandi temi etici della difesa della famiglia dalla minaccia dei pacs, della difesa della vita e dei diritti dell’embrione e del nascituro, alla politica economica con la creazione dei presupposti per rilanciare l’economia della produzione e la battaglia contro l’introduzione e la resurrezione di vecchi e nuovi balzelli, la difesa di una politica che sviluppi e non deprima come in passato il mercato del lavoro, il ruolo e le aspettative delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate, i grandi temi dell’ordine pubblico e della lotta alla criminalità piccola e grande.

Non c’è tema, fra quelli sopra elencati, sul quale vi sia unità nella coalizione governativa: anzi, le discordanze appaiono in molti casi addirittura “strutturali” e per nulla secondarie.

Su queste grandi questioni il centro destra deve “dare battaglia”, mettendo da parte protagonismi, delusioni e aspettative di fazione interna, perché solo unendo risorse, qualità, potenzialità di tutte le forze in esso presenti, dalle più rappresentative elettoralmente fino a quelle più recenti e solo apparentemente “minori”- ma non meno importanti nella logica di un grande confronto che coinvolga tutti gli Italiani – si può e si deve riuscire a riportare la Nazione ad una consultazione elettorale anticipata, che consenta di riprendere – e meglio – il cammino che si è interrotto.

Attorno ai programmi, con attenzione alle istanze e al comune sentire di una Nazione che a più riprese ha dimostrato di non gradire l’estremismo “progressista”, ma che attende con ansia un’alternativa permeata di saggezza e di soluzioni concrete per rilanciare l’orgoglio e le giuste aspirazioni, la serenità e il bisogno di risposte certe e chiare degli Italiani.

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