ARGOMENTO PROPOSTO DA Mario PULIMANTI: IO NON DIMENTICHERO’

Ho una certa considerazione del mio spirito critico. Anche se non amo molto i dettagli. Troppi dettagli significano sempre difficoltà, e difficoltà significano un disturbo della mia pace interiore, e questo non posso sopportarlo. Preferisco, comunque, non immischiarmi in problemi che mi risultano troppo sgradevoli e mi getterebbero soltanto nella più penosa incertezza e inquietudine laddove, proprio per far uso della mia ragione, avrei bisogno di certezza e di quiete. E quello che più non mi piace sono le fantasticherie della gente superstiziosa: stregoneria e cartomanzia, uso di amuleti, malocchio, scongiuri, magie di luna piena e quant’altro questa gente riesce ad escogitare. Usanze pagane ancora vive ai nostri giorni. E’ deprimente constatare come simili usanze pagane non siano ancora state sradicate dopo il solido insediamento, più che millenario, della religione cattolica. E’ deprimente constatare, inoltre, come va il mondo oggi. Basta guardare al calcio! Filippo Raciti non era stato ancora sepolto quando Antonio Matarrese ha detto: "lo spettacolo deve continuare". Lo avesse detto il cliente di un bar sarebbe stato fastidioso, detto dal Presidente della Lega Calcio professionisti, cioè una delle due massime cariche del pallone, fa riflettere. Del resto Matarrese ha detto quello che pensano anche molti Presidenti delle società di calcio: bisogna ricominciare in fretta, per motivi di vil moneta. Dimenticato Raciti a velocità supersonica, la lobby del pallone, attraverso le parole del suo condottiero ha fatto capire perché il calcio è ridotto così: si deve mettere il denaro e l'interesse davanti a qualunque cosa. Secondo Matarrese (che poi ha sostenuto di essere stato frainteso… ndr), quindi, lo stop non serve. Anzi, è sinonimo di debolezza e fermare il calcio non può certo far riflettere i teppisti. In un Paese normale Matarrese sarebbe già stato dimesso. In un Paese normale, prima di cominciare a riprendere a giocare avrebbero aspettato qualche giorno. Avrebbero, almeno, cercato di salvare le apparenze. Ma salvare le apparenze non è una priorità, per il mondo del calcio che ha dimenticato calciopoli. E così, a poco a poco, lo shock di Catania passerà per tutti. A poco a poco la morsa dell’angoscia si allenterà, e del povero Filippo Raciti non resterà che un vago ricordo. Ma calma, io non dimenticherò!

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