ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) LA BEFANA 2) CASINI E IL GOVERNO DELL’IMMOBILISMO 3) NUOVI AUMENTI NEL 2008 4) 4) ANNO NUOVO VITA NUOVA 5) LA PREGHIERA DEL FUNZIONARIO 6) TEATRO MANFREDI 7) ODIO IL TELEFONINO

1) LA BEFANA

Amo Babbo Natale.

Però da buon romano gli preferisco la Befana.

Non é uno scherzo.

Ve lo giuro.

Sì sto parlando proprio di lei, della misteriosa vecchina che, a cavalcioni di una scopa, con il suo naso aquilino e indossando un gonnellone scuro e ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle e un fazzoletto in testa, porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il

6 gennaio. A quelli cattivi porta invece una calza piena di carbone. I bambini le preparano, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino.

Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.

In definitiva, lei è la personificazione della festività dell’Epifania che ricorda in ambito cristiano l’omaggio che i Re Magi offrirono a Gesù Bambino.

State scuotendo la testa?

E va bene, é giusto così.

Sforzandomi di apparire rispettoso ma risoluto, non mi rimane che cantare allora: " La Befana vien di notte, con le scarpe tutte rotte, col cappello alla romana: Viva, viva la Befana!".

Basta così.

Spengo il pc.

Sono troppo stanco per scrivera ancora.

La testa mi fa male. Allungo la mano per tastarmi la fronte e sento un forte bruciore.

Mi sdraio sul letto, giro lentamente la testa e socchiudo un occhio.

Domani è il 6 gennaio.

Mi chiedo: cosa mi porterà la Befana?

Poi mi addormento.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

2) CASINI

Stiamo andando a Collevecchio. Mentre guido, penso. Per certe persone che frequentano l'amministrazione per cui lavoro, nutro un odio feroce...il peggiore odio possibile...solo pensandoci stringo i denti, fino a spaccarli. Vabbè, meglio accendere l'autoradio. Su GR1, stanno parlando di Casini. A parere del buon Pierferdi, ci sono elementi del Pd che boicottano il dialogo sulle riforme, e puntano ad andare al referendum. Secondo Casini non c'è alcun meccanismo elettorale che garantisca la governabilità con mille voti in più. "E non è vero - specifica il Pierferdi- che la sinistra non riesce a governare a causa della legge elettorale, ma perché mette insieme Caruso e Dini. La riforma attuabile subito è l'introduzione di una soglia del 5%. Se il collante della sinistra è l'antiberlusconismo, più si evocano spallate più si compattano. Ha indebolito Prodi più l'evocazione delle spallate o il dialogo con Veltroni?" Con Berlusconi, però, deve fare i conti per primo anche l'Udc, e di questo ne è consapevole. Ciò non toglie che l'Udc guardi con attenzione il dialogo Berlusconi-Veltroni. Anche perché, avverte Casini, "il referendum - se verrà ammesso - sarà un altro inganno. Si faranno due finti partiti che ingloberanno tutti per avere un voto più dell'altro: il giorno dopo le elezioni il vincente darà vita ad altri 20 partitini. Berlusconi e Veltroni fanno benissimo a dialogare, ma spero lo facciano nell'interesse del Paese". Casini ha ragione. C'è una paralisi della politica, incapace di fare scelte anche impopolari. La soluzione potrebbe essere un nuovo partito di centro, alternativo alla sinistra. Difatti Casini commenta che "Il governo Prodi paga il prezzo dell'immobilismo. Dini e Fisichella passino dalle parole ai fatti, altrimenti il logoramento del governo Prodi lo pagano il Paese e tutta la politica. Adesso non hanno nemmeno più l'alibi della Finanziaria". Specchio di questo immobilismo è quel che accade a Napoli. "Vi sembra possibile - si chiede il leader Udc - che Napoli e la Campania affondino sotto i rifiuti e non ci sia la possibilità per nessuno di risolvere il problema? Non è solo una "cultura dei no", si è complici di interessi della criminalità organizzata. Iervolino mi ha

querelato: ma ribadisco che quei governanti sono politicamente complici della camorra. Se si fanno realmente i termovalorizzatori, le discariche abusive chiudono".

Dopo poco più di un'ora di viaggio giungiamo in vista delle prime ville sabine. Attorno a ciascuna di esse, giardini profumati. Simonetta si sveglia. Fino a quel momento ha dormito in macchina. Ma ora ride. E'

tornata nel suo territorio "natio". Mi accarezza dolcemente. Scendiamo dalla macchina. Entrando in casa di mia suocera, ci viene incontro una cugina di Simonetta. Giovane. E bella. Molto. Mi saluta, baciandomi una guancia. Delicatamente. I capelli bindi le ondeggiano intorno al volto.

Arrossisco fino alla punta delle orecchie. Poi le scocco un sorriso entusiata. Anzi, provo a sorridere, ma in fondo al mio sguardo rimane una nota di tristezza. Le parole della radio mi hanno lasciato un vago senso di inquietudine. Alzo gli occhi, sperando in Casini. L'unico politico che mi abbia aperto gli occhi. Detto questo, detto tutto. Non

riesco ad aggiungere altro.

3) NUOVI AUMENTI

Due gennaio al Porto di Ostia.

Addento un pezzo di pizza e bevo un sorso di coca-cola, scacciando una mosca che mi ronza intorno.

Ma ci sono anche in inverno?

Finisco di mangiare, bevo e mi appoggio a un piccolo albero.

All'angolo della piazza c'é un bar.

L'interno é scuro e in penombra, ma caldo.

L'unico cliente è un vecchio signore, seduto a un tavolo, con lo sguardo fisso nel vuoto.

Il barista, un massiccio uomo dai denti gialli e sporgenti, è talmebnte grosso che sembra quasi riempire da solo il piccolo locale.

Si mostra lieto di portarmi un caffé e il giornale.

Mi guardo intorno.

Chinandomi in avanti, mi rigiro la tazzina tra le mani, sfogliando distrattamente il quotidiano.

Mi soffermo su una notizia.

Luce e gas.

Ma anche treni e autostrade.

Col 1 gennaio sono scattati i primi rincari del 2008.

"Ah -commento a bassa voce- quanti nuovi aumenti nel 2008!"

La frase mi esce di bocca prima che possa trattenerla.

L'altro cliente scoppia in una risata, ma subito si rabbuia.

Il barista mi lancia un'occhiata e fa una smorfia d'impotenza.

Scrolla le spalle come se non valesse la pena di sforzarsi a parlare.

A mia volta guardo il vecchio, e dico: "Ma in fondo che cosa possiamo mai fare?"

Il barista rimane in silenzio, ma non sembra molto colpito dalle mie

parole: "E' sempre così: anno nuovo, aumenti nuovi!", mormora corrugando la fronte.

"Che schifo!" sbotta il vecchio, scuotendo la testa con una smorfia di disprezzo. "Nessun rispetto per i pensionati."

Il barista, con lo sguardo fisso sulla parete, sbuffa accigliandosi "A pesare di più sul bilancio familiare -aggiunge- saranno i rincari degli alimentari, la benzina e i mutui a tasso variabile, contratti da tre milioni di famiglie."

Arriccio il naso ed esco dal bar.

Torno a casa, ripercorrendo il lungomare di ponete.

Nel frattempo, rifletto.

Brutte notizie per le famiglie italiane: di questi tempi é una cosa piuttosto comune.

Ma nel complesso, nel corso dell'anno, la situazione è destinata a

peggiorare: la spesa delle famiglie italiane salirà infatti complessivamente fra i 1.000 e i 1.700 euro, spinta anche da alimentari, benzina e servizi di vario genere.

Complice l'impennata delle quotazioni petrolifere, l'elettricità e il metano costano ora di più.

Non andrà meglio a chi sceglierà di muoversi in auto: dal prossimo mese, infatti, i pedaggi autostradali aumenteranno fino a un massimo del 4%.

Quanto più mi arrovello sul dilemma, tanto più esso si complica e tanto più il pericolo sembra crescere.

Inciampo improvvisamente.

Accantono il dubbio e mi concentro sulla strada.

Arrivo a casa.

Mentre mi dirigo alla porta, penso che la paura é inutile.

Soltanto il Governo può intervenire contro il caro-vita.

Mi salutano gli inquilini del quarto piano.

Con un sorriso insinuante, li fisso ancora per un mnomento, poi mi volto e mi chiudo la porta alle spalle.

La porta dell'ingresso di casa mia da in un piccolo corridoio, sulla sinistra c'é la stanza dei miei due figli.

Sono alla play station con i rispettivi amici.

Mi salutano.

Nessuno si muove.

Sono giunti alle fasi conclusive di un torneo di Pro Evolution Soccer.

Chiudo la loro porta.

A destra del salone c'é la cucina.

La sopasso.

A destra un altro varco: il bagno.

La porta é socchiusa.

Entro.

Osservo la luce tremolante accarezzare la pelle liscia dei fianchi di Simonetta.

Mi saluta, baciandomi.

Bene.

Con un sospiro, chiudo gli occhi per un istante.

Mi sento girare la testa.

Do un'occhiata veloce alla finestra.

Il cielo é azzurro.

Senza nuvole.

4) ANNO NUOVO VITA NUOVA

"Anno nuovo vita nuova!"

E' una serata chiara con la luna piena.

Seduto sul divano, leggo.

Dalla lettura dei quotidiani, apprendo che il problema dei botti illegali è diventata una questione scottante.

Scrollo le spalle.

Lo scorso anno era il botto "Finanziaria" o la "testata di Zidane", negli anni precedenti sul mercato clandestino era andato a ruba lo "Tsunami", prima ancora lo storico "Pallone di Maradona".

Fisso il giornale con occhi spaventati.

Quest'anno, tra a i botti illegali, ci sono anche gli "Occhi di Bin Laden", sinistro nomignolo affibbiato ad una vera e propria bomba che esplode con grande potenza.

Non so cosa dire: sono ordigni pericolosissimi.

Mi accarezzo il mento.

Nervosamente, cercando di smaltire lo shock provocatomi da questa notizia.

A Napoli hanno attivato addirittura un numero verde per segnalare i venditori di botti illegali. Mi ricordo le foto-choc del pronto soccorso il primo dell'anno.

Di ogni anno.

Già.

Entra in casa Gabriele.

Con una amica.

Bella e col cane.

Un cocker.

Alan.

Mi salutano e vanno in un'altra stanza.

Alan li ignora e, dal momento che la porta del salone è aperta, entra e si infila sotto il divano.

Mentre accarezzo il capo del cane festante, do uno sguardo al telegiornale.

"Anno nuovo vita nuova!"

Sono troppo distante dalla finestra, ma sento ugualmente il frastuono dei botti di capodanno.

Di tanto in tanto delle vere e proprie esplosioni illuminano il cielo notturno.

Improvvisamente, alle mie spalle, Alan trema.

Spengo la tivvù e lo accarezzo per riportarlo alla calma.

Agita allegramente la coda e abbaia debolmente.

Lo prendo tra le braccia.

Mi sdraio sul divano, accarezzando il suo muso con le mani.

Altri botti.

Nonostante la piccola stazza, il cagnolino é forte e determinato e si agita ancora.

Nello stesso momento, i runori dall'esterno si affievoliscono.

Alan si calma.

Dopo qualche minuto riaccendo la tivvù.

"Anno nuovo vita nuova!"

Ci metto un pò a digerire le ultime notizie.

Mentre il cronista parla, penso.

I telegiornali-disgrazia, con persino notizie visive sopra, scritte scorrevoli sotto sono ormai monotoni.

La gente non sa più come ammazzarsi: con coltello, pistola, affettamento, in macchina, ascensore, scuola, cucina ecc.

"Anno nuovo vita nuova!"

Ancora un po' e la novita sarà quell'antica normalità del passare il capodanno in compagnia, mangiando "sono a dieta ma", bevendo "tanto non guido", ridendo e "spettegolando" (che adesso si legge gossip) degli amici appena andati via.

Nel frattempo sono arrivati Alessandro con Simonetta.

Il suo abbraccio mi riscalda. Guardo Alan.

I suoi occhi sono umidi e sinceri.

"Anno buono per tutti!"

Dico bene?

5) LA PREGHIERA DEL FUNZIONARIO

Ecco la preghiera del funzionario.

Oh, Signore, Dio delle vendette, mostra la tua gloria!

Fino a quando certi colleghi tronferanno, accaparrandosi incarichi e reggenze?

Salvaci, Supremo giudice della terra!

Abbatti i nostri nemici, fai cadere loro addosso una pioggia di carboni accesi, distruggili nel fuoco eterno, seppelliscili in fosse profonde da cui non possano risorgere!

Amen!

Eccessiva? Beh...sono un poeta da palcoscenico...da ufficio. E' nella mia natura esagerare. E uno come me, che campa d'immaginazine, a volte finisce per non distinguere più il vero dal falso. Collega contro

raccomandato: uno dei passatempi preferiti nei bassifondi dell'ufficio.

Già mi ripugnano i combattimenti tra uomini...ma perché un raccomandato? Il maiale quando muore getta un grido lancinante...e alla gente piace!

Ecco la situazione politica italiana.

"Accettiamo la sfida", annuncia Lamberto Dini. Se dunque, affermando che un governo si abbatte solo con un voto di sfiducia e non con le interviste, Romano Prodi voleva chiudere in un angolo il leader dei Liberaldemocratici, ha trovato pane per i suoi denti. "Sì che accettiamo la sfida. Presenteremo un programma alternativo che dovrebbe essere accettato nella sua interezza. Se così non fosse, il nostro voto sarebbe contrario", comunica Dini. Un aut aut contro un aut aut, dunque, tra Prodi e Dini.

Ecco la nuova scuola italiana.

Sarà un 2007 da ricordare per la scuola e l'università italiane. La conferma è venuta all'ultimo Consiglio dei Ministri dell'anno, che ha portato, tra l'altro, due nuove norme, una per l'accesso all'università (dopo il caso dei test truccati) e per l'orientamento, l'altra per la valutazione dell'eccellenza degli atenei. In particolare, il ministro dell'Università e Ricerca, Mussi, ha definito "molto significative le novità introdotte per rimodellare il sistema dell'istruzione in Italia". Il titolare della Pubblica Istruzione Fioroni ha inoltre parlato di svolta per un provvedimento che "si traduce così: ora pagherà il merito, non le furbizie, e chi studia e sgobba non resterà più fuori gioco per l'accesso alle facoltà universitarie a numero chiuso. La maturità non sarà più solo un pezzo di carta ma una porta d'ingresso al proprio futuro e finalmente gli studi delle superiori avranno un loro peso specifico", avranno un valore fino a 25 punti, "mentre prima valevano zero".

Ecco i bonus.

Un bonus luce per cinque milioni di famiglie per evitare che i rincari previsti a gennaio pesino nelle tasche dei meno abbienti. E dal "milleproroghe" altre buone notizie per il contribuente. Il decreto di fine anno che accontenta parlamentari e cittadini, ripristina la rottamazione auto estesa anche ai motorini. E viene introdotto l'ecoincentivo per chi rottama due auto acquistandone una di nuova generazione. Slitta a luglio la stretta sui neopatentati. Per la scuola, arriva lo sblocco dei concorsi per professori. Nell'ultima seduta dell'anno, il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo decreto sicurezza dopo le polemiche che hanno consigliato di fare decadere il precedente provvedimento che conteneva norme sull'omofobia.

Anche il ministro Ferrero ha votato sì, ottenendo la promessa per una più rapida approvazione della legge sull'immigrazione. Il nuovo decreto prevede espulsioni immediate dei cittadini comunitari per motivi imperativi di pubblica sicurezza, includendo anche quelli sospettati di terrorismo.

Buon anno!

6) TEATRO MANFREDI

Una volta nella vita, al Teatro Manfredi.

Perfetto.

Sono cinque in tutto: quattro uomini e una donna.

All'obitorio.

Morti.

Sento calare un silenzio imbarazzato.

Sorrido beffardo.

Reazione sbagliata: scoperte tragiche.

Certo.

Ma anche situazioni comiche.

Non me ne andrò fino a quando non avrò detto tutto.

Ve lo giuro!

Espressioni contrastanti attraversano in pochi istanti il volto degli

spettatori: lo stupore di trovarsi davanti a uno spettacolo surrealista.

Temi drammatici ma con il sorriso sulle labbra.

Gli attori evadono dalla situazione.

Non é uno scherzo.

Questo è teatro.

Abili attori. Gabriele Pignotta - Vanina Marini - Fabio Avaro - Fabrizio Gaetani - Luigi Romagnoli.

Fabio Avaro. Poeta da palcoscenico.... E' nella sua natura esagerare.

E uno come lui, che campa d'immaginazine, a volte finisce per non distinguere più il vero dal falso.

Superba regia. Felice Della Corte. Eccellente.

Abile il tecnico delle luci, Christian Falco Massimini.

Alla fine mi alzo in piedi.

Soddisfatto.

Con il volto congestionato, applaudo.

7) ODIO IL TELEFONINO

Questo cuore di padre è disposto a tutto per aiutare i propri figli.

Ma non di andare in bancarotta per le loro spese telefoniche, sempre più costose, ahimè!

Ma come, direte voi, da qualche tempo gli operatori di telefonia mobile fanno a gara nell’offrirci gratuitamente telefonini, conversazioni telefoniche e sms!

Certo, stando alle campagne pubblicitarie, chi usa il cellulare non spende neanche un euro.

Eppure, leggendo attentamente le offerte, si scoprono costi, tariffe e abbonamenti di cui non si parla nelle pubblicità.

Chi, per esempio, aderisce all’offerta Vodafone No Problem ottiene un telefonino scontato, aderendo, però, a una tariffa specifica.

Dovrà così effettuare ogni mese almeno 20 euro di telefonate.

Altrimenti sarà costretto a pagare un contributo di 9 euro per ciascun mese non in linea con i 20 euro di traffico. Inoltre, in caso di recesso anticipato, l’utente dovrà pagare tutte le rate rimanenti.

Insomma non proprio un regalo.

Per non parlare, poi, dei messaggini degli spot di Tim Tribù, dove non è facilmente leggibile l’indicazione relativa al costo di attivazione.

Del resto Tim modifica spesso i piani tariffari. Per questo motivo le associazioni di consumatori hanno diffidato la Tim.

A questo punto conviene non credere ai regali delle compagnie telefoniche, ma cercare di capire cosa realmente propongono e cosa, invece, ci conviene. Per quanto ne so io, i costi dipendono anche dalle nostre abitudini . Mi riferisco al numero delle chiamate, dato che lo scatto alla risposta può incidere molto, ai giorni in cui telefoniamo, se festivi o feriali. Vabbè: scuoto la testa pensando anche alla durata media delle telefonate. Senza dimenticare, inoltre, di far attenzione ai numeri dei destinatari, se fissi o cellulari e se appartengono ad altri operatori.

Va bene, alla fine pure le fasce orarie sono importanti. E così via. Ma non sempre la ricerca del profilo migliore aiuta. Già. Sconcertato

rifletto: riuscirò veramente a trovare un’offerta conveniente?

Forse.

Poi, improvvisamente mi viene un’idea: chiediamo alle compagnie telefoniche di non produrre più cellulari e di tornare al telefono a gettone. Con un sogghigno ammetto, infatti, un mio grande difetto: non amo il telefonino!

Appartengo a quella esigua minoranza di cittadini che per fare una telefonata vorrebbe ancora usare il telefono pubblico. Ed il mio è certo un atteggiamento da snob.

Cavolo, non credo di essere così raffinato.

La ragione per la quale non amo il cellulare è molto più semplice: non mi piace. Il telefonino squilla a scuola, al cinema, al supermercato, al bar, al teatro, in Chiesa (ne sa qualcosa Don Alberto!). Il telefonino squilla al ristorante e tutti i clienti, simultaneamente, sfoderano il proprio cellulare.

E invece, è quello del cameriere. Il telefonino squilla in volo e l’

aereo rischia la catastrofe. La gente, oramai, arriva anche a dormire con il telefonino vicino il cuscino, come fa, del resto, il mio primogenito Gabriele.

Oltretutto induce al turpiloquio. Infatti, con il telefonino siamo sempre in contatto con tutti e tutto: mogli, figli, cognati, ma anche scocciatori vari che riescono inevitabilmente a raggiungerci sempre nei posti più impensati. L’unico vizio che il telefonino non asseconda è l’

avarizia. Perché ci fa spendere molto di più di quanto spendevamo prima, usando il vecchio telefono fisso o a gettone.

Ma è dal punto di vista macro-economico che il telefonino diventa un vero danno sociale.

Infatti da quando ci sono i telefonini, si studia poco, si lavora distrattamente e si produce sicuramente di meno. Perché siamo sempre al telefono per dire, molto spesso, parole inutili.

Non dimentichiamoci poi, che, mentre conversiamo, veniamo ascoltati da poliziotti, carabinieri, giudici, agenti segreti, radioamatori e semplici impiccioni, che vivono con l’orecchio incollato ai loro apparecchi d’intercettazione.

Ed è per questi motivi che io, invece, vorrei ritornare alle vecchie tradizioni, come facevano i miei genitori e i miei nonni.

E, senza la forza di 3 e l’aiuto di Tim, Wind e Vodafone, in un mondo di schiavi della scheda telefonica, vorrei tornare ad essere un gettone- dipendente. Splendido.

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