ARGOMENTO PROPOSTO DALLA LAV: MACELLAZIONE ISLAMICA ILLEGALE. LA LAV VALUTA AZIONI LEGALI E SOLLECITA LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO AD ACQUISIRE IL VIDEO REALIZZATO DA TELEPADANIA. INTERROGAZIONE AL CONSIGLIO REGIONALE.

La LAV chiede alla Procura della Repubblica di Milano di acquisire il filmato realizzato da Telepadania e trasmesso anche da Studio Aperto, relativo alla macellazione illegale - in una pubblica piazza invece che presso un mattatoio autorizzato, con teste di ovini bruciati con una sorta di fiamma ossidrica - di capre, montoni o pecore, realizzata a Parabiago (Milano), tra il 30 e il 31 dicembre scorso, per la festa mussulmana del sacrificio.

Altre macellazioni illegali si sarebbero svolte nel garage di un’abitazione di Persico Dosimo (Cremona), dove però i Carabinieri hanno subito denunciato a piede libero per maltrattamento di animali alcuni islamici, segnalati all’Asl per la macellazione di carni in un luogo non autorizzato, e in altro garage nel Mantovano. Ma la LAV sospetta che il fenomeno possa essere molto più vasto, anche perché la ricorrenza ha coinciso con il periodo festivo, il 31 dicembre era domenica, e con i mattatoi normalmente chiusi.

“Il nostro Ufficio legale sta valutando le opportune azioni legali nei confronti dei responsabili di queste macellazioni rituali fuorilegge, ma riteniamo doveroso l’intervento, in particolare, della Procura della Repubblica di Milano, vista la gravità dei fatti e la documentazione filmata esistente: è necessario accertare ogni responsabilità perché il rispetto della legalità è un dovere civile che ci accomuna indipendentemente dalle nostre origini etniche o religiose - dichiara Roberto Bennati, vicepresidente della LAV - Faremo presentare un’interrogazione al Consiglio Regionale della Lombardia, per conoscere il tipo di interventi di controllo posti in essere. Nelle scorse settimane, infatti, avevamo allertato Prefetti, Carabinieri e Asl al fine di prevenire sgozzamenti illegali”.

La LAV invita i credenti mussulmani a pensare di diventare vegetariani come già hanno fatto anche loro fratelli. Al Parlamento e al Governo - benché la LAV sia contro tutte le macellazioni di animali - chiediamo di seguire l’esempio normativo di Paesi come Svizzera, Svezia, alcune regioni dell’Austria e la Malesia, Paese questo a stragrande maggioranza mussulmana, che non permettono la macellazione senza stordimento, ritenendo preminente la pur relativa protezione degli animali su precetti religiosi confliggenti con la morale pubblica.

La normativa impone che la macellazione rituale, senza stordimento, anche se per consumo familiare, possa essere eseguita solamente nei macelli, e in particolare in quelli specificatamente autorizzati, poco più di un centinaio secondo i dati del Ministero della Salute. La macellazione di animali, il sezionamento o il deposito delle carni in stabilimenti non riconosciuti o non autorizzati è punita con l’arresto fino a due anni o con l’ammenda fino a 60 mila euro (art.20 D.L.vo 286/94). L’articolo 544 ter del Codice penale sanziona con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro, aumentata della metà nel caso di morte, chiunque utilizzi animali in attività che provochino lesioni o sevizie così come è l’utilizzo di animali per la macellazione al di fuori della normativa speciale di tutela degli animali per la macellazione.

RIFERIMENTI LEGISLATIVI

-L’uccisione di animali con macellazione rituale, ai sensi dell’articolo 2 comma 1 lettera h) e dell’articolo 5 comma 2 del Decreto Legislativo 333 del 1998 deve avvenire solo in macelli autorizzati all’effettuazione della macellazione rituale, con esclusione assoluta – a prescindere dal consumo familiare o a fini commerciali – della possibilità di procedere al di fuori di questi impianti dove, ai sensi dell’articolo 9 comma 2 del Decreto Legislativo citato, la macellazione è permessa solo per consumo familiare ma con stordimento obbligatorio per le specie ovina e caprina e, quindi, non per la macellazione rituale.

-L’articolo 20 del Decreto Legislativo 286 del 1994 prevede che chiunque proceda alla macellazione degli animali, al sezionamento o al deposito delle carni in stabilimenti non riconosciuti o non autorizzati è punito con la pena dell’arresto fino a due anni o con l’ammenda fino a 60mila euro.

-L’articolo 544 ter del Codice penale sanziona con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro, aumentata della metà nel caso di morte, chiunque utilizzi animali in attività che provochino lesioni o sevizie così come è l’utilizzo di animali per la macellazione al di fuori della normativa speciale di tutela degli animali per la macellazione.

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