ARGOMENTO PROPOSTO DA DANIELE QUAGLIA (X): NAPOLITANO E PRODI CITATI IN GIUDIZIO

(e nota del nostro direttore)

Non hanno risposto alla diffida del 13 novembre. Entro 30 giorni lo Stato italiano avrebbe dovuto lasciare il “Territorio Veneto”

Nel pubblicare il comunicato (lasciando le minuscole così come scritte), che accompagnamo con due documenti che siamo andati a cercare, qualche osservazione.

1) La prima riguarda la scelta di pubblicare. 99 giornali su 100 avrebbero scelto il cestino. Noi siamo il centesimo perché in democrazia è bene che tutte le idee circolino, anche le più originali di questo mondo.

2) La seconda è personale, ma con un finale di interesse ampio. Anche se andato via dal Veneto, meglio dalla seconda città della Serenissima, ovvero Chioggia, ancora lattante, i miei cromosomi parlano. Fra i miei parenti annovero San Magno, vissuto nel settimo secolo, le cui spoglie altri miei parenti il 6 ottobre 1206 “logorno” in San Geremia dove rimasero sino a circa mezzo secolo fa (ora sono nel Duomo di Eraclea). Fra i molti parenti citati nelle storie di Venezia e Chioggia anche uno ritratto dal Tintoretto e con altro ritratto nella sala del Consiglio dei X a Palazzo Ducale. (Preciso che nella mia famiglia non si è mai guardato indietro se non per il rigore sempre professato dagli ascendenti). Posso avere dunque “titoli veneti” sufficienti, anche se ora naturalizzato valtellinese?

Avendoli preciso di essere fierissimo della Serenissima, il più illuminato Stato nella storia, l’unico a ordinamento non piramidale ma circolare. Detto questo aggiungo che è un grave errore chiudersi “in un territorio veneto”. Il problema semmai sarebbe inverso: venetizzare l’Italia, e magari anche l’Eutopa dove imperversavano le dinastie e i sistemi monastici. A Venezia, certo contava il casato, contava il censo ma contava tanto il talento al punto che ammiraglio della flotta, il massimo, poteva essere anche persona non del Libro d’Oro, non della nobiltà dello Stato, ma il più bravo.

Se volete fare una diffida ai Presidenti della repubblica e del Consiglio fatela. Non per quello che verrò discusso a novembre ma per lo studio obbligatorio della storia di Venezia e per introdurne i principi nella nostra legislazione, Costituzione inclusa

(ndd, a.f.)

Quando per l'interramento della laguna circostante, Eraclea fu abbandonata dai suoi abitanti, il doge Pietro Ziani (1205-29), il 6 ottobre 1206, fece trasportare i resti di Magno a Venezia, nella chiesa di S. Geremia. Il 21 dicembre 1459 il senato veneto decretò che quel giorno fosse festivo per tutta la città; in quella festa i dogi andavano pellegrini con la loro corte nella chiesa di S. Geremia, fino a che, il 28 settembre 1563, un nuovo decreto del senato permise che un braccio del santo fosse portato nella basilica di S. Marco ed ivi ogni anno, il 6 ottobre, esposto alla venerazione del doge e dei fedeli entro un ricco reliquiario d'argento.

Napolitano e Prodi citati in giudizio

LIFE TREVISO: Il presidente della repubblica italiana, Napolitano e il presidente del consiglio dei ministri dello stato italiano, Prodi, sono stati citati in giudizio presso il tribunale di Venezia con data per il primo dibattimento 9 novembre 2007.

La notifica è stata presentata presso gli ufficiali giudiziari del tribunale di Venezia in data 1 giugno 2007.

L'azione è conseguente alla diffida del 13 novembre 2006 tramite la quale LIFE Treviso imponeva, alle istituzioni italiane, il termine di 90 giorni per abbandonare e quindi lasciare libero il territorio Veneto

Rimasta inevasa la diffida alla scadenza del 14 febbraio 2007, LIFE Treviso chiederà al giudice italiano di accertare le motivazioni del diniego appellandosi, come previsto dal diritto internazionale , per ottenere un giudizio equo e imparziale.

A breve termine partirà una azione parallela presso il tribunale internazionale dei diritti dell'uomo.

A sostegno di tale azione LIFE Treviso ha organizzato una raccolta di firme per la sottoscrizione al mandato.

Daniele Quaglia

APPENDICE. LA RICHIESTA DEL 13 NOVEMBRE

Oggi, 13 novembre 2006 LIFE Treviso ha inviato richiesta, alle istituzioni italiane, di abbandonare il territorio veneto entro 90 giorni dandone contemporaneamente notizia all'ambasciata di Francia, all'ambasciata d'Austria e al Consiglio d'Europa. Questa decisione è maturata dopo anni ed anni di vertenze presso gli organi giudiziari italiani che hanno comportato un dispendio immane di energie e fruttato esclusivamente la sfacciata negazione della giustizia. Per questo motivo, già da tempo LIFE Treviso ha aderito all'Autogoverno del Popolo Veneto e ritenendo ormai inevitabile lo scontro tra la civiltà Veneta, radicata ancora nel valore morale della stretta di mano e della parola data, nel lavoro, nella famiglia e nelle radici culturali, e la civiltà italica, farraginosa, burocratica, più propensa all'ambiguità come fatto istituzionale che alla certezza del diritto, ha inviato diffida alle istituzioni italiane di abbandonare il territorio Veneto, annesso illecitamente nel 1866 ed illecitamente occupato fino alla data odierna. Da oggi i Veneti possono ritenersi, in base alle leggi italiane, ai trattati internazionali sottoscritti dall'Italia e al diritto naturale dei popoli, completamente liberi da ogni vincolo con le istituzioni italiane, e sono invitati a manifestare espressamente la loro appartenenza al Popolo Veneto sul sito www.veneto@libero.it Decorso il termine di 90 giorni senza riscontro alcuno LIFE procederà, contro l'Italia, presso il Tribunale internazionale dei diritti dell'uomo.

A nome del consiglio direttivo di LIFE Veneto, Daniele Quaglia.

ALLO STATO ITALIANO RICHIEDONO

Al medesimo Stato di ritirarsi senza ritardo, e non oltre 90 giorni dalla notificazione del presente atto, dal territorio delle Province Venete; con riserva, in caso di inottemperanza, di adire le Corti internazionali; richiedono altresì di rimborsare i tributi prelevati nel territorio delle Province Venete dalla sua occupazione al suo rilascio, in quanto non siano stati in esso utilmente spesi, oltre agli interessi.

Alla Repubblica Federale Austriaca e alla Repubblica Francese, quali successori delle potenze garanti del trattato suddetto, di accertare la invalidità del plebiscito del 1866 e di promuovere un nuovo plebiscito.

Life Veneto - Direzione Provinciale di Treviso

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